ONIRISMI
TRAMONTO SU ENTRACQUE
Briciole di nervosa luce
stillano nostalgiche nuvole
d’un carezzevole sole assente.
Ombre d’eterno s’allungano
tra ieratiche agitate forme
di montagnose vette senza tempo.
Aquila giunta dagli abissi
d’infiniti spazi uccisi dal tramonto
mira la preda d’un destino avaro.
Silenzi s’espandono sulle tombe
di passati d’amori e lacrime
nell’attesa dell’eterna condivisione.
Valle oscura scivola nell’assenza
indefinita dell’atemporale senso
della vita che dona e si riprende.
IL SILENZIO DEL DOLORE
Dei tuoi silenzi mi prenderò cura
fino a quando ci sarà primavera
per occhi incantati dallo sguardo
di un’anima dal ciel caduta.
Anche se prigioniero il corpo è
d’un ignoto e malvagio destino
la mia mente sarà la tua chiave
che aprirà il cuore impietrito.
Nella mano stretta ti darò l’eternità
per quanto infinita sia la distanza
che separa il mare dallo stellato cielo
abbracciati nella linea dell’orizzonte.
Pianto antico ho trasformato
in rugiada che margherita porge
al primo sole d’autunno
che l’estate non vuol lasciare.
NOTTURNA VISIONE
Sorge il pallido astro
sui pensieri sofferti
d’una vita immaginata.
Sprazzi di ricordi
brillano nel cielo
della tenebra interiore.
Un sentiero arcano
alla grotta oscura
del cuore conduce.
Celano le viscere del mistero
le parole non proferite
dell’ inconfessato segreto.
Un vortice di lacrime
s’insinua tra gli anfratti
della quotidiana pena.
Il lago della rovina affiora
con placido scroscio
dagli abissi del rimorso.
La fredda superficie
bacia la selene silente
indifferente alla sorte.
Luminescente volto s’avanza
tra le nebbie del tempo
ad illuminare il vuoto.
Compassionevole sguardo
l’anima smarrita trafigge
senza voltarsi indietro.
Come aquila al nido
s’eleva la donna in alto
nella notte senza pace.
ODI ET AMO
Frondeggi contorto
coi tuoi amari fiori
d’amor disperato.
Foglie aperte al cielo
carezze implorano
che alcuno porge.
Velenosa la bellezza
del bianco germoglio
odorante d’aridità.
Tra la tua chioma
s’è accasciata l’estate
che scalda con languore.
Odio ed amore
susciti nel cuore
con indifferente voluttà.
FILO ROSSO
Si desta vespero all’orizzonte
dove il sole luna abbandona
e placido mare onde allunga
in silenzioso sogno ch’avanza.
Filo rosso nella tenebra sospira
ad unir con aurea mistica
i due cieli lontani ma vicini
che crepuscolo in amplesso muta.
Ombre di lontane vette
dall’altra parte s’allontanano
a rincorrere destini prematuri
da immateriali sensi trattenuti.
Intrecci d’emozioni silenti
la vista allietano dell’infinito
dove anima colpa trascina
alla deriva del perduto sogno.
LA BARRICATA DEL DESTINO
Tra i gemelli il suo viso contemplo
come sole che tra nuvole sparisce
nell’opaco cielo dell’anima mia
dove ogni attimo sempre risorge.
Siam vissuti su diversi lati della vita
ma allo stesso modo ci doniamo
tra le stelle danzando l’eternità
sul verde prato oltre la barricata.
Abbiamo fatto l’amore in terra desolata
dove i sogni fioriscono di notte
e le cicatrici del destino appassiscono
alla luce della luna dei desideri.
FIORE DI MAGGIO
Nato dove sorgon le viole
ove tramuta in verso
le impronunciate parole.
Un grande cuore è riemerso
dal mare profondo dell’estasi
dove lo sguardo s’è perso.
Una scogliera per tuffarsi
nel tempo dei lontani anni
nel silenzio sembra farsi.
S’oscura la luna degli inganni
dietro alle nuvole dei miracoli
che portan via gli affanni.
Spazza il maestrale gli ostacoli
alla primavera che si desta
su rupe d’erosi spigoli.
Nella dura roccia s’appresta
fiore di maggio ad incontrare
il ciel che a rimirar s’arresta.
Margherita sembra sognare
tra il nulla ed il tutto sospesa
il doman all’inverso andare.
LE MANI
Intensa commozione suscita immagine,
di mani intrecciate tra fiori in polline.
Come ai tempi di Kronos beati si è,
sognando l’isola che non c’è.
La pietra al padre rende Zeus baro,
forza e intelligenza costringono al Tartaro.
Alice nel paese delle meraviglie l’amor trovò,
un cappellaio matto incontra ma rinunciò.
EMOZIONI
Sussurro lieve scivola nella mente
d’anima trafitta da arcane sensazioni,
nebbia rugiadosa sale lentamente
sulla vetta dei pensieri senza finzioni.
Sguardo assorto contempla l’essenza
dell’ intima comunione di sentimenti,
matita disegna d’un sogno l’assenza
nel dolce vuoto dei ricordi spenti.
Emozioni s’inabissano nelle profondità
dei rimpianti attesi da albe tramontate,
foglia caduta accarezza l’intimità
di pensieri vaganti su colline desolate.
Desiderio di leggiadre margherite
affolla lo spazio d’un tempo definito,
dolorosi silenzi escon dalle ferite
d’un arcobaleno vissuto ma non finito.
Prato verde culla con tenere foglie
immagine d’angelo luminescente,
innocenza giovanile esprime voglie
foriere di promessa evanescente.
Petali bianchi speranza invocano
profezia d’amor fedele segreto,
sciolti capelli fluenti attendono
fior di virtù senza divieto.
LA CATECHISTA
S’anima l’oscuro stanzone
di fresche presenze vocianti
quella mattina per la comunione.
Luce soffusa bacia gli astanti
attorno alla catechista seduti
compunti come tanti santi.
Tenue voce tra i convenuti
s’espande come carezza
che conforta gli attimi perduti.