Dopo terremoto
Squeta na notti a terra trimau
bballannu tutti cosi rruzzulau
palazzi, criesi e monumenti
nterra stramazzarru ntiempu nenti!
Na cava stu paisi addivintau
u basulatu re strati scumminau
ri li maceri nu lamientu nesci
cercannu a luci ma nun c’arrinesci.
N’uomminu fa vuci sdilliniatu
nuddu rrispunni e curri mpazzutu
rormi na matri supra o sò figghiu
si stuta a spranza mori u curagghiu.
Com’è ca ti finiu paisi amatu?
comu nviecciu stancu e malatu
u pinsieri mi cunzuma a menti
picchì amaru ora è u tò presenti.
Dipinto d’autunno
Quando il gelo
rapprende l’aria
e l’ombra spossata
degli alberi
non conforta
più il pellegrino
danza la pioggia
al suono di un violino
sulla assetata terra
carezzando le zolle.
Stormi di uccelli stridono
smaniosi di fuggir lontano
dalla sfumata nebbia
che il sole confonde.
Lieto si trastulla il vento
tra i viottoli dei boschi
trascinando le bizzose
foglie in mulinelli di tinte.
Poi s’allontana
poi torna e le sospende
poi avverso l’abbandona
lungo i viottoli
annullati dall’erba.
L’emigrante
Addio terra amata!
Vado e porto con me i miei monti
la mia campagna assolata e ventosa
il profumo di ogni fiore nell’aria
il mare dove si specchia il cielo.
Addio amore mio!
M’incalza il tempo, vado.
Docile acconsento a lasciarti
correndo per le vie del mondo
cercherò invano di incontrarti.
Vagherò chissà in quali strade
sradicato dai sentieri amati
nuovi orizzonti si apriranno
alle mie illusioni e speranze.
Invade la paura il mio cuore
affondo le mani in tasca
scorre lentamente il sudore.
Pensando al tuo sorriso
ritroverò il coraggio
in cerca di un paradiso
riprenderò il mio viaggio.
Il mare
Spumeggiante distesa di sfumature,
come assomigli all’uomo!
Ogni tuo mutamento affascina
gli ingenui e frettolosi spettatori.
Il variare del tuo ritmo musicale
a volte assordante e monotono,
a volte melodioso e ingannevole,
rimanda alla mente la tua potenza.
Nella tua sconfinata intimità
nascondi strabilianti segreti,
il cielo incantato piange
infinite lacrime dell’anima!
Radiosa e fluente è la tua libertà,
ma il vento, con le sue forti mani,
arresta il tuo odore nell’aria e,
urlando, vola via inebriato.
La ricetta dell’amore
Ma chi l’ha detto che non posso conquistare
un uomo giusto e farlo innamorare
il mio segreto è una ricetta saporita
la sua fragranza gli cambierà la vita.
Rosolando, combinando
a fuoco lento insaporendo…
Spaghetti vongole ostriche e caviale
aroma intenso di un piatto sensuale.
Rosolando, combinando
a fuoco lento insaporendo…
Aggiungerò amore e tenerezza
peperoncino musica e dolcezza.
Rosolando, combinando
a fuoco lento insaporendo…
Quel profumo pizzica il suo cuore
eccitando l’appetito dell’amore.
Rosolando, combinando
a fuoco lento insaporendo…
Si sprigiona un odore provocante
come un ballo lento e seducente.
Rosolando, combinando
a fuoco lento insaporendo…
Un buon vino il tutto innaffierà
ed ebbro d’amore lui mi bacerà.
Poeticando
Ritaglio le parole
per farne poesia
smaniosa di narrare
amore e frenesia.
Scandaglio la memoria
catturo dei ricordi
antiche primavere
rivedo negli sguardi.
Coriandoli di luce
parentesi d’amore
emergono dal nulla
frugando nel mio cuore.
Intessere una tela
di armoniche emozioni
un bandolo di seta
dipana le passioni.
Ristoro il mio presente
tuffata nel passato
e sbriciolo quel fiore
tra pagine schiacciato.
Beata melodia
di un sogno mai sopito
balena nella mente
e ti lascia stupito.
ILLUSIONI
Quando
in un tempo di dolci chimere
sospinto in giochi di luce
il mare annegava le onde dorate,
un’antica melodia vagava
imperlata di gocce di stelle,
parlando di rose e d’amore
spargendo profumo di vita.
Quando
quel tempo di illusioni
si sciolse in attese deluse
sospese tra nuvole nere,
raffiche di vento trascinarono
lontano orizzonti sognati
percorsero i viali del cuore
disperdendo foglie ingiallite.
Ora
ricadono le mani in grembo
stringendo frammenti d’amore.
Non è facile
E dire che pensavo fosse facile
invece ti chiedevo l’impossibile
rivivere a queste condizioni
quei giorni densi di emozioni.
Sdraiato sul divano a ciondolare
mi guardi e mi lasci domandare
ti chiedo un sorriso o una bugia
seccato tu mi lasci andare via.
Distratto allontani ogni carezza
cancelli ogni piccola certezza
senza senso adesso è la mia vita
non t’importa se senti che è finita.
Sentire sulla pelle il tuo calore
rimuovere dall’anima il dolore
correre via lontano dal mondo
insieme a te almeno un secondo.
La notte copre di malinconia
l’amore che hai fatto andare via
fuggo lontano ma senza paura
comincia ora una nuova avventura.
