Giuseppe Macri - Poesie

Ascoltare la tua vista

Eppur persi la vista
Quando incrociai il tuo sguardo

I tuoi occhi erano profondi
Sapevano di qualcosa
Più affondavo nel tuo sguardo e più la vista veniva meno.

Alzai lo sguardo e vidi una piccola luce
Era un raggio di sole
Mi accompagnò per tutta la serata
Mi salvò la vista

Eri tu quel sole
Che emanavi
Una luce abbagliante.

Sento che da parte tua c’è qualcosa
D’impercettibile
Ho presente questa sensazione

Vivo solo dei tuoi abbracci e voglio entrare dentro di te,
Per dirti quanto ti voglio.

La mia emozione finisce

Solo quando smetto di guardarti

Non voglio stancarmi da te
So che sei stata selezionata e purtroppo,
Con il mio carattere ti perderò subito.

Giuseppe Macrì


 

Cara, dolce e inarrivabile tu.

Sei stata come una lama pungente,
Mi hai trafitto in silenzio.
E in silenzio ti stai portando
Anche i miei sentimenti.

Il dolore che ho provato
Si è trasformato in qualcosa che per me
Era lontanamente inarrivabile.
Mi nutro dei tuoi sguardi
I tuoi abbracci mi fanno digerire
Tutti i pensieri pessimisti

Sei dolce ma inarrivabile,
Ho paura di incatenarmi
davanti a un sentimento
Che non sapevo che esistesse.
Io che fino a qualche mese fa
Solo la neve gelida mi riscaldava.

Mi muovo davanti a te,
Ma, in te riesco a vedere ben poco che mi possa interessare.

Sono io che devo cambiare
… ti capisco!

Non vuoi rovinare il tutto
Ma, non vorresti perdere il tanto.

I miei sentimenti crescono
E, con loro cresce anche la voglia di abbandonarti.

Giuseppe Macrì


CONFUSIONE

Dove sono,
Sono confuso.

Ho un tono di voce
Diverso dal solito.
Vedo un traffico di persone
davanti a me

Non so chi sono,
Non so darmi un’identità.

No.

Non mi ritengo
Un egoista
Purtroppo mi dimentico
Spesso.

Non lo faccio per cattiveria, credimi!
Mi manca qualcosa
dentro di me
Ma
Non riesco
A sapere cosa.

Cerco. Indago.
Ma
Niente.
Non c’è.

Cos’è?
Forse la mamma?
Può darsi.

Il mio orecchio è aperto a tutti
Come un pozzo profondo
Dove tutti ci possono gridare.

La mia bocca
Si apre solo
Se è necessario
La mia mente rifiuta i litigi
E indaga su qualcosa di astratto.

Faccio un tuffo nella mia infanzia
E li che intravedo
Nella mia coscienza interiore
Un passato fermo di dialoghi confusi e angoscianti.
Da bambino siccome ero troppo fragile
Venivo influenzato da dolci consigli
Regalati da persone che nella loro vita
Non conoscevano l’arcobaleno.

Davanti a me solo sacrifici e rivincite
Ora aspetto solo l’arcobaleno.

Giuseppe Macrì


 

Emozioni notturne

Nel calar del sole,
Anche la mia anima
Lascia il mio corpo.
Trascino con me
Pensieri quotidiani.

Il sole è pronto
A dare spazio alla luna
Ed io m’immergo in un’altra dimensione,
Chiamata notte.

Non trovo pace
Come se nel mio corpo
Ci abitasse un’altra anima,
Pronta a contrastarmi.

Rifletto sul divenire
Divulgo i miei pensieri sapienti
Con gente che non sa udire

Esploro le stelle per tentar di intravedere la luna,
La luna è assente.
Eppur l’appuntamento
Era sempre li al solito posto,

Dove sei ?
O mio caro faro della notte.
Ti dispiace se resto qui seduto
Al mio solito posto ad aspettarti?
Attendo fermo,
I fogli resteranno bianchi
Ho perso il coraggio di sprecarli

Sarò inquieto al mio solito posto
e… tremando con la penna in mano
Son pronto a salire nel treno della notte.

Giuseppe Macrì


 

La finestra

A volte sarò
Anche triste,
Il che quando, mi metto
A osservare il vento
Che lentamente muove
Le foglie
Le fa danzare tutte insieme,
Senza chiedere
Neanche il permesso,

Solo allora che la mia tristezza
Verrà spazzata dallo stesso vento
Che ha fatto danzare le foglie.

Sentire il vento tiepido
Che ti bacia il viso.

Guardare la pioggia
Che ti fa pensare alla vita.

Giocare
Con i raggi di sole.

