Giuliana Ponzano - Poesie

 

 

 

 

 

 

La poesia dell’amante

Seduta sulle tue ginocchia
Sentivo passare
Il tempo, che scorreva
Inesorabile  sui nostri
Corpi.
L’amore che c’illuse
Durò un attimo? Un’ora?
Un anno? Un giorno?
Quanto piò durare questo
Strano amore simile
Ad un ciclone
Che spazia , sconvolge
Travolge tutto
Ciò che è vivo.
Di che cosa è fatto
Questo strano sentimento,
cos’è?
Amore?! … No l’amore
È eterno e non si
Patteggia.
Il tempo e il destino
Curano i sentimenti
E fanno trasecolare
E scolorire come vecchie
Pergamene questi amori.
Il tempo forse
Su di noi e ci fa
Sentire l’universo
Che pulsa dentro
Di noi.
Ecco un lampo le nostre
Vite legate e poi …
Si e poi … non so tutto
Questo non ha senso.
Creare ciò che è distrutto
E rinascere su ciò che è
Morto.
Siamo storditi ecco le
Verità in un attimo
Abbiamo visto cose
Che mai pensavamo di
Vedere nei tuoi
In quel momento e
Presto quel ricordo
Non ha più senso
E ne importanza
Per noi.   31/06/89

