Giusy Stefani - Poesie

Titolo della raccolta: #Pitture Poetiche.

Manca ancora un giorno all’alba .

 

Così scivoli sulla mia mente inquieta

Come l’acqua e il profumo di un cielo

libero.

Cammini su giorni difficili e mi rovesci

addosso l’estate.

Di tutti i misteri, porti lo sguardo di 

un’altra terra

Mentre io ti dipingo re

di un’isola dove nasce da un mare 

indeciso, la bellezza degli Dei.

Sei l’incanto inaspettato che a passi 

lenti, accarezzi le mie corde.

Il dono di “ Giove “ ed io una vestale 

catturata ai margini di un pensiero.

Così strappi una stella , sull’adagio

del mio presente, e 

in una sinfonia perfetta

canti sui passi dell’amore.

Si apre il cielo 

sulla notte che non 

conosce ragione, sulla strada

della tua luna.

Sull’incostante transito delle tue 

risposte, cè sempre qualcosa che 

ci inchioda.

Rimango qui nello stupore 

dell’incertezza:

Manca ancora un giorno all’Alba!

 

 

Giusy— Luglio 2015- 


 

Vedi le stelle ?

 

Vedi le stelle?

sono ferite accartocciate

aspettano che d’improvviso 

si liberi l’acqua e ritorni 

l’uragano.

Aspettano l’innocenza e la

bellezza, e le tue mani dietro 

porte sbarrate e attese infinite, 

e non basteranno a dare un 

senso alla paura.

Indugia la notte e vacillano ferite

nuvole come foglie a meditare

sull’agonia che non brucia.

Vedi le stelle ? 

Si sciolgono sulla crepa del 

cuore, come neve: luminosa 

corona di spine .

Non è facile ascoltare l’enigma 

della notte se crolla il vento 

che scuote la memoria.

Si sciolgono parole come un 

disincanto sulla punta della dita.

Da quale parte di mistero

soffierà il vento a incendiarmi i 

Capelli?

Vedi le stelle ?

Precipitano sulle tue mani

a liberarmi l’anima con passo 

lento. 

Ora si

anche l’acqua immobile 

può cantare.    ( 25 – 02- 2016 )


 

Che cos’è questo tempo

 

Guardo ancora al di là della finestra

ho l’illusione di vederti arrivare dal cielo 

come una stella dentro al mio bicchiere-

Tu trasformavi il mio sguardo in un sorriso

oltre la terra, e io fiorivo alla vita bagnata 

dalla tua potenza, come un’attesa di pioggia.

Che cos’è questo tempo umido senza un addio,

che apre la porta alla fame che ho di te

e io divento fiore.

E ti amo come fossi un dono a ridarmi 

tutte le parole che rubano luce alle stelle

in questo buio controvento.

In questa notte di musica ferita cado con l’altrove

tra le mani senza aver sfiorato la pioggia.

E poi dirti ancora e ancora che cos’è 

questo tempo umido senza il fuoco dei tuoi occhi…


 

E’ quasi Natale

 

E’ quasi Natale in una notte gelida e stellata

che non ha passato

Fiorisce un pensiero abbagliato di sogni 

qui sulla punta delle dita.

E’ quasi Natale annaffiato solo dalla pioggia

di parole sospese.

Dove sei ?

Mi hai detto di apparecchiare la tavola, e sono qui

a sbucciare un’arancia sul vuoto del silenzio e una 

musica che sa di nebbia.

Non sei in ritardo è solo tempo ubriaco che non 

sa voltarsi indietro.

Io qui a inseguire chimere respiro il fumo dei 

miracoli e l’inverno viene a prendermi per mano.

E’ quasi natale adesso sul sorriso dei tuoi occhi, 

ora che ho bruciato l’attesa su un cielo di stelle.


 

Il profumo della neve.

 

Avevo già un fiore tra le mani da bambina

Avevo un cielo con tramonti di fragola e panna

Non sapevo nulla di te, eppure avvertivo 

un’immagine a scompigliare il silenzio

Ti avevo incastonato tra le pagine del sogno

come fossi un’ipotesi, dispersa  nei sassi di un 

mattino , in un giorno d’aprile.

Sei arrivato dentro un labirinto e ho scritto una 

canzone di mare a primavera.

Dentro a una distanza imprecisa mangiavo

una mela sul ritmo di un ultimo ballo.

Ti avrei aspettato nell’Epifania della Tour Eiffel,

Tu bagnato dalla pioggia nella notte scura,

spegnevi le stelle sui miei occhi stanchi. 

e la tua assenza in un bicchiere di cristallo

 rifletteva l’ambra di un rum amaro di un dolore

già scritto. Mentre il profumo delle neve resta come 

ogni sera a chiudere il sipario.