Camminare sulla riva del mare.

Restare per tanto
A fissare il vuoto.

Scrivere frasi d’amore

Cercare di tirare la fune appesa
Nel cielo
Per far scendere le persone a me care.

Parlare con persone
Solo per vedere
Come l’orologio non resta indietro.

Chiudo la finestra con la speranza
Che il vento tiepido
Avrà portato calore nelle persone tristi.

Giuseppe Macrì


 

La gente

Cosa sono io agli occhi della gente ?
Un tipo diverso
Un tipo strano
Un niente

Ci sono tipi di discorsi
Che mi soffocano.
Che non riesco
A dare ossigeno ai polmoni.
E come se il cervello
Bloccasse le parole.

Col tempo e con la pioggia
I colori sono andati via.
E le mie giornate
Non riuscivano a illuminarsi

Torno a contare
I miei passi tristi
Cauto, precipito
verso una tristezza senza colori.

Trovai il sentiero per aderire in un recinto,
pieno di gente.
Non mi procurai il codice
L’immedesimazione nella società ha un codice?
Sì, ha un codice?
Quello dell’esser egoisti.

Giuseppe Macrì


La paura di dormire

Adesso sono pronto
Per entrare nel mio sub-conscio
Ho paura di chiudere gli occhi.
Mia affascinante notte
Eccomi.

Il buio m’inquieta
Provo tristezza
Nel calar della notte
E come se qualcosa dentro di me morisse.

La candela si spegne
Questo è un segno
Devo tentare
Ma c’è un buio che non mi piace, ho paura.
La paura esiste
Solo se c’è qualcosa che ci frena
Allora, calai il sipario
E provai a dormire.

La notte è silenziosa

Provai a naufragar
insieme alla luna.

È una luna che mi guarda.
Ferma, immobile e silenziosa.

Do un saluto alla luna
È una notte che ha un colore particolare
Che solo poche persone lo concepiscono
E, io ho paura di abbondonarla.

Giuseppe Macrì


Perdersi nei giorni

Un altro giorno è arrivato
senza preavviso,
Mi trovo impreparato.

Apro gli occhi e affronto
Nuovi discorsi
Sento un brivido
Che mi sale per tutto il corpo

Mi squilla il telefono, sei tu,
Un inaspettato messaggio.

La giornata potrebbe colorarsi
Mi dispiaccio di me stesso
Sarebbe stato meglio
Se gli occhi li tenevo chiusi.

Si prospetta una giornata
Tinta di grigio
È un periodo che questi colori scuri
Mi fanno compagnia.

Non vedo più un arcobaleno
Fuori dalla mia finestra

Vorrei volare dentro i tuoi occhi
Per vedere
Quello che vedi tu.

Ho gli occhi
Ma, ci vedo grigio.

Presuppongo che la tua storia
Mi rattrista.

Nella tua vita vedo un arcobaleno
A forma di cuore,
Grande e generoso,
Pronto a donarlo
Solo a persone selezionate.

Adesso se non ti dispiace
Chiudo la finestra,
non vedo più questo arcobaleno
Perdonami vorrei guardare i colori
Solo con i miei occhi.

Giuseppe Macrì


Solo

Ci troviamo a bere da soli
Ci specchiamo
Dentro lo stesso bicchiere di vino
Per ricavare
Qualche risposta.

L’ultima goccia è sempre
Quella più pesante
Da farla scendere giù dalla gola
E come vedersi allo specchio
E ripetere sempre la stessa frase.

Le parole possono essere fatali
E noi troviamo rifugio
In una teoria chiamata coscienza.

Guardare il mondo da un altro lato
Non vuol dire esser strani
Cambiare prospettive alle cose
E viverle in pienezza ed etica
Questo è rischioso.

Vedo una stella cadente
Mi asciugo le lacrime
E pensar che una volta
Anche, io esprimevo desideri
Ora riconosco la mia faccia solo davanti
Ad un bicchiere di vino.

Giuseppe Macrì


 

TU

Tu che organizzi il domani,
E separi l’inseparabile.

Tu che maledici quel giorno
Solo perché hai trovato un inedito

Tu che nascondi il buio,
ma poi ti piace vestirti di nero.

Tu che con la tua essenza
Riesci a penetrare nei corpi

Tu che sei delicata come una foglia d’autunno,
E nello stesso periodo rigida come un serpente.

Tu che sai colorare
Ma utilizzi sempre il pennello nero.

Tu che sei fondamentale
Perché sai dare un’ebbrezza unica alla mia vista.

Tu che mi doni la tua vista quasi celestiale
Che poi perdo a causa dei tuoi gradi

Giuseppe Macrì