Giuseppina Dibitonto - Poesie

Titolo della raccolta : Scintillìi di pensieri

Effetti

Assisa su uno scoglio
irto sui flutti
guardo trasmutare
il colore dell’onda
dal blu cobalto
al verde petrolio
all’indaco bruno.

Tinte camaleontiche
s’avvicendano
nell’infinità liquida
di cui solo un’inguine
m’accarezza pigramente
il piede accaldato
come mano pietosa.

Lo sciacquio cantilenante
risuona d’antica ninna nanna
di veglie pazienti
d’ondivaghe orbite
di cicli non ancora conclusi
di andirivieni perenni
che estasiano o sconcertano.

A sera poi il sole,
d’un tuffo, imporpora
l’onda che si fa
multiforme
cangiante
avvolgente
ineffabile.

E intanto sfuma la spuma
sulla molle coltre di sabbia.
Così si stemperano e
appassiscono emozioni
su lastricati labirintici
dai ciechi orizzonti dove
unica direzione è l’attesa.

 


 

Essenza di donna

Odora di libertà la tua essenza,
sa di terre inesplorate la tua anima,
d’inebrianti fragranze dimenticate,
di voluttà sognate e mai godute.

Provi a navigare controvento,
ad affrancare le tue vele dalle
burrasche dei giorni, a risospingerle
sui lidi d’una felicità negata.

Si dibatte tra l’onde il fragile legno,
lotta contro l’oscurità delle notti,
agognando ad un cielo di stelle,
alla luce avara d’un salvifico faro.

Ancora lontano il porto sperato,
perenne minaccia le infide Sirene
in agguato sugli scogli ma tu, pugnace,
punta dritta la vista, mantieni la rotta !

 


 

Starò con me

E quando la magia della parola
sarà venuta meno
e attraverserò silente i campi
della sconfitta , oscurati
da un cielo litigioso,
mi vedrai allontanarmi
con malsicure certezze
ma pur sempre con un Girasole
in tasca e nel cuore…

…e brillerà la Notte
su argentei pensieri
come stella al davanzale
ove si librano silenziose
le ali del Sogno.

 


 

Trasparenze

Si specchiano superbi
nella limpida acqua d’una fonte,
Narcisi novelli, alberi vanitosi.

Li spia incuriosita una Ninfa , nell’aria caliginosa di Gennaio , che con tocchi
sottili increspa l’acqua di teneri mulinelli.

Cade il mio sguardo sulle trasparenze
di quello specchio, sull’usualità inusuale
delle ramificazioni specchiantisi.

La levità riflessa di lembi di cielo
placa il sussulto del cuore, leggeri
si fanno i pensieri nel liquido affresco.

 


 

A mia madre

Due specchi d’acqua tinti di smeraldo
gli occhi di mia madre, pioggia di luce
il sole innamorato vi riversa.

Un ramo di corallo in fondo al mare
il cuore di mia madre, che il palombaro
impavido ghermisce, traboccante d’Amore.

I suoi capelli candida montagna,
coltre di neve su scure rocce sparsa
la treccia argentea che la luna incanta .

Rugose e deformate le sue mani, aggredite dagli anni e dal lavoro, gocciolanti fatica, eppure belle, col diamantino sul cerchietto
d’oro.

Caldo e accogliente l’abbraccio di mia madre
vivido focolare in freddo inverno,
tepore che s’effonde e che ritempra.

Voce soave quella di mia madre che placa
i crucci e anima le stanze, risuonan blande
le parole stanche come carezze sulle fronti
bianche.

 


 

Precarietà ( A Civita di Bagnoregio )

Sullo sfondo sopìta
la cittadella
che muore,
al sommo d’un poggio
tufaceo che
lentamente si sbriciola
quasi fosse di marzapane.

L’abbraccio
d’una macchia di verde
in una cornice striata
di nude rocce erose.

Contrastano
un cielo sfumato
antichi colori
d’un tempo vissuto,
sospeso
a una trama sottile
di forme sfaldate,
arroccate come fantasmi
tra i calanchi dell’anima.

 


 

Estate

Levitava a pelo d’acqua
col suo passo di danza,
col colore della terra
bruciata dal connubio col
Sole, col suo velo fluttuante
e leggero come ali di farfalla
appena nata che gioca
con l’Azzurro.

La osservava il mio sguardo
fondersi col perlaceo del
crepuscolo e via via dileguarsi,
accaldata , tra i cerchi che
propagava col piede sulla superficie
immobile dell’acqua. Solo a tratti
riemergeva, ormai lontana,
seducente come un’odalisca.

Pioveva sulle sue chiome
la tenue luce d’un manipolo
di Stelle.

 


 

Settembre

Alita intorno il bel mese
dall’aria luminosa e sorniona,
coi suoi cestini di more mature,
col sole carezzevole
che leviga i volti.
Stempera gli ardori dell’estate ,
vede riarse le prime foglie
e diradarsi più in fretta la luce,
strizza l’occhietto all’Autunno
pronto dietro l’angolo
a sciorinare colori e
millantare i suoi frutti.
Penetra la sua calma serena
nei vicoli ciarlieri del borgo
nel brontolìo serioso del mare
nelle acque appena increspate
del lago, sulle spiagge
che si sfollano , negli occhi
appena desti dei naviganti
che spaziano oltre l’orizzonte,
bramosi di sorprese,
alla ricerca d’un Sogno.
Settembre.

