Giovanna Arancio - Poesie, Racconti e Opere

OCCHI NEGLI OCCHI

A mia sorella per la sua delicata presenza ricca di stimoli mai invasivi

 

“ Narcisi del giardino di mio padre” – tempera all’uovo su cartoncino -40X40 cm. -1991

 


 

Si disfano tra le dita

C’è lo specchio quotidiano
Che rimanda al presente
Se si cerca quello dell’animo
Le risposte stanno nello sguardo.

Spesso le emozioni scappano di mano
Con infantili rigide barriere che danno
Un’iillusoria arte che non porta pace.
Eppure siamo nati per sorprenderci,
per restare a bocca aperta
Dentro un’azzurra narrazione.

 


 

“il Mascherone e la sua ombra” – ( parte centrale) – matita su carta) – 54×68 cm. -1999

Il mascherone nell’antichità assolve a diverse funzioni: una di queste consiste nell’assicurare prosperità alla casa e nel contempo augurare benessere all’ospite amico in visita.

 


 

“Vacanze” – tecnica mista su cartoncino – 20X45 cm. – 1993

 


 

Il vecchio fico

Torrida estate. Sì, sono
Tornata alla casa paterna.
Percorro il sentiero che,
-Immagino – conduce nei
Luoghi delle mie magiche
Vacanze, in quell’atmosfera
Fatata che m’avvolgeva
Quand’ero piccola.

Sono cambiata da allora.
Anche il colle ha qualcosa di
Inusuale. Alza la polvere,
Un gruppo di ragazzi in moto.
La terra è secca sotto il sole
Afoso. Un vecchio fico pare
Che mi riconosca, forse, si
Ricorda di me …

 


 

“Autoritratto con spaventapasseri” – lavorazione particolare della tecnica ad olio – 28X37 cm. – 1993

 


 

(Strambotto) – “ Lo spaventapasseri e la bruttona”

Spaventapasseri e bruttona
Fanno un patto solidale,
Van nei prati della zona,
Fanno guizzi niente male.

La coppia gira canta suona,
Piace il duetto originale:
Da quel dì son sempre insieme!
Per gli uccelli della zona
Né più frutto né più seme…

 


 

Tra due balconi

Negli anni cinquanta Torino è diversa dalla città attuale. Il centro storico non è
Ancora ristrutturato e, al di là di esso, la prima cintura di periferia si intreccia e si perde
Fra prati e campi con cascinali dove i contadini vendono il latte di giornata e le verdure
Degli orti. I miei famigliari, però, non hanno tempo di girare in città perché lavorano
Dal mattino alla sera ed io, quando non sono all’asilo, gioco con le figlie dei miei vicini.
Accanto alla nostra porta abita una famiglia di stranieri: lui, alto e imponente, è africano
e incanta i serpenti a porta palazzo, il grande mercato torinese. Lei e’ una donna tedesca
che parla uno stentato italiano ma si fa capire ed è molto gentile. Le due sorelline
Inventano sempre giochi nuovi e insieme stiamo bene, abitiamo proprio nel cuore
Del vecchio centro dove le viuzze sono strettissime e non lasciano filtrare i raggi del sole
Ma io sono abituata e quel grigiore, fa parte della mia vita.
Molti di quei palazzoni corrosi dal tempo sono muniti di lunghi ballatoi, uno per ciascun
piano, e su di essi si aprono le porte dei diversi inquilini che hanno diritto all’accesso ai
servizi igienici in comune. Questo modo di abitare, sebbene sia riservato ai residenti poveri, è un modello accettabile di convivenza e reciproco aiuto perché favorisce rapporti di vicinato, di scambi amichevoli e di lotta alla solitudine per i più anziani.
C’e anche un altro modello abitativo diffuso ed è quello in cui abito io: si tratta di
solito di case di quattro o cinque piani, con due appartamenti per piano e relativo ampio
Pianerottolo. Quest’ultimo e’ ideale per piccoli giochi di movimento che rallegrano tre
bambine ricche di fantasia. Le mie giornate scorrono veloci alla scoperta della città, delle
nuove amiche di gioco, dell’asilo, delle serene serate tra le braccia dei genitori. A me
importa nulla se le ripide scale non siano munite di ascensore e nemmeno mi stupisce
che manchi il termosifone e che il calore mi arrivi attraverso una stufetta a legna.
Anzi, dirò di più: sono contentissima che la nostra facciata abbia, al posto dei balconi
distanziati, delle aperture ravvicinate e chiuse da una bassa inferriata. Questi finti balconi
permettono di toccarsi reciprocamente le mani, di scambiarsi un libro, un giocattolo o
Altro… per noi è bellissimo!!! Abbiamo chiamato questo segreto: “tra due balconi”.
Nel secondo balcone c’e’ il mio più caro amico, va a scuola, forse fa la terza elementare.
E’ grande! Ci vediamo tutti i giorni e ci raccontiamo cosa ci succede, io gli parlo di
cosa provo qui in città e lui mi dice come funziona la sua scuola. Tutto quello che mi
spiega mi rende felice, adesso abbiamo deciso che mi racconterà a puntate il suo libro
Preferito: “I ragazzi della via Pal“. Ogni giorno attendo con ansia l’ora di ritrovo
Per conoscere un nuovo pezzo della storia. Io ho già compiuto quattro anni ma leggo
male e le mie fiabe le conosco a memoria. E’ bellissimo avere un amico che ti ascolta e che ti dice come vive e come pensa. In questi giorni ho provato un piacere speciale nello scoprire cosa è “davvero” il tempo. Prima parlavo del tempo ma non pensavo, non sapevo cosa dire, cosa fosse. L’altra sera mi ha avvertito che doveva assentarsi per poco e mi
chiede di aspettarlo:
“aspettami un attimo sul balcone” mi dice.
lo incalzo.
Quando esce cominci0 a contare.
Conto ma il mio amico non torna. So contare fino a cento, poi ricomincio, conto, riconto.
“ah, eccoti!”
lo interrogo appena lo rivedo, domandandogli con gli occhi. Esasperata.
Mi guarda, poi, con calma, lentamente:
Ho capito. Tempo e pausa…La mia prima lezione sul tempo.
E’ un momento importante per me.

 


 

Si disfano tra le dita

C’è lo specchio quotidiano
che rimanda al presente,
se si cerca quello dell’animo
le risposte sono nello sguardo.

Spesso le emozioni sfuggono di mano
con infantili rigide barriere contro il dolore
e si crea fragile arte che non produce pace.
eppure siamo nati per stupirci, per raccontarci,
per restare a bocca aperta dentro un’azzurra
narrazione.

 


 

Trilogia autunnale

“Settembre ci ha lasciato…”
Un giovane vento
ci accompagna veloce
verso altri profumi,
colori, luci, pensieri.

Sonnecchiano i passeri
l’alba è tardiva e fredda,
gracidano solo le cornacchie
in giardino;
Poi traspare un velato cielo
turchese
Sul piazzale il vociare degli
scolari
copre il primo risveglio degli uccelli.

 


 

Desiderio

Desiderio di aria
di un sole autunnale
tiepido e chiaro
di una china boschiva
che vada incontro
al mare.

 

 

 

Realtà del sogno

Stanza lunare
in punta di piedi
la percorrono
nel silenzio della
notte.

Mi sento leggera
il cielo brilla scuro
sono io il mio regalo
serena, in pace con il
mondo