Gianluca Muscedere

Poesie


Cuore, fatti amico il vento

Cuore, fatti amico il vento
e complice la sua forza,
alzati in volo…
per arrivare fin lassù.
Fin lassù,
dove il cielo è più blu!
Dove il cielo diventa notte,
dove il silenzio è solo silenzio
e dove il rumore…
è solo un ricordo.
Lassù,
dove il cielo diventa infinito,
dove il cielo diventa mistero,
dove il cielo…
diventa stellato.
E ora cuore,
che ti sei fatto amico
e affidato al vento…
non devi fare altro
che “vivere” il momento,
vivere l’incanto
e battere più forte.
Perche’ l’emozione è tanta.
Sei arrivato
e hai ritrovato LEI…
la tua stella!
Quella che più di tutte, sentivi tua
e che ti apparteneva.
E che ancora oggi,
ancora e per sempre…
ti appartiene.

 


 

Storia di un introverso

(che non sono io…)

Ricordo ancora quella sera…
Quando tra lo scherzo e neanche tanto,
sorridendo, mi dicesti:
“voglio entrare nel tuo mondo e ne voglio far parte”.
Io, sorpreso, sempre tra lo scherzo e neanche tanto,
sorridendo, ti risposi:
“perché?”
“Perché vuoi entrare nel mio mondo e farne parte?
Cosa ha il mio mondo che il tuo non ha?”
Fino a quel momento gli occhi si fissavano negli occhi
e gli sguardi erano intensi, vivi e curiosi.
Fino a quel momento però.
Fino a quando il silenzio prese la parola
e decise di diventare padrone,
padrone di quel momento.
Le richieste erano state fatte
e le risposte erano state date.
L’imbarazzo era forte ed evidente.
Qualcuno doveva ”rompere” il ghiaccio,
e lo feci io.
“Il mio, è un mondo fatto di nuvole, temporali, arcobaleni e raggi di sole.
Il mio è un mondo fatto di momenti si e momenti no.
Il mio è un mondo fatto di silenzi e di parole.
Ma soprattutto,
è un mondo fatto di certi “spazi”.
Spazi, che non ho mai permesso a nessuno di invadere.
Sono miei e sono luoghi dove io mi “rifugio”.
Forse anche sbagliando ma sono fatto cosi!
E tu, con quelle domande,
sapevi già tutto ma volevi capire.
Volevi scavare nella mia anima e capire…
Capire fino a che punto posso
e potrei, aprire e chiudere al mondo.

 


 

Donna

(il mondo forse…)

Donna…
il mondo forse
non troverà mai,
le parole adatte,
per rendere giustizia
al tuo essere.
Il mondo forse…
non troverà mai,
l’aggettivo giusto,
per gratificare il tuo fare.
E il mondo forse…
non capirà mai davvero,
il tuo valore.
Tu che vieni ricordata
e “festeggiata” un giorno all’anno…
Ma tu che sei donna sempre…
che lo sei tutti i giorni!
Tu che sei ancora oggetto discriminante…
Tu che vieni trattata ancora,
come un oggetto.
Di certo,
qualcosa sta cambiando,
di certo,
qualcosa è cambiato,
ma di certo…
il cammino è ancora lungo.
Il cammino per far capire al mondo…
che tu sei vita,
che tu dai la vita.
Tu che sei figlia,
madre, nonna e moglie,
e spesso padre…
A te che sei tutto questo,
e ancora tanto altro,
il mondo forse…
ti deve dire grazie!!

 


 

Una rondine non fa primavera

“UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA”
E i giorni di questo freddo Aprile,
sembrano confermare…
le parole di quel vecchio detto.
Ogni anno che passa, sempre peggio.
Ogni anno che passa tutti a dire:
“Non ci sono più le mezze stagioni”.
“Si passa da un estremo ad un altro” e…
E “Non vi sono più certezze”.
Però, però LEI è tornata!
È tornata e… ritornata.
Ha viaggiato da chissà dove
e da chissà quando,
sapendo bene la sua destinazione.
Con le sue ali spiegate,
quel suo volo veloce e radente,
tra il vento forte e sferzante…
LEI è tornata…
Con un messaggio forte e chiaro.
La natura si sta risvegliando
e la primavera…
la primavera è oramai alle porte.
Forse è vero…
“una rondine non fa primavera”,
ma è anche vero che LEI,
nel bene e nel male…
NE È COMUNQUE UN SIMBOLO!!

