Al cader delle foglie
Come un soffio di vento,
rallentato, a tratti vorticoso,
scorre la vita,
per ritrovarti, al cader delle foglie,
che guardi indietro e poi avanti,
in attesa ancora del domani,
incerto come un giovane carico di paure,
come foglie secche prossime a cadere
con te.
Cosa manca
Mi manca tutto
o forse niente,
manca il vero buio
o forse la capacità di vedere
la fonte della Luce,
manca saper amare
o forse l’umile grandezza
di consentire d’essere amato
cosi come sono.
Manca trovarmi,
prendermi per mano
con dolcezza
e poi con qualcun altro,
sorridendo all’infinito,
per sempre.
Due pennellate
Due pennellate di bellezza
m’ hanno illuminato il cuore,
sanate le ferite,
risvegliata l’anima.
Due pennellare di bontà
hanno ricordato il senso
di questa corsa forzata,
mai vana.
Due pennellate,
solo due,
di tanto in tanto,
di solo amore,
per continuare ad amare,
vivere,
vivere tutto,
nonostante
Duetti ed assoli
Da quel giorno di una vita fa,
impossibile non cercarti,
possibile solo amarti.
Amarti oltre l’apparenza
di un sentimento di passione,
raccogliere a mani piene l’esistere nostro
solo con dolcezza,
in briciole
di quotidiano insieme,
fatte di tutto,
dove ogni giorno respira
del nostro volo,
disegni nel cielo del tempo,
note di duetti ed assoli,
incrociate in abbracci,
ripartenza ed origine.
Ed è ancora amore
Alla fine della vita
correre non puoi più,
neppure scappare,
non puoi mentire,
non a te,
pervaso da tutto il tuo passato,
ciò che hai vissuto,
ora
che malinconico vedi il futuro qui
prospettiva non tua,
ora
che senti ogni attimo,
anche infimo,
immenso,
solo dono,
ora
che hai compreso
quanto vivere sia stato tutto,
sia tutto.
Alla fine della vita
senti che l’amore è il segreto
e piangi tutto l’amore che manca,
senti il bisogno di dolcezza,
di carezze,
che vorresti,
anche dare.
Alla fine della vita
ritorni all’inizio,
rivedi il percorso,
ti mancano tutti,
manca tutto,
ciò che è stato,
ciò che non è stato.
Alla fine della vita
non puoi che arrenderti,
comprendi la fine,
e ti senti solo,
ora
che sapresti amare intensamente
tutto,
tutti,
ogni attimo,
ora
che ti aggrappi
con ciò che resta di te
alla vita che resta,
ora
libero da farse,
dal conformismo,
da ogni inganno.
Alla fine della vita,
nel tuo morire,
senti intensamente la vita,
speri in Lei,
nell’attimo che segue
e……………
ed è ancora amore.
Nel silenzio
Stanco della voragine, vorticosa e disfacente,
del quotidiano vivere attuale,
ché ognuno corre per conquistar qualcosa,
sicurezza, un domani migliore, perdendo sé;
stanco, sfinito,
compresi il non senso.
Sentii il desiderio di farmi da parte,
sedere fuori dalla mischia,
cercare suoni nuovi,
lasciarmi sovvertire dall’instabilità del poco;
osservare,
riflettere in silenzio,
respirare,
ascoltare dentro e fuori,
nel ritmo del respiro;
reimparando ad incontrare cuori,
per abbracciare e vivere .
Ed iniziai in silenzio ad osservare,
ascoltando l’inascoltato,
senza attese tranne l’oggi.
Nel Suo dire Amore
Siamo silenzio,
con un momento di voce,
che dice di noi,
per sempre.
Siamo occhi,
che possono contemplare
senza fine.
Siamo mani,
che possono accarezzare,
suscitando amore,
in eterno.
Siamo fatica , attesa, dolore e gioia,
in un oggi che ci dà
voce, bellezza e carezze,
per comprendere il Silenzio
nel Suo dire abbracciaMi e vivi.
Passerò oltre
M’accartoccio,
inaridito
davanti al muro cadente
di questa storia
crudele ed artefatta
d’attori vuoti
incapaci d’amare.
Forse passerò oltre
con quanto resta del cuore.
Pianto dentro
Sempre l’affanno
del vivere ogni giorno,
mendicante briciole di gioia,
nella carestia di cuori attorno,
parvenze fosche d’umanita’,
spesso ostili,
perse nei labirinti del nulla,
che fatico a svelare,
ricercando sodali per la libertà
dalle paure che fanno tremare l’esistere,
dalle ferite dell’intimo pianto.
E mi fermo,
sempre più spesso,
con le lacrime in mano,
per pregare,
sentire amore.
Siamo uomini
Siamo uomini,
nulla e tutto,
custodi della sconfitta e della vittoria,
artefici del male e del bene,
destinati alla morte e pure all’impossibile,
capaci fino alla sapienza
che abbraccia la follia buona del coraggio
che genera il possibile nell’impossibile.
Siamo solo uomini,
nulla e tutto,
incansapevoli e piccoli,
eppure capaci di contenere l’immenso
fino a comprenderlo,
così da poter amare
oltre noi stessi,
fino alla morte
che rende vittoriosa la vita.