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ilaria

Era un bel pomeriggio di fine estate, Ilaria si accingeva ad uscire; si era messo un bel vestito azzurro che, metteva in risalto la sua carnagione leggermente abbronzata.
Era giunta da poco dalla montagna e lì aveva fatto molte amicizie. Aveva, 17 anni era una bella ragazza piena di vita e allegria. Sempre ottimista di fronte alle difficoltà che, la vita a volte proponeva. I suoi amici la conoscevano come , perché era sempre lei che, teneva su il morale.
Ma, appena uscita fuori dell’androne di casa incontrò una persona che, non avrebbe voluto vedere. Volse la testa da un’altra parte e fece per andarsene. Lo sconosciuto che l’aveva attesa la trattenne per un braccio. Sapeva che sarebbe uscita quel giorno in quanto conosceva le sue abitudini.< Non andartene> disse il giovane. Ilaria si voltò e vide che il volto del giovane era come se fosse invecchiato. Poco più della sua età appariva duro, emaciato e a tratti teso e pensoso. Lontano dal ricordo che aveva di lui del passato. <Perché sei qui? Cosa vuoi?> disse lei sforzandosi di ricacciare i ricordi del passato affioranti all’improvviso. disse Antonio.< Non voglio venire, lasciami!!!> gridò la ragazza e lui la lasciò ma, la fissò bene negli occhi. Con aria grave il ragazzo annunciò< Tu devi venire con me, almeno per un ultima volta>.
Lei fece uno sforzo su se stessa, non voleva andare con lui ma, lo seguì lo stesso. La macchina era vicina, in breve furono a bordo. Dopo una corsa pazzesca , giunsero alla meta. Lei aveva osservato il volto del giovane e particolarmente gli occhi che avevano le pupille fortemente dilatate. Il giovane sembrava lontano con la mente, non presente in quel momento, come fosse fuori dalla realtà quotidiana. Compiva le sue azioni automaticamente. In breve giunsero alla fine del viaggio, scesero dalla macchina entrarono nell’androne dove a poca distanza c’era l’ascensore ad aspettarli.
La porta di casa si aprì su un meraviglioso e confortevole appartamento, pieno di luce; in contrasto con l’animo scuro dei ragazzi.
<Perché mi hai voluto portare qui? Cosa vuoi?> , chiese con preoccupazione mista a rancore la ragazza.
chiese il giovane avvicinandosi alla ragazza prendendole le mani
< Lo sai che mi drogo!> esordì il ragazzo interrompendo Ilaria , guardandola fisso negli occhi e prendendole il viso tra le mani <NO!> .. gridò la ragazza : <Perché lo hai fatto?> . Voleva continuare chiedendo al suo amico chi l’avesse spinto a compiere questo passo, la ragione. Ma non riuscì ad andare avanti. convenne il ragazzo –
Dette queste parole i due giovani rimasero in silenzio. Considerando le parole dette prima con la speranza di avere spaventato e illuminato la sua giovane amica della sua tristezza. La ragazza cominciò ad avere dei dubbi sulla realtà in cui viveva ora. Viveva in un mondo lontano dalla sofferenza altrui. I pensieri di prima stavano mutando e considerava quanto detto prima dal giovane come una notizia sconvolgente. Il caldo cominciò a farsi sentire un temporale lontano faceva sentire i suoi tuoni. Questo giovane era figlio di una famiglia molto ricca che riponeva fiducia in lui e nel modo in cui studiava. Però questa ricchezza di sostanze finanziarie non era al pari di quelle affettive
. Il ragazzo si sentiva solo ed era in un momento delicato nel quale l’aiuto di un genitore era importante; per fare chiarezza nel modo di vivere. Il ragazzo era stato fortunato a non soffrire i tragici effetti delle droghe e fortunatamente aveva di fronte a sé un’altra possibilità. In quel momento cominciò a scatenarsi il temporale con pioggia , tuoni e colpi di vento. A quel frastuono i ragazzi cominciarono a preoccuparsi della casa e chiusero tutte le finestre aperte per il caldo.
Improvvisamente si aprì la porta ed entrò il padre di Antonio che fu contento sulle prime di vedere la ragazza che sapeva ormai lontana da suo figlio. Ed esordì< Ilaria che piacere rivederti! Come mai ? Cosa ti ha portato qui da noi? Forse il temporale?> .
>Buona sera sig. Sandro , suo figlio ha voluto che gli tenessi un po’ compagnia>
<Davvero?> <Papà ti devo parlare .> Il padre si sedette anche lui nel divano e cominciò ad ascoltare suo figlio.
<Papà ho provato a drogarmi> < Davverooo! >
A questo punto Ilaria fece per andarsene perché per lei diventava pesante sostenere una simile situazione. Il padre la pregò di rimanere avvisandola che, l’avrebbe accompagnata a casa. A quel punto il padre guardò le braccia del ragazzo per vedere se si era bucato ma, non vide nulla e sorridendo disse .
Il padre a quel punto sospirò e sentì la sofferenza di suo figlio che, si abbandonò ad un pianto disperato. Il padre amorevolmente lo strinse sul suo petto e lo baciò.
Il ragazzo cominciò a parlare all’inizio con riluttanza ma, poi con fiducia verso il genitore che si era proposto di aiutarlo a superare questo momento per lui molto difficile. Ilaria ascoltava il racconto del suo amico cercando di farsi una ragione su quello che diceva ma, era ancora lontana dal mondo di Antonio. Il ragazzo era sofferente di un a situazione ancor oggi esistente come il bullismo e atteggiamenti aggressivi anche verso persone intelligenti e sensibili. Il giovane parlò di come veniva preso di mira dai suoi compagni costretto ad aiutarli se no veniva preso di mira con calci ed altro.
Il padre disse<Perché non me ne hai parlato?> . Ilaria a questo punto rimase perplessa da questa situazione e disse. Il padre chiese alla ragazza come stava e come andava la scuola . Però dentro di sé aveva un ‘ombra su quanto aveva confessato Antonio sui suoi amici. Tornò a casa ma, era sofferente di quanto aveva sentito e decise nel futuro di porre maggior attenzione alla sua vita e quella di chi la circondava sia a casa e sia a scuola affinché potesse dare una mano a chi soffriva e non lo diceva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La spiaggia del tempo

Siamo qui
Lo sguardo perso
Nel blu del mare.
Le onde che si
Alternano e seguono
Il tempo.
Un tempo congelato
Eterno e immobile
Pietrificato e in un
Momento.
Contatto eterno
Di roccia e
Fuoco.
Trasformazione
Di materia in
Altra materia .
Il pensiero va
A millenni lontani
E la memoria si
Perde.
Invano ricerca
Immagini perse
In un tempo lontano.
Riaffiorano forse
I ricordi di un periodo
Sospeso.
Sentiamo dentro
Di noi.
Svolgersi il cuore
Della materia
E nell’acqua trasparente
Ci sentiamo una cosa
Sola unica e confusa
Nel cristallo
Splendente dell’acqua. 16/06/21

