Giovanna Piranio - Poesie

Dopo terremoto

 

Squeta na notti a terra trimau

bballannu tutti cosi rruzzulau 

palazzi, criesi e monumenti

nterra stramazzarru ntiempu nenti!

Na cava stu paisi addivintau

u basulatu re strati scumminau

ri li maceri nu  lamientu nesci

cercannu a luci ma nun c’arrinesci. 

N’uomminu fa vuci sdilliniatu

nuddu rrispunni e curri mpazzutu

rormi na matri supra o sò figghiu

si stuta a spranza mori u curagghiu.

Com’è ca ti finiu paisi amatu?

comu nviecciu stancu e malatu 

u pinsieri mi cunzuma a menti

picchì amaru ora è u tò presenti.



Dipinto d’autunno

 

Quando il gelo 

rapprende l’aria

e l’ombra spossata

degli alberi 

non conforta 

più il pellegrino

danza la pioggia

al suono di un violino

sulla assetata terra 

carezzando le zolle.  

Stormi di uccelli stridono 

smaniosi di fuggir lontano 

dalla sfumata nebbia 

che il sole confonde.

Lieto si trastulla il vento

tra i viottoli dei boschi

trascinando le bizzose 

foglie in mulinelli di tinte.

Poi  s’allontana

poi torna e le sospende  

 poi  avverso l’abbandona 

lungo i viottoli 

annullati dall’erba. 


 

L’emigrante

 

Addio terra amata!

Vado e porto con me i miei monti

la mia campagna assolata e ventosa

il profumo di ogni fiore nell’aria

il mare dove si specchia il cielo.

Addio amore mio!

M’incalza il tempo, vado.

Docile acconsento a lasciarti

correndo per le vie del mondo

cercherò invano di incontrarti.

Vagherò chissà in quali strade

sradicato dai sentieri amati

nuovi orizzonti si apriranno

alle mie illusioni e speranze.

Invade la paura il mio cuore

affondo le mani in tasca

scorre lentamente il sudore.

Pensando al tuo sorriso

ritroverò il coraggio

in cerca di un paradiso

riprenderò il mio viaggio.


 

 

Il mare

 

Spumeggiante distesa di sfumature,

come assomigli all’uomo!

Ogni tuo mutamento affascina 

gli ingenui e frettolosi spettatori. 

 

Il variare del tuo ritmo musicale

a volte assordante e  monotono,

a volte melodioso e ingannevole, 

rimanda alla mente la tua  potenza.

 

Nella tua sconfinata intimità 

nascondi strabilianti segreti, 

il cielo incantato piange

infinite lacrime  dell’anima!

 

Radiosa e fluente è la tua libertà, 

ma il vento, con le sue forti mani, 

arresta il tuo odore nell’aria e,

urlando, vola via inebriato.


 

La ricetta dell’amore

 

Ma chi l’ha detto che non posso conquistare

un uomo giusto e farlo innamorare

il mio segreto è una ricetta saporita

la sua fragranza gli cambierà la vita.

Rosolando, combinando 

a fuoco lento insaporendo…

Spaghetti vongole ostriche e caviale

aroma intenso di un piatto sensuale.

 Rosolando, combinando  

a fuoco lento insaporendo…

Aggiungerò amore e tenerezza

peperoncino musica e dolcezza.

Rosolando, combinando 

a fuoco lento insaporendo…

Quel profumo pizzica il suo cuore 

eccitando l’appetito dell’amore.

Rosolando, combinando 

a fuoco lento insaporendo…

Si sprigiona un odore provocante  

come un ballo lento e seducente.

Rosolando, combinando 

a fuoco lento insaporendo…

Un buon vino il tutto innaffierà

ed ebbro d’amore lui mi bacerà.


 

Poeticando

 

Ritaglio le parole

per farne poesia

smaniosa di narrare 

amore e frenesia.

Scandaglio la memoria 

catturo dei ricordi

antiche primavere 

rivedo negli sguardi.

Coriandoli di luce 

parentesi d’amore 

emergono dal nulla 

frugando nel mio cuore.

Intessere una tela 

di armoniche emozioni 

un bandolo di seta 

dipana le passioni.

Ristoro il mio presente 

tuffata nel passato

e sbriciolo quel fiore 

tra pagine schiacciato.

Beata melodia 

di un sogno mai sopito

balena nella mente 

e ti lascia stupito.


 

 

ILLUSIONI

 

Quando 

in un tempo di dolci chimere

sospinto in  giochi di luce

il mare annegava le onde dorate,

un’antica melodia vagava 

imperlata di gocce di stelle,

parlando di rose e d’amore 

spargendo profumo di vita.

Quando

quel tempo di illusioni 

si sciolse in attese deluse

sospese tra nuvole nere,

raffiche di vento trascinarono

lontano orizzonti sognati 

percorsero i viali del cuore

disperdendo foglie ingiallite.

Ora 

ricadono le mani in grembo

stringendo frammenti d’amore.


 

Non è facile

 

E dire che pensavo fosse facile

invece ti chiedevo l’impossibile

rivivere a queste condizioni

quei giorni densi di emozioni.

 

Sdraiato sul divano a ciondolare

mi guardi e mi lasci domandare

ti chiedo un sorriso o una bugia   

seccato tu  mi lasci andare via.

 

Distratto allontani ogni carezza

cancelli ogni piccola certezza 

senza senso adesso è la mia vita

non t’importa se senti che è finita.

 

Sentire sulla pelle il tuo calore

rimuovere dall’anima il dolore

correre via lontano dal mondo

insieme a te almeno un secondo.

 

La notte copre di malinconia

l’amore che hai fatto andare via  

fuggo lontano ma senza paura 

comincia ora una nuova avventura.