 

Giusy agosto 2020


E Tu cammini nel silenzio.

 

Ti avevo chiesto di fermarti a un passo

dal futuro e tu cammini nel silenzio

mentre il tempo è in pausa, tra un’onda 

e il riflusso.

Mi guardavi mentre andavo verso il 

treno e attraversavo castelli di sabbia.

 E non ho stelle sulle mani.

Se tu avessi tinto di inchiostro rosso 

le tue dita non sarei partita su spazi astratti

a farmi abbracciare dal vento.

Quando la nebbia ha attraversato le case,

hai sciolto i tuoi silenzi.

Ti aspettavo nel sogno di un’ inverno 

a curare i miei rimpianti,

e mentre vesti i tuoi silenzi

il domani è già passato.

 

Giusy  Luglio2020 


 

L’infinito amaranto

 

Scendere sola oltre le porte della notte,

mi chiedo cos’è questo infinito amaranto

se cammini sul bordo di un inverno senza 

attracco al porto.

Ho scartato l’idea di piegarmi al gioco

del rimorso, ne può il filosofo saggio

di un’isola greca indurmi il pensiero.

Nel tormento ignoto del mio viaggio

si accendono colori: giallo come il sole

quello che trabocca dalla tua sete di oceani

rosso come l’impulso di un autunno affamato

di gioia.

Come un cancello che oltrepassi e ti spalanca 

il giorno, e la follia che ti invita a procedere

sollevando lo sguardo.

E’ l’infinito questo conforto sui primi mattini

d’autunno amaranto, l’attesa ostinata dei tuoi

passi, in tutto il mare intorno l’azzurro

infinito dei tuoi occhi.

Giusy 

1 Novembre 2020 .



Raccontami di te.

 

L’ultima volta che mi hai ubriacata con il tuo sguardo

ho visto la luna : rifletteva grappoli d’uva 

e foglie gialle.

Hai usato la chiave più bella per entrare 

e sotto a un cielo rovesciato mi hai rubato

anche l’ultimo sorriso.

Sono stata per te la Venere del Botticelli, 

la Nike sospesa tra il delirio del volo e il buio 

della notte.

Scivolo confusa su una terra senza fiori,  

passano i giorni e non riesco a uscire dal 

tuo cappotto, e il silenzio mi graffia le mani.

Vorrei dirti che qui la luna accende fiamme

di miracoli, brucia le metafore del desiderio

che diventano attimi di infinito.

Non è inaccessibile la meta se mi trascini 

dove il vento ha abbandonato le foglie.

Raccontami di te dove io in attesa di un’altra stagione

uccido il passato e dò l’acqua ai fiori.

 

Giusy 30 ottobre 2020-


                                                                                                                                                                        L’ultima stella

 

Momenti di angoli bui

angoscia che gira intorno,

si apre una nuvola malata di sole

a squarciare il cielo.

 

Domani tornerà nella logica 

del mio sguardo deluso,

questo sole.

Meteora di un tempo enigmatico

che non mi accarezza.

 

Oltre lo strappo di sogni riflessi, 

si accende il mio sguardo

su una foto di un tempo che ride :

un sorriso che non torna più .

 

Eppure vivi ogni giorno

E bruci il Tuo addio nell’infinito 

abbraccio di una stella.

 

Lascio a Te il mio sorriso 

reciso come fiore

da ombre di silenzio,

ripercorro un istante a ritroso…

 

Si scioglie come ghiaccio

la lacrima del mio cuore.

Eppure oltre i giorni 

rimani per sempre

in quell’ultima stella

Mamma !


 

Ti diranno

 

Ti diranno che sei diversa

Ti diranno che hai occhi lucidi

e chiari e non capiranno perchè.

Il mare consuma lo sguardo e 

trafigge di un vento freddo.

Le parole sulle mie dita 

attraversano un cielo limpido

su altalene di paura, e si annega 

in questo mare la mia vita.

Gli occhi fanno rumore,

hanno il sapore del sole,

lanciano sassi, un tempo 

non sapevano sorridere.

Ti diranno che insegui gli Dei

su cieli senza stelle

anche il carro della speranza

stasera, può avere una luce.

Come un poeta che impara

ad amare l’autunno, come il

vento nel tempo del mare

attraverso pareti di carta, 

mentre la pioggia accarezza

goccia a goccia un cielo che 

non sa aspettare.

Ti diranno che sei diversa

e non sapranno leggere 

chi per tanto tempo ancora

è rimasto ad aspettarti su 

questo taglio di luna.

Ti diranno che sei diversa

e non sapranno leggere

la vita

tutta la vita sgualcita in un 

bicchiere, in questa sera

d’autunno.

 Giusy – ottobre 2016 -