Giovanni Ferrari - Poesie

Al cader delle foglie

 

Come un soffio di vento,

rallentato, a tratti vorticoso,

scorre la vita,

per ritrovarti, al cader delle foglie,

che guardi indietro e poi avanti,

in attesa ancora del domani,

 

incerto come un giovane carico di paure,

come foglie secche prossime a cadere 

con te.


 

Cosa manca

 

Mi manca tutto

o forse niente,

 

manca il vero buio

o forse la capacità di vedere

la fonte della Luce,

 

manca saper amare

o forse l’umile grandezza

di consentire d’essere amato

cosi come sono.

 

Manca trovarmi,

prendermi per mano

con dolcezza

e poi con qualcun altro,

sorridendo all’infinito,

per sempre.


 

Due pennellate



Due pennellate di bellezza
m’ hanno illuminato il cuore,
sanate le ferite,
risvegliata l’anima.

Due pennellare di bontà
hanno ricordato il senso
di questa corsa forzata,
mai vana.

Due pennellate,
solo due,
di tanto in tanto,
di solo amore,

per continuare ad amare,
vivere,
vivere tutto,
nonostante 


 

Duetti ed assoli



Da quel giorno di una vita fa,
impossibile non cercarti,
possibile solo amarti.

Amarti oltre l’apparenza
di un sentimento di passione,
raccogliere a mani piene l’esistere nostro
solo con dolcezza,

in briciole
di quotidiano insieme,
fatte di tutto,
dove ogni giorno respira
del nostro volo,

disegni nel cielo del tempo,
note di duetti ed assoli,
incrociate  in abbracci,
ripartenza ed origine. 


 

Ed è ancora amore

 

 

Alla fine della vita

correre non puoi più,

neppure scappare,

non puoi mentire,

non a te,

 

pervaso da tutto il tuo passato,

ciò che hai vissuto,

ora 

che malinconico vedi il futuro qui

prospettiva non tua,

 

ora

che senti ogni attimo,

anche infimo,

immenso,

solo dono,

 

ora

che hai compreso

quanto vivere sia stato tutto,

sia tutto.

 

Alla fine della vita

senti che l’amore è il segreto 

e piangi tutto l’amore che manca,

 

senti il bisogno di dolcezza, 

di carezze,

che vorresti,

anche dare.

 

Alla fine della vita

ritorni all’inizio,

rivedi il percorso,

ti mancano tutti, 

manca tutto,

ciò che è stato, 

ciò che non è stato.

 

Alla fine della vita

non puoi che arrenderti,

comprendi la fine,

e ti senti solo,

 

ora 

che sapresti amare intensamente

tutto, 

tutti, 

ogni attimo,

 

ora 

che ti aggrappi 

con ciò che resta di te

alla vita che resta,

 

 

ora

libero da farse,

dal conformismo,

da ogni inganno.

 

Alla fine della vita,

nel tuo morire,

senti intensamente la vita,

speri in Lei,

nell’attimo che segue

e……………

ed è ancora amore.


 

 

Nel silenzio

 

 

 

Stanco della voragine, vorticosa e disfacente,

del quotidiano vivere attuale,

ché ognuno corre per conquistar qualcosa,

sicurezza, un domani migliore, perdendo sé;

stanco, sfinito,

compresi il non senso.

 

Sentii il desiderio di farmi da parte,

sedere fuori dalla mischia,

cercare suoni nuovi,

lasciarmi sovvertire dall’instabilità del poco;

 

osservare,

riflettere in silenzio,

respirare,

ascoltare dentro e fuori,

nel ritmo del respiro;

reimparando ad incontrare cuori,

per abbracciare e vivere .

 

Ed iniziai in silenzio ad osservare,

ascoltando l’inascoltato,

senza attese tranne l’oggi.


 

Nel Suo dire Amore

 

 

Siamo silenzio,

con un momento di voce,

che dice di noi,

per sempre.

 

Siamo occhi,

che possono contemplare

senza fine.

 

Siamo mani,

che possono accarezzare,

suscitando amore,

in eterno.

 

Siamo fatica , attesa, dolore e gioia,

in un oggi che ci dà 

voce, bellezza e carezze,

per comprendere il Silenzio

 

nel Suo dire abbracciaMi e vivi.


 

 

Passerò oltre 

 

M’accartoccio, 

inaridito

davanti al muro cadente

di questa storia

crudele ed artefatta

d’attori vuoti

incapaci d’amare. 

 

Forse passerò oltre

con quanto resta del cuore.


 

Pianto dentro

 

Sempre l’affanno

del vivere ogni giorno,

mendicante briciole di gioia,

nella carestia di cuori attorno,

 

parvenze fosche d’umanita’,

spesso ostili,

perse nei labirinti del nulla,

che fatico a svelare,

ricercando sodali per la libertà

dalle paure che fanno tremare l’esistere,

dalle ferite dell’intimo pianto.

 

E mi fermo,

sempre più spesso,

con le lacrime in mano,

per pregare, 

sentire amore.


 

Siamo uomini

 

Siamo uomini,

nulla e tutto,

custodi della sconfitta e della vittoria,

artefici del male e del bene,

destinati alla morte e pure all’impossibile,

capaci fino alla sapienza 

che abbraccia la follia buona del coraggio

che genera il possibile nell’impossibile.

 

Siamo solo uomini,

nulla e tutto,

incansapevoli e piccoli,

eppure capaci di contenere l’immenso

fino a comprenderlo,

 

così da poter amare

oltre noi stessi,

fino alla morte

che rende vittoriosa la vita.