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il guardiano del faro

Era una bella mattina di primavera e Maurizio iniziava la giornata guardando lo splendido panorama che, il faro gli offriva. Dopo un buon caffè e una fetta di crostata
Cominciò a guardare la posta arrivata il giorno prima. C’erano diverse lettere tra le quali spiccava una con un bel fregio dove si leggeva:
Addì , 15/04/2019
Egregio Sig. Maurizio Innocenti.
Vogliamo avvisare la Sig. Vostra che tra una settimana a partire dalla lettura odierna il faro verrà dismesso e diventerà automatico. La Sig: Vostra è pregata di ritornare a terra in un domicilio reperibile . Se questo non fosse nelle sue disponibilità allora sarà pregato di avvisare l’amministrazione che le renderà disponibile degli alloggiamenti predisposti per i lavoratori della Marina. In ogni caso è pregato di avvisare l’amministrazione del suo nuovo indirizzo sia che, abbia trovato una nuova reperibilità o che abbia difficoltà nel trovarla.
Presto le saranno inviati nuovi aggiornamenti in merito alla sua nuova occupazione.
La ringraziamo per la sua dedizione per adempiere questo difficile servizio e porgiamo i nostri cordiali saluti.
Amministratore Delegato

Dopo aver letto la lettera Maurizio si sentì molto triste dover abbandonare un posto simile. Con lo spettacolo che il mare gli offriva ogni volta.
Pensò cosa avrebbe potuto fare a terra. Ricominciare una vita lontano dal mare. Lontano dal vento , dai temporali, dalla nebbia per lui la nuova vita diventò un dramma. Andò a guardare le sue cose: quello che poteva portarsi via.
Passò la giornata a guardare i suoi ricordi : le foto i giornali che aveva messo da parte in tanti anni di servizio. Venne poi chiamato alla radio dalla Capitaneria di Porto che lo avvisava nel modo in cui veniva riportato a terra ora e giorno. Il nostro guardiano cominciò a rattristarsi gli sarebbe mancato il mare. Era stata la sua vita ed ora lo doveva abbandonare; il faro, questo posto meraviglioso era in prima fila nel vedere il mare. Lo considerava un suo compagno per tutte le volte che aveva dovuto sopportare le sue tempeste e i suoi venti alle volte burrascosi.
Alla notte ripensava quello che era stata la sua vita. Nella sua vita privata aveva avuto una compagna, un figlio che era marinaio e una sorella a terra che ogni tanto sentiva. Ci fu una notte che non riuscì a prendere sonno : era preoccupato e si stava avvicinando il giorno del ritorno a terra. Doveva decidere cosa portarsi via.
La radio della capitaneria di bordo lo avvisò che il giorno dopo sarebbero passati a prenderlo. Allora la mattina seguente la colazione prese le sue cose riponendole nel sacco da marinaio ed aspettò.
Puntuale arrivò la vedetta della Capitaneria che lo accolse e portandolo a terra. Maurizio quasi scoppiò in lacrime per l’abbandono del suo lavoro da farista. I Marinai vedendolo triste e sconsolato lo rincuorarono .
Arrivò a terra un po’ a malincuore e un po’ frastornato da come la situazione si stava mettendo. Arrivò alla capitaneria e dichiarò l’indirizzo della sua nuova abitazione. Un locale da tempo fuori uso ma, di sua proprietà. Era un monolocale dove i vani erano ben distribuiti dove ci potevano vivere due persone comodamente.
Entrò in casa e si sentì voglia di andare via. Le finestre erano poche e il mare non si vedeva.
Doveva però procurarsi da mangiare e quindi ritornò al porto alla capitaneria per vedere se c’era lo stipendio o una fine retribuzione. Il Capitano lo accolse con un abbraccio e gli fece sapere che c’era una somma in attesa di venire depositata in banca. Nel frattempo dopo aver ricevuto i soldi per continuare a vivere a terra
Andò a farsi la spesa. I commercianti appena lo videro furono contenti di scambiare con lui qualche parola. spiegò con un sospiro il nostro farista. < Avrai ragione Enzo , tu ci sei abituato io no. Pensa vedere il mare di fronte a te che spettacolo!>< Lo capisco che per te è stato un lavoro importante quasi una missione>
Quindi si salutarono e dopo aver fatto il giro dei commercianti tornò a casa un po’ stanco. Non era più abituato a camminare tanto quindi quel giorno era stato faticoso riprendere abitudini dimenticate.
Tutte le mattine andava al porto. Non riusciva a stare a casa vedersi tra le quattro mura che, lo opprimeva. Un giorno un marinaio che passava di lì lo vide egli disse < Oh ciao Maurizio sei sempre qui a guardare il mare! Vuoi accompagnarmi in capitaneria il Comandante ti deve parlare> Mario sorpreso da questo annuncio seguì il portuale e giunse dal graduato che lo accolse calorosamente … Il nostro guardiano si stupì e sedutosi ascoltò quanto che il sottocapo gli stava per proporre.
< Saprà che il faro che ha lasciato sarà automatizzato e che non avrà bisogno di manutenzione se non ogni mese. Pensavo, dato che ci ha fornito un ottimo servizio volevo premiarla dandogli la possibilità di aiutare la gente di terra a conoscere il faro. Per cui pensavo, sempre che lei sia d’accordo ovviamente, quindi dopo che avrò fatto la mia proposta la invito a riflettere su quanto dirò: il ministero della pubblica istruzione ha dato il permesso alle città vicino al mare di far conoscere le strutture come i fari ai ragazzi delle scuole. Non sono bimbi piccoli ma, di quinta e media. Questo perché chi vive vicino a queste strutture deve rendersi conto della vita condotta da gente come lei in piena solitudine. Cosa ne dice? Voglio aggiungere che le scolaresche avranno degli accompagnatori e dopo la visita al faro verranno riaccompagnate a terra e verrà offerto loro un pranzo nel quale lei sarà invitato come ospite d’onore in quanto ha svolto un servizio onorevole e noi siamo molto contenti del suo operato e di come è riuscito a farci superare situazioni difficili grazie alla sua tempestività. La ringrazio ancora per questo.> …
Maurizio rimase in silenzio ponderando bene le parole dette dal graduato

