Grace Saitta - Poesie

Si scioglie sulla pioggia

 

Cade, si poggia leggiadramente su ogni superficie
Prima scende piano, piano si scioglie al tatto
Adagiamente si vela ovunque con una patina di gelo
Frastagli su frastagli e in un attimo è bufera
Tutto diventa bianco, colmo
La fresca brezza che nel silenzio ti sfiora
Imprevedibile, candida e spettacolare la neve
Così soffice e leggera, ma gelida al punto di paralizzarti
Può essere pungente tanto da agonizzarti
In questo intervallo passeggero possiede un certo dominio
Desta il panico agli occhi comuni
Fa brillare gli occhi di chi sogna
Poi in pochi istanti si quieta sino ad esaurirsi
E coloro che dapprima erano pervasi dallo sgomento
Ora riacquistano la quiete della monotonia
Invece quelli altri con l’animo in tormento fanno ritorno al vuoto che li divora
Più tardi giunge lei, così libera e acida
A volte rilassante con le sue goccioline quasi tacite,
altre volte così pesante e fragorosa,
La pioggia, è in grado di distruggere con elegante violenza
E così prende il controllo della situazione
Lava tutto, trascinandosi dietro tutta la laidezza
All’istante l’aria diventa più pulita, ma l’umore si fa grigio come il cielo che nel mentre, attende il suo arcobaleno. 


 

Oh uomo che ti lamenti

 

Oh uomo che ti lamenti,

 che ne sai del perdere sague,

del suo dolore profondo,

della sofferenza mai dichiarata di una donna disprezzata e maltrattata.

Oh uomo, tu che non compredi il valore 

di colei che ti ha donato la vita,

di colei che ha sempre subito la tua ira sin dai primi tempi,

di colei che nonostante tutto è sempre stata ai tuoi passi,

di colei che è stata schiavizzata e umiliata,

di colei che è stata picchiata e uccisa per futili motivi,

di colei che è stata sottomessa da te, dalle tradizioni, dalle culture e dalle religioni;

di colei che è stata sempre giudicata per il suo modo di pensare,di essere,di fare

e per le sue forme che per te  non erano e non sono mai abbastanza perfette. 

Basta sfruttarmi, essere importante solo per i tuoi luridi comodi.

Non ho più intenzione di subirti e rimanere in silenzio.


 

E’ amaro amare

 

Gela la notte nel dolore

brucia forte e urla un nodo

breccia fin giù e piano muore

conficca e palpa ogni chiodo.

Ogni abbraccio al mio petto

manca l’aria ad ogni sorriso

chiudo gli occhi e ti aspetto

e mi risveglio ancora senza il tuo viso.


 

Tutto si spegne

 

Lucidi da urla soppresse

parlano soli, l’asfissia

di voci in testa compresse.

Camminando verso la pazzia

sono in un bosco a luci spente,

vedo qui un neosento d’apatia.

Cado nel vuoto, non vedo niente

verso l’alto non c’è aria di stelle

sotto c’è solo un eco silente.


 

For a moment

 

Soft wind on skin,

love smells red and green,

deep, sweet cares for you

happiness under the greyblue.


 

Anche i colori si spezzano

 

In questo grigio sapore

sento fuochi d’orrore.

Un freddo ardore

mi penetra il cuore

si è ghiacciato ogni mio colore.


 

Senza parole

 

Un blocco tra le righe 

detta mostri nel vento 

scrive molte formiche 

che scavano nel lamento 

e trovano accesi fori 

dove strisciano cattiverie 

attratte da diverse macerie 

ma stanno sotto i fiori 

che coprono ancora tanti 

malori rimasti senza santi.  


 

Non ti vedo più

 

Mi spezzo come cristallo 

basta una nota sbagliata 

e capovolgo una giornata, 

un’isola barricata a corallo. 

Una furia mi punge la pelle 

manca ossigeno, si blocca 

il tempo ammalato per quelle 

caramelle velenose dalla bocca 

in giù, appiccicose da uccidermi 

con quel ch’era poesia sporca 

o illusione tale da corrodermi. 

Non vuole andarsene, mi supplica, 

vado in panico, ma poi mi accorgo 

di chi l’ha generato ed in fretta duplica 

il bisogno di chiudere il desueto sobborgo.


 

Un tempo cambia, ma resta

 

Un momento, solo uno 

per essere leggera e 

felice in una scia a digiuno 

per cui vivi l’intera e 

armonica triste vita, 

dove un colpo ti spara 

ancora con mania accanita. 

Gira atterrita, rimane un gioiello 

freddo e morto in una cupola, 

dove fece ritorno dopo il ritornello, 

ora inerme si fascia a trottola.


 

La fenice

 

L ‘amore è come la rabbia, 

uno porta gioia e pazzia, 

l’altra, quest’ultima e cecità, 

fatte di tragiche illusioni, 

che scivolano facili a volontà, 

assurdità fragili oltre tutti i toni. 

Si fa fatica a distinguere certe 

impressioni che appaiono incerte, 

ma se spuntano guidano in fretta 

e ridono strappandoti ogni fetta. 

Faccia a terra, su un letto o sulle mani 

un tonfo sconfina nella brezza 

di un urlo nascosto o esploso, 

un vuoto pieno di tristezza, 

una folle passione di pura imprudenza 

fa l’estasi dell’apatica dipendenza 

immaginata in un sogno in bianco 

che mi spaventa da ognuno di fianco. 

Un vecchio odio spegne quel pianto, 

cambio le carte e vado controparte 

non mi piace stare sempre in disparte, 

ora suona tutto ciò che mi hanno infranto.