Giovanna Russoniello - Poesie

 Burattini erranti

 

Sfiorano i corpi,

dei burattini erranti

le mille favole azzurre

di cieli nascosti.

Si poggiano,

le cadenti lacrime

come pagine di vetro

recanti scritte audaci

di desideri perduti.

Come era piccolo,

quel sogno proibito

degli anni trascorsi,

nell’azzurro mare

dei giochi lontani.


Il Giocoliere

 

Cerco i colori nelle luci del porto,

simile a presagio di un colore sbiadito,

le labbra serrate contro il vento 

di un rimorso perdente e vano.

 

Cerco l’acqua, non più gocce di sale

ma forza leggera di infanzia,

delle tenere radici profonde

di una terra amica.

 

Io giocoliere di alghe afferrate,

come in un cerchio di luna calante,

alzo le mani libere .

Di stelle ed affanni. 


Mi vestirò da re

 

Mi vestirò da re,

quando ti pregherò

di incontrarti ancora,

quando nel tuo sguardo

gli audaci cavalieri

da me mandanti

 di timido coraggio,

ti avranno spiato il cuore.

 

Ti riceverò, con in mano

uno specchio parlante

a svelarti il  segreto

di una luna  lontana.

Così mi parlerai,

ed io noncurante

mi vestirò di te.


Notte siriane

 

Gridate alle stelle

lacrime svendute

e rese nulle dai venti

impietosi e pungenti.

Vestitevi di ricordi

antichi come calzari

piatti e consunti,

e di orizzonti lontani.

Verrà la memoria 

a ricamare vestiti 

di diamanti lucenti,

nelle notti lunghe

di nostalgiche allegrie,

come di musica lontana

di vecchi violini dimenticati.

Gridate ora, di parole vuote

ma evocanti preghiere

di muti perdoni,

e impietosi morsi 

di denti feriti.

Quando con colori solitari

sui fiori d’Oriente,

sfiorerà le menti

il tempo infinito,

di infiniti rimorsi.                                                                              


Ti ricorderai di me

 

Ti ricorderai di me, dei sassi lanciati

nel mare notturno delle favole,

quando incredula, ti ho raccolto

sulle dimenticate spiagge,

da orme solitarie calpestate

in attesa degli occhi tuoi,

come un’anima amica

che parla sottovoce

per non ferirti il cuore.

Ti ricorderai di me,

delle mie parole inventate

dei rintocchi di campane,

nel sole tramontato del Sud,

e dei fiori lucenti di irreali colori,

lasciati ad asciugare sui tetti.

Mi ricorderò ancora di te,

quando mi spiavi gli occhi

in cerca di fortuna,

e mi toccavi i fianchi

con fantasie di antiche danze.

Ora confondi i tanti volti

che ti scrutano l’anima

della tua coscienza pigra.

E ricorderemo insieme

le tante parole mute

lasciate su labbra dischiuse,

di questo nostro dimenticato amore.


Valzer d’inverno

 

Il valzer dell’inverno

al rintocco di campane ansiose,

sollevò il velo di stupore

del pianto nascosto,

nel fondo degli occhi

e dai denti irriso,

come petali di coraggio.

Nacque al ciglio di un’estate

la nuova inquietudine,

presto dimenticata,

 di ragazza ballerina.

Il valzer mutò i colori,

scoloriti del circo,

e tutto ridivenne

tacita pazienza.


Verrà  Natale

 

Verrà ancora Natale,

ad imbrunire gli occhi

con ricordi del tempo rimpianto.

Quello di illuminate stelle

non più di desideri cadenti

ma di vecchie cornamuse

di bocche trasferite,

che accarezzano nel mondo

le menti degli uomini, 

nella notte dei pastori.

Nella scia luminosa

di invocati ricordi, rivivrò

storie antiche di incredula speranza,

come di vecchia foto ingiallita,

o coraggiosa e fragile memoria

di volti familiari e luoghi

abbandonati e mai dimenticati.

Rivivrò di lontane note  i canti,

 e delle allegre alleanze

i giochi magici dei numeri

consumati e ripetuti.

Verrà ancora Natale,

ad addolcire la coscienza

 verso gli orizzonti lontani,

che colorano il desiderio 

 di una ritrovata felicità.