Giambattista Baldanza

Poesie


Inutili diversità

Giochi elementari
Trattenuti
Da erotiche visioni
Costellate di se e di ma
Mentre le Ninfe Eteree
Danzano accattivanti
Sopra le cupole di mille chiese
Come farfalle
Sulla sabbia annerita
La modernità
Si libera
Di scalpori estivi…
Oh quante inutili parole
Al secolo vicine
Fanno rimpiangere
Le perdute stelle
E la Famiglia antica.

 


 

Erato

Mi rifugerò
Nel sogno
E tu sarai
Come Laura
La mia Musa…
Ti vedo
Guardarmi
Tra i candelabri
Passione di strali d’amore
Per mano
Ti condurrò
Nell’ alcova dei Pensieri
Quando il Silenzio
Avvolge la mia notte.

 


 

L’ultima crociata

La rabbia
E la Paura
Di vincoli
Assurdi!
Non siamo alle pendici
Dei sentimenti
C’è solo
La ignobile esecuzione
Del Bataclan…
Non vogliamo
Noi!
La crociata
Ma a Lepanto
Il Ricordo…
Di noi Crociati
Della Misericordia
Ancora va!

 


 

L’etica

Incredibile
Nei mesi
Delle effervescenze
Dove ai risvolti
Epocali
Venere
Esprime il dissenso
Emersa dalle acque
Virtù
Espresse
A suon di elementi
Fisica
Dei controsensi
Così caverne
Di uomini primitivi
Si riempiono
Con grida umane.

 


 

Schiavi

Da Gades
Venivano
Le ballerine
E le dodici fatiche
Di Ercole
Nel tempio
Incise
Gli schiavi intanto
Inneggiano
A Spartaco
Il gladiatore trace
Fuggito da Capua
Come allora
Il Pompeo moderno
Annichilisce
I servi
Acquiescenti
Mentre
Nelle domus
I banchetti
Divertono
I ricchi
E Marco Licinio Crasso
Fa scempio ancora.

 


 

A Concetto Marchesi

La crisi mi ha parlato
Aveva il volto
Dello zio Concetto
Ma era un volto pulito,
Grande zio
Comunista sì, anche stalinista purtroppo
Ma persona per bene!
Oh se le persone per bene
Ci avessero governato!

 


 

Notti

Tremanti
Notti
Inascoltate
Lacedemoni e
Fantasmi antichi
Recuperi
Di emblemi
Si inerpicano
Quando ascolto
Incontri annuali
Alla memoria stanchi.

 


 

Recanati

Ascolto Giacomo
Il richiamo
Della terra della mamma
I tuoi versi
Da lei recitati
E quelle mura
Dove Silvia appare
Infinito barlume
Dei ricordi.

 


 

Parole

Le mie parole
Che scolpiscono
I riflessi
Di mie sensazioni
Le mie parole
Come milioni
Di donne intenerite
Dagli amplessi esordienti
Ricche, esplosive, efficaci
Le mie parole
Mai sottaciute, inespresse
E lamentose
Sono lì
Tra i riflessi di dedali
Annichiliti dal tremore
Le mie parole
Ora tacciono
Tra i tremendi risucchiati
Ambiti dell’impressione
Mai dissociata, sempre descritte
Dal desiderio di paradisi artificiali
Le mie parole
Che esprimono
I dissensi dei monaci
Nel Tibet,
E quelli della mia Italia
Calpestata
Nella solennità
Della sua storia
Quella di Roma!

 


 

La poesia non scritta

Amo la poesia
più bella
quella non scritta
quella pensata
e poi dimenticata
così m’affatico
a trovare
versi dimenticati
abbandonati
per incantesimo
nel limbo
dei segreti
quando parole di fuoco
turbavano le mie notti.