 


 

Autunno

Ha il profumo della Nostalgia
l’Autunno !

La sinfonia dei colori
parla di bellezze sfiorite,
lo sfrigolio delle piogge
sussurra sogni dimenticati,
le nebbie del mattino velano
luminosi orizzonti che si allontanano.

Non lesina dolcezze di frutti,
non il tepore d’un cioccolato,
o il piacere d’un ceppo crepitante
sul focolare né la pacata
accoglienza d’un gatto con le sue
fusa o le ceste festanti di zucche.

E intanto danzano ricordi
scompigliati
attorno al grande albero
della memoria
al ritmo scomposto delle foglie
caduche trascinate dal vento.

Cassetti chiusi da tempo
inspiegabilmente si riaprono,
le foglie caduche ci raccontano
ed io, nuova Sibilla, scrivo
su di esse la mia storia per poi
disperderle al brillar d’una lacrima.

 


 

Polvere di Sogno

Svanì. Come nuvola lieve
sospinta dal vento
quando la Notte allentò
i suoi serrami e diradarono
sugli occhi i velami del Sonno.

La mente bramosa ripercorse
labili tracce su una parete
sfocata dai primi chiarori
perlescenti dell’ Alba.
Ripercorse, rivide…

Un nugolo di bimbi trotterellava
felice sulle sponde d’un lago.
Canterine le acque appena
ondulate, sfavillanti per la morbida
carezza di gocciole di luce.

Brillava d’incanto un’umanità
fanciulla disavvezza al dolore,
al sopruso, all’inganno, all’onore,
al denaro , al potere. Una primordiale
innocenza aleggiava d’intorno…

Si elevavano note festose
a toccare l’Azzurro. La Natura
era un’oasi di puro candore,
e docili creature accoglienti
danzavano in cori composti

vezzeggianti l’Amore e la Pace,
l’Onestà e la Giustizia,
il Rispetto e il Decoro ,
il Dovere e la Libertà
inebriati d’essenze fiorite.

Ed io intanto filavo pensieri
e sdraiata su una nuvola
immaginavo l’Inimmaginabile.

 


 

Tratto dalla raccolta “Policromie in versi e immagini”

Donna

Nessun verso, o Donna ,
potrà mai celebrarTi abbastanza…

…alveo di vita, nodo
insostituibile di affetti,

insonne sentinella
di veglie notturne,

custode irriducibile
di memorie,

prodiga dispensatrice
d’amore;

indenne alla fatica,
tenace nel sacrificio,
ostinata nella volontà,

vivi per una carezza,
anche solo per un fiore

o per una parola
appena sussurrata.

Perle diafane le Tue lacrime
che nessuno vede,

mistiche profezie le Tue parole
spesso inascoltate,

ara inviolabile il Tuo corpo
che la barbarie profana,

gemma rara la Tua intelligenza
che il sopruso misconosce,

ardua conquista la Tua dignità
che un potere perverso calpesta.

Vedrai, si leverà il Tuo Astro
a illuminare la notte,

schiuderà una nuova alba
sui sentieri del Cielo
che conducono alla Libertà.

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Il Tempo

Soffriamo di prospettive future.
Ammalati di progresso,
immoliamo sull’ara
della Presunzione
la coscienza della fragilità,
illusi di dominare il Tempo.

Eppure il Tempo ci domina.
Tiranno delle nostre vite,
ne deforma i contorni, le scheggia,
le oltraggia, le sbriciola,
le inghiotte in un batter di ciglia.

Inutile larva il Passato
cui la memoria s’aggrappa
a carpirne il segreto;
idolo di felicità negate
il Futuro, cui s’inchina l’attesa;
tesoro violato il Presente
che, inafferrato, si sgretola.

 

 

 

 

 

 

 


 

Poesia

Poesia è sgranare
due occhi fanciulli
su quello che altri
non vedono…

…è un moto improvviso
che accarezza la mente,
un’intima percezione
del cuore, l’estasi sublime
dei sensi.

E’ il pennello che anima
la tela, l’armonia che
modula le note, il passo
studiato di danza che
sfiora la Perfezione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Ambiguità

Prismi policromi
i tuoi occhi, Amore,
che t’inebri di Te,
essenza mutevole,
motrice di Vita.

Piovono le tue chiome
stille d’ambrosia,
strali divini scaglia
il tuo braccio.

Prodighe le tue mani
dispensano promesse
di cui il cuore,
avido, si pasce.

Trascolora il tuo volto
e incalza il Tempo,
opache larve le tue lusinghe,
stampate sulle ceneri
del Sogno.

 

 

 

 

 

 


 

Il mio Canto

Il mio Canto
è ascoltare l’odore
dei tigli
e perdermi nella sua
intensità,
abbeverarmi al Silenzio
del giardino
che s’adorna delle
ultime gocce
del tramonto.

E’ immaginare
estasi sublimi
e arcane felicità
dietro le dimesse
apparenze delle cose.
E’ cogliere l’Armonia
nelle umili essenze
del Creato.

Questo è il mio Canto !