Le parole
Suoni di ghiaccio
sciolti dai raggi del sole
come pioggia cadono nella mente.
L’anima li accoglie
elaborando spartiti
che scandisce e
trasfigura.
Zampillano nel mondo
con il nostro sentire
e nascono le parole.
Carezzandole la mano
le accorda
creando segni immortali
su una pagina
e dona loro l’essenza.
MONOLOGO
Pagine di spuma
Seduta su uno scoglio, stringendo fra le mani quella lettera, fisso il mare.
E’ come se fissassi pagine di spuma che narrano di sogni, di passioni e di grandi delusioni. Misteriosi messaggi che devo decidermi a leggere per aprire la mente e l’animo a nuove narrazioni.
Dove sono finiti i miei sogni? Angosce e disillusioni li hanno cacciati su pericolose pendenze e così, rotolando fino al mare, si sono inabissati. Eccoli lì, sul tuo fondale a vagare tra flutti, insaporiti di sale fino a quando, sospinti dalla corrente, giungono alla battigia dove il sole li mescola ai toni dorati del cielo che mi abbaglia con un gioco d’immagini. Sogni, illusioni, speranze, fantasie, una volta mi spingevano a navigare ed io, correggendo spesso la rotta, scuotevo il mio torpore.
Il rumore delle ondate che s’infrangono sulla spiaggia deserta e assolata fa da sottofondo al mio vagare mentre un turbamento che assomiglia a qualcosa che non ha contorni, scuote l’anima e il corpo.
Vorrei tuffarmi in quel mare azzurro sempre più luminoso
riportando in vita quella voglia di andare verso nuovi orizzonti ed arrestarmi solo quando, stremata ed appagata, ti ritrovo .
Sullo sfondo un paese silenzioso sotto il sole a picco, dove finestre socchiuse riescono a schermare la vita che scorre in quelle case. La testa mi si riempie di fantasie.
Quante volte sono rimasta a pensare a quelle feste sulla spiaggia attorno ad un improvvisato falò a mangiare pesce cotto sulla brace e a bere birra, esaltati da un canto accompagnato da una chitarra. Feste che celebravano l’amore fatto di sguardi arditi e baci rubati, ballando danze primitive su quegli scogli piatti che formavano una bella terrazza sul mare. Lui cantava e suonava, seduto al mio fianco a gambe incrociate ed io battevo il tempo sulle ginocchia, senza riuscire a guardarlo. Poi all’improvviso mi prendeva per mano e correndo verso il mare, ci tuffavamo. Senza pensarci, in uno slancio furioso, nuotavamo l’una accanto all’altro per ritrovarci infine stretti in un abbraccio, colmi d’amore.
Penso a quanto malinconico fosse il ritorno alla volta del paese ancora addormentato. Il bisogno di contatto ci faceva camminare accostati ma barcollanti e, ridendo e inciampando, si andava verso casa.
Quella notte, mentre cercavo di ripulirmi i piedi dalla sabbia seduta sul marciapiede, mi disse che andava via. Lo guardavo stupìta parlare ad occhi bassi, sconvolta da pensieri e sensazioni ascoltavo la sua voce che assomigliava al ronzìo di insetti fastidiosi. Che fosse ancora accanto a me e non fosse già svanito come un sogno? Mi chiedevo se lo avrei più rivisto, se …Un abbraccio, un saluto, una promessa ed io che cercavo di aggrapparmi a quelle lacrime per testimoniare la mia disperazione, ma lui era già distante.
Le braccia abbandonate lungo i fianchi, le gambe molli, senza più la forza di andare avanti, gli occhi annegati in quel sogno che fuggiva, mi ritrovai sola, con le mani fredde e il cuore in frantumi.
Solamente ricordi restavano tra le mie braccia vuote e l’eco di quel canto che ancora oggi torna alla mente a riportarmi quel volto amato.
Tanto tempo non è bastato per cancellare quel sogno ingenuo e delicato e poi…una lettera, aperta distrattamente una mattina mentre esco da casa che rallenta i miei battiti e arresta i miei passi. E’ lui che ritorna, che mi cerca come fosse passato solo un giorno, un anno da quando se ne è andato lasciando aperta una porta alla speranza che falsamente mi scrutava.
L’ansia attanaglia il mio cuore. Quello che avevo sognato e desiderato per tanto tempo ora mi confonde e mi fa paura. Mi chiedo se ritrovarci sia possibile o sarebbe ancora un altro errore. Mi viene in mente che ho sempre immaginato un nostro incontro, ma adesso provo a pensare a tanti modi per venirne fuori, senza fare ulteriori danni al mio fiducioso cuore. Quale impulso lo ha spinto a cercarmi? Cosa spera io possa ancora donargli se il tempo passato ha segnato su di me solchi e segni indelebili che non amo esibire.
Torno a fissare il mare, come in cerca d’aiuto. Mi alzo e cammino incontro alle onde fino a bagnarmi i piedi. La sensazione che mi regala il contatto con l’acqua, mi da un brivido che fa luce nel mio cuore e apre la mia mente. Adesso comincio a leggere su quelle pagine di spuma distrattamente, senza paura ne rimpianti. Quei messaggi non mi appartengono più. Infine corro sulla spiaggia avanti e indietro girando lo sguardo a destra e a manca fino a quando una grande stanchezza manda segnali al mio cuore. Lentamente mi lascio andare sulla sabbia e poi strappo quella lettera dimenticata tra le mie mani, liberando mille farfalle al vento che si uniscono al volo dei gabbiani.