Il graduato rispose< Le do tutto il tempo necessario diciamo per la settimana prossima mi farà sapere le sue decisioni> Il guardiano accettò e si congedò da chi aveva i comandi della capitaneria.
All’inizio della sua riflessione era propenso a non accettare ma, poi si fece viva una voce dentro di lui che lo invitava ad accettare. Certo sarebbe stato un incontro un po’ difficile all’inizio perché doveva presentare un luogo sconosciuto a tante persone. Prese comunque una sua decisione accettando questa opportunità.
Venne il giorno in cui doveva dare la sua decisione e quindi andò in capitaneria.
esordì Maurizio. incoraggiò il sottocapo
< Dopo averci pensato un po’ ho deciso di accettare questa proposta. Vede all’inizio non ero contento ma, poi mi sono detto che sarebbe stata un’occasione per ritrovare il mio faro. Come andare a trovare un vecchio amico.>
< Le visite comunque cominceranno a primavera inoltrata poi se verrà vento forte o burrasca le visite verranno sospese fino a che il mare non tornerà calmo. Comunque non creda che se sta a terra stia lì a far niente presto gli verrà offerta una nuova occupazione insieme alla Marina Militare collaborerà con noi nel controllare il litorale dal punto di vista ambientale. Oggi dobbiamo fare molta attenzione al mondo che ci circonda perché se noi lo danneggiamo con depositi illegali, plastiche ed altre cose ci facciamo del male> rispose Maurizio molto entusiasta di lavorare di nuovo per la marina.

I mesi passarono e venne la primavera. Nel paese dove risedeva il guardiano si era sparsa la notizia di queste visite al faro. Alcuni erano contrari ma, altri erano curiosi di vedere cosa si ,celava dentro al faro. Finalmente venne il giorno della prima escursione al faro. La Marina Militare con i suoi mezzi accompagnò i visitatori alla costruzione di avvistamento. C’era un gran vociare che però venne annullato dall’ingresso nel mezzo navale. Le imbarcazioni cominciarono il loro viaggio di circa mezz’ora per giungere al faro.
Quando arrivarono alla meta guardarono il faro e parve a loro enorme. In fondo doveva tenere testa alle tempeste e alle onde alle volte anomale che il mare riusciva a costruire. Entrarono nell’edificio marino e rimasero sbalorditi di quanto fosse particolare nella sua costruzione. Maurizio descriveva il luogo. Era felice perché per lui ritornava a casa. Fece vedere ai curiosi come aveva vissuto fino a qualche mese fa. Giunti che furono nella sua cucina mangiarono quello che si erano portati da casa. Le madri si erano date da fare il giorno prima a preparare da mangiare. Da ultimo ecco arrivare le crostate che a Maurizio piacevano molto. Così mangiando la crostata guardò ancora il mare . Si salutarono nell’anima e si dettero l’appuntamento per la prossima volta. Tutti furono felici per questa visita, e per le altre previste. Il mare li aspettava.