Giovanni Battista Savona - Poesie

Inferno

 

Giungono fin da me parole sussurrate dal vento in una lacrima,

vi rimane l’ombra incatenata nell’oblio 

dove colui che vi risiede non ha più ritorno, 

ormai stanco delle sue battaglie si rassegna

lì, dove regna la beata solitudine infranta da quella lacrima rinchiusa 

la sua stessa ombra e  dove nei suoi

occhi dimorava

la realtà del profondo nero della terra fredda.


Materia

 

Anime nate come fantasmi perversi, ammalati 

della stessa esistenza mutata da paradossi equilibri di pura follia.

Distorta dall’immagine materna,

la sola responsabile della stessa materia

di una matita consumata da un foglio di carta 


Luna

 

Occhi da mondi diversi

Onde l’oscurità riflette.

Incanti di luce profonda

attraversandone   

i tuoi volti immensi

Ove  il tuo eco

inoltra lamenti,

dal qual candor 

produce toccandone

L’animo umano.


La prima potenza e le sette

  Allucinazioni

   “ Lucifero, Ose 

 

Vi furon tempi ove gli uomini celavano dietro ad armamenti tendendo  le loro spade sui fianchi come marmi giudicandone il bene col male onde le tenebre oscuravano le ragioni per un bene supremo contraddicendone la propria fede in un Dio per se stessi il sol per nascondere el santus gradalis protraendosi sulla tomba di colei che fu condannata al rogo là  dove le battaglie inalzaron stendardi di immagini sacre “Matrem Filiorum Laetantem” fu la ecclesia avente coperto demoni per traviarne sfoggiandone l’altissimo cifixuscru su mura nascondendosi dietro oscuri inganni , per imporvi credenze popolari debebun esse revelatis misfatti in nomine domino. 


Afrodite.

 

Il mio cuore freme ed esulta, dove le tue acque gemono in fiore alla mia avvenuta il tuo profumo inebria le mie menti le quali spumeggiano nel tuo candido seno tu sei l’immagine virtuosa , protettrice delle terre sacre che ci unisce fino alla fine dei tempi, dove colui sacro si confonde con colei profana.

O mia dea io ti onoro per avermi concepito nel tuo ventre dove le mie radici affondano nel tuo terreno .

Tu sei il maestrale che scuote la vita mia, madre di tutte le madri nata dal mare ,per mezzo di Marte .


L’infinito.

 

Il tuo nome rappresenta l’ obliquo, la chiave matematica moderna dell’eternità tu sei, il significato di perfezione il tuo flusso vitale costante , rappresenta l’equilibrio maschile , femminile appari nei simboli dei mistici raffiguri la serie scolpita dai celtici riproduci il divino serpente tu sei , l’ottava nota dinamica e chimica dell’essere supremo creatore abbracci la capacità degli scetoologi che non credono nella reincarnazione ma sono convinti di aver avuto vite passate. 


Riscatti delle anime:

 “ Dagli inferi”

 

Or se tu che favelli gli immensi universi disturbati dal mio non sentir le tue parole  i quali inducon protezione da eventi futuri ove le unioni si intersecano tra le vie lattee giungendovi nella tetra oscurità attraendovi negli abbandoni tra pesi morenti lasciati alla deriva dove vi son fiumi. 

Che vi si attendon nei loro letti i vostri corpi  depositati per pagarne tributi fra passaggi dei condannati che varcan le soglie attraversando  mar neri per mezzo di imbarcazioni aventi le morti incatenate tra gli emisferi dove vi si attendon condanne su cui le devastazioni son lor stessa sorte squotendone l’intera esistenza , aspettandovi colui che ve ne  paghi il peso in oro per esser liberi. 


Gli antichi e i loro miti.

 

Vi furon tempi , dove le leggende solcavano gli oceani e le navi affondavano nelle profondità abissali dell’oscura  notte dove le divinità più sinistre proclamavano vendetta amagliando col loro canto i viandanti conducendoli alla morte attraverso il maledetto triangolo del diavolo affronte vi si narra che vi erano campi magnetici come buchi neri nello spazio che attragono tutto  ciò che e energia per rinascere in nuova vita . 


Ebrezza

 

Risalgo le tue ripide salite ,

dove le tue vette sono infinite , sfiorando  il celo con un dito .

Confondendosi con l’infinito 

Fumi appaiono dall’alto,  come nubi che si condensano prima della tempesta mentre la quiete risveglia i tuoi giganti che abbracciano il tuo terreno rendendolo saldo .

Accompagnando la libertà nel suo volo nell’aldilà .


Miraggio

 

Mi trovai per rimpianto alle ciglia del muro del vanto ,

dove si odono lamenti di voci strazianti come venti  di costoro che nel cuor portano frammenti di viaggi avuti da aventi 

Sanguinanti dal cammin di loro vita si ritrovarono in una via infinita è rinunziò il pianto del muro del vallo .

Giunsero in vetta ma vennero colpiti da una saetta ,e nessuno vide nessuno .