 

Le parole

 

Suoni di ghiaccio

sciolti dai raggi del sole

come pioggia cadono nella mente.

 

L’anima li accoglie

elaborando spartiti

che  scandisce e

trasfigura.

 

Zampillano nel mondo

con il nostro sentire

e nascono le parole.

 

Carezzandole la mano

le accorda

creando segni immortali

su una pagina

e dona loro l’essenza.


MONOLOGO

 Pagine di spuma

 

Seduta su uno scoglio, stringendo fra le mani quella lettera, fisso il mare. 

E’ come se fissassi pagine di spuma che narrano di sogni, di passioni e di grandi delusioni.  Misteriosi messaggi che devo decidermi a leggere per aprire la mente e l’animo a nuove narrazioni. 

Dove sono finiti i miei sogni? Angosce e disillusioni li hanno cacciati  su pericolose pendenze e così, rotolando fino al mare, si sono inabissati. Eccoli lì, sul tuo fondale a vagare tra flutti,  insaporiti di sale fino a quando, sospinti dalla corrente, giungono alla battigia dove il sole li mescola ai toni dorati del cielo che  mi abbaglia con un gioco d’immagini. Sogni, illusioni, speranze, fantasie, una volta mi spingevano a navigare ed io, correggendo spesso la rotta, scuotevo il mio torpore.

Il rumore delle ondate che s’infrangono sulla spiaggia deserta e assolata fa da sottofondo al mio vagare mentre un turbamento  che assomiglia a qualcosa che non ha contorni, scuote l’anima e il corpo.

Vorrei tuffarmi in quel mare azzurro sempre più luminoso

riportando in vita quella voglia di andare verso nuovi orizzonti ed arrestarmi solo quando, stremata ed appagata, ti  ritrovo . 

Sullo sfondo un paese silenzioso sotto il sole a picco, dove finestre socchiuse  riescono a schermare la vita che scorre in quelle case. La testa mi si riempie di fantasie.

Quante volte sono rimasta a pensare a quelle feste sulla spiaggia attorno ad un improvvisato falò a mangiare pesce cotto sulla brace e a bere birra, esaltati da un canto accompagnato da una chitarra. Feste che celebravano l’amore fatto di sguardi arditi e baci rubati, ballando danze primitive su quegli scogli piatti che formavano una bella terrazza sul mare. Lui cantava e suonava, seduto al mio fianco a gambe incrociate ed io battevo il tempo sulle ginocchia, senza riuscire a guardarlo. Poi all’improvviso mi prendeva per mano e correndo verso il mare, ci tuffavamo. Senza pensarci, in uno slancio furioso, nuotavamo l’una accanto all’altro per ritrovarci infine stretti in un abbraccio, colmi d’amore.

Penso a quanto malinconico fosse il ritorno alla volta del paese ancora addormentato. Il bisogno di contatto ci faceva camminare accostati ma barcollanti e, ridendo e inciampando, si andava verso casa. 

Quella notte, mentre cercavo di ripulirmi i piedi dalla sabbia seduta sul marciapiede, mi disse che andava via. Lo guardavo stupìta parlare ad occhi bassi, sconvolta da pensieri e sensazioni  ascoltavo la sua voce che assomigliava al ronzìo di insetti fastidiosi. Che fosse ancora accanto a me e non fosse già svanito come un sogno? Mi chiedevo se lo avrei più rivisto, se …Un abbraccio, un saluto, una promessa ed io che cercavo di aggrapparmi a  quelle lacrime per testimoniare la mia disperazione, ma lui era già distante.

Le braccia abbandonate lungo i fianchi, le gambe molli, senza più la forza di andare avanti, gli occhi annegati in quel sogno che fuggiva, mi ritrovai sola, con le mani fredde e il cuore in frantumi.

Solamente ricordi restavano tra le mie braccia vuote e l’eco di quel canto che ancora oggi torna alla mente a riportarmi  quel volto amato.

Tanto tempo non è bastato per cancellare quel sogno ingenuo e delicato e poi…una lettera, aperta distrattamente una mattina mentre esco da casa che rallenta i miei battiti e arresta i miei passi. E’ lui che ritorna, che mi cerca come fosse passato solo un giorno, un anno da quando se ne è andato lasciando aperta una porta alla speranza che falsamente mi scrutava.

L’ansia attanaglia il mio cuore.  Quello che avevo sognato e desiderato per tanto tempo ora mi confonde e mi fa paura. Mi chiedo se ritrovarci sia possibile o sarebbe ancora un altro  errore. Mi viene in mente che ho sempre immaginato un nostro incontro, ma adesso provo a pensare a tanti modi per venirne fuori, senza fare ulteriori danni al mio fiducioso cuore. Quale impulso lo ha spinto a cercarmi? Cosa spera io possa ancora donargli se il tempo passato ha segnato su di me solchi e segni indelebili che non amo esibire.

Torno a fissare il mare, come in cerca d’aiuto. Mi alzo e cammino incontro alle onde fino a bagnarmi i piedi.  La sensazione che mi regala il contatto con l’acqua, mi da un brivido che fa luce nel mio cuore e apre la mia mente. Adesso comincio a leggere su quelle pagine di spuma distrattamente, senza paura ne rimpianti. Quei messaggi non mi appartengono più. Infine corro sulla spiaggia avanti e indietro girando lo sguardo a destra e a manca fino a quando  una grande stanchezza manda segnali al mio cuore. Lentamente mi lascio andare sulla sabbia e poi strappo quella lettera dimenticata tra le mie mani, liberando mille farfalle al vento che si uniscono al volo dei gabbiani.