 


 

Mamma

Mamma…
la prima parola imparata da bambino…
E oggi che ho superato i “cinquanta”,
il primo pensiero del mattino.
Forse sarà per quello che è successo,
forse sarà l’inconscio,
o forse…
è “solo” la mancanza che diventa presenza.
Tra pochi giorni sarà la festa della mamma,
ed è giusto, che tu come le altre mamme,
veniate ricordate, omaggiate e festeggiate.
Si dice che ogni figlio è bello alla sua mamma,
ma anche ogni mamma è bella a suo figlio.
E tu eri veramente bella!!
Così bella,
che io volevo fossi eterna.
Una parte di me sapeva che non poteva essere,
l’altra si rifiutava di crederlo.
La mamma,
cuore e anima di una famiglia,
cuore e anima di una casa
e a volte,
cuore, corpo e anima con un figlio.
Noi questo siamo stati
e ancora lo siamo.
E che ne sanno gli altri!!
Di certo non tutti sanno,
non tutti possono capire,
se non sanno il nostro “vissuto”,
se non sanno il nostro “trascorso”.
Su questo foglio bianco,
volevo “spiegare” la figura della mamma
e invece mano e penna,
mi portano e mi riportano…
su un’altra storia.
Che forse,
senza che io me ne renda conto… è la stessa.
E forse,
senza che io me ne renda conto,
ho spiegato più di quello che penso.
Auguri a tutte le mamme…

E AUGURI A TE MAMMA,
OVUNQUE TU SIA…
PERCHÉ TU SEI!!

 


 

In viaggio con voi

(carta e penna…)

Ci siam conosciuti ch’ero solo un bambino e ad esser sincero, tutta st’amicizia non la volevo

Ma ero solo un bambino . E tante cose non le capivo… e tanto meno, le sapevo…

Non capivo il vostro valore . E non sapevo… Non potevo sapere, quello che per me, di lì a qualche tempo, sareste diventati

AMICI !! I miei migliori amici e confidenti… Di me sapevate tutto e di mettere nero su bianco, non aspettavate altro

Pensieri e parole, erano scuse per diventare una storia… Storie sotto forma di versi… Prosa, poesie o racconti… Comunque storie !!

Grazie per avermi e per accompagnarmi in questo viaggio da me voluto e iniziato

Grazie per accompagnarmi in questo viaggio, dove forse… non mi porterà in nessun dove, ma che di certo, e questa è la cosa che conta, condivido con la gente…

 


 

Lourdes: C’era una volta un sogno

11 Febbraio 1858 : Madonna di Lourdes

«Io scorsi una signora vestita di bianco. Indossava un abito bianco, un velo bianco, una cintura blu’ ed una rosa gialla sui piedi»
Bernadette Soubirous.

IO : C”era una volta un sogno, un sogno che facevo spesso, ripetutamente, sempre lo stesso sogno… E parlava di LEI… di Lei e di ME…

Di Lei… la “Mamma celeste”… la “Vergine Santissima”… l’ “Immacolata Concezione”… la “Madonna di Lourdes”…

E di me… un qualunque me… un qualsiasi me…

Mi “vedevo” in viaggio da solo, con destinazione proprio Lourdes… E una volta arrivato davanti a Lei… al suo cospetto, cominciavo a piangere

Un pianto a dirotto , forte, potente ma estremamente leggero e liberatorio. Specie la mattina al mio risveglio

Pensai… perché questo sogno, perché questo continuo ripetersi dello stesso identico sogno ?

Pensai anche, “senza pensare piu’ di tanto”, che forse dovevo andare in quel luogo, dovevo andare da solo e “vivere realmente” quel sogno

Tra domande, dubbi e speranze… pensai anche, che forse era una “chiamata”… Che la “Mamma Celeste” voleva che gli facessi “visita”

E allora sono andato . Sono andato da solo, esattamente come “diceva” e come si “vedeva” nel sogno. E’ stato un bellissimo viaggio !!

Raccontare in poche righe le emozioni che ho provato è molto difficile , ma c’è una cosa che mi ha fatto pensare e riflettere… e che ancora adesso…

Io quel sogno, da allora, non l’ho’ più fatto !! E forse io, forse io… non ero proprio un me “qualunque”… forse io, non ero proprio un me “qualsiasi”…

 


 

Gabbiano di città

Ho sempre pensato che tu appartenessi al mare e che del mare ne fossi il simbolo

Forse uno dei tanti… di certo, quello più seducente… Quello più romantico e affascinante

Quello a cui, insieme al tuo mare, sono state dedicate grandi odi …

Eppure oggi, cammino per le strade, tra piazze e vicoli e quello che vedo… sei tu che “litighi”

Litighi per un pezzo di pane, litighi per mangiare, litighi per “predare”… È la tua natura e niente si può fare…

E mi chiedo, come hai fatto ad arrivare ? Ad arrivare e ad emigrare in “quest’altro” mare ?

In quest’altro mare fatto di cemento, dove lo sporco e l’immondizia… han preso il sopravvento

Nel mio, nostro immaginario, tu sei visto bello e seducente, bello e affascinante ma, anche bello e “sporco”…

E qui, in quest’altro mare, grazie all’uomo, sempre Lui… hai trovato terreno fertile

Ti sei abituato e adagiato a tutto questo e chissà ancora, per quanto tempo, godrai di questo cambiamento ?

Forse la risposta… tra dieci, venti o trent’anni o forse mai… ma io intanto, sento le tue urla e il tuo richiamo e a te gabbiano, con la mente e i ricordi ti “riporto” al tuo mare

A quello, dove da sempre appartieni e che forse, da sempre ne sei il simbolo assoluto

 


 

Come i girasoli

Di te che ami i girasoli, non posso e non voglio pensare, che con il sole non hai nulla a che fare

Il sole che è luce… il sole che è vita… Il sole che è tutto… il sole che invita

Che invita a “vivere” la vita !!

E senza fare più di tanto, la tua anima… in modo semplice, lo rivela e lo grida

Lo capisco sai ? Lo capisco dal tuo sorriso e dai tuoi occhi… Lo capisco dal tuo essere e dal tuo vivere… Lo capisco, perché ti conosco…

Proprio come i girasoli, giorno dopo giorno, “speri” in quella luce… “insegui” quella luce… Quella luce che è tua e che senti tua e che neanche le giornate più ombrate possono coprire

E sei da prendere come esempio

Il tuo sorriso è contagioso… Il tuo fare è contagioso… Il tuo “essere” girasole è contagioso !!

E allora… insegna anche a me ad amare il sole e a vivere la vita…
Anche io, voglio essere come i girasoli ed essere come il “fiore che insegue la luce”…

 


 

Camminando verso Santiago

(versione mini racconto…)

Il Cammino di Santiago de Compostela nasce prevalentemente come un pellegrinaggio . E infatti lo è, lo è sempre stato, lo è diventato. Chi decide di farlo oggi lo fa per i più disparati motivi e anche per i più “disperati “, ma forse questa è un’ altra storia …

C’è chi lo fa, appunto, per fede… C’è chi lo fa perché ama la natura e ama camminare tra sentieri in mezzo a boschi e non solo, respirare aria pulita… C’è chi lo fa perché ama la storia… Tutto il cammino ha una sua storia !! C’è chi lo fa per mettersi alla prova e c’è anche chi lo fa per semplice curiosità. C’è anche chi parte pensando di farlo per un motivo e una volta arrivato a destinazione, tappa dopo tappa…

Sono passati ormai, quasi 13 anni ( ma sembra ieri… ), era l’ottobre del 2009, dal “mio” cammino e ancora oggi, io stesso, non so per quale motivo l’ho fatto, ma so di sicuro il motivo per cui lo rifarei e lo rifaro’… E chissà, forse mi sono già risposto da solo… Di sicuro, mi affascinava e mi affascina ancora, la simbologia del cammino . Tutto il contesto che “gira” intorno al cammino. I motivi di cui sopra, il camminare, zaino in spalla, in un sentiero, tra pianure e colline, salite e discese, sotto il sole e sotto la pioggia . La ricerca di quelle frecce gialle dipinte sulla strada, sui muri, sugli alberi, che ti indicano la via da seguire . La conchiglia, vero e proprio simbolo del cammino e il conoscere e condividere questa esperienza con altre persone, ognuno con il suo motivo e cosa molto importante ognuno con la sua storia . La sua storia personale !! Ognuno aveva una sua storia personale, che ti ritrovavi ad ascoltare la sera, nei vari punti d’incontro, che potevano essere ostelli, locande, trattorie, pub o comunque locali di aggregazione vari.

Ma che faticaccia però… Che tribolazione !!

Io non posso dire di essermi “goduto” il cammino “durante” e quante volte ho pensato di fermarmi… Eppure, eppure andavo avanti con una forza che neanche io sapevo di avere, da dove la prendevo o da dove “arrivava”… eppure… Tutto questo a una media di 22/25 km al giorno !!

Addirittura l’ultima tappa fu di 44 km !!! Ma posso dire di essermi “goduto” il cammino, una volta tornato a casa . Si, perché, quando ripensavo alle fatiche passate e mi “rivedevo” zaino in spalla a camminare e soffrire, la cosa mi faceva stare bene, stramaledettamente bene

Affrontavo le giornate con un piglio e uno spirito a me sconosciuti . Specie alcune giornate …

Ed è così che mi feci una domanda e che a distanza di anni ancora mi faccio…

È FORSE QUESTO IL SEGRETO DEL CAMMINO DI SANTIAGO DE COMPOSTELA ?

(Un ringraziamento particolare va al mio compagno di cammino Walter, con cui ho potuto condividere questa esperienza . Camminavano insieme, ma quante volte camminavamo da “soli”…)