Si scioglie sulla pioggia
Cade, si poggia leggiadramente su ogni superficie
Prima scende piano, piano si scioglie al tatto
Adagiamente si vela ovunque con una patina di gelo
Frastagli su frastagli e in un attimo è bufera
Tutto diventa bianco, colmo
La fresca brezza che nel silenzio ti sfiora
Imprevedibile, candida e spettacolare la neve
Così soffice e leggera, ma gelida al punto di paralizzarti
Può essere pungente tanto da agonizzarti
In questo intervallo passeggero possiede un certo dominio
Desta il panico agli occhi comuni
Fa brillare gli occhi di chi sogna
Poi in pochi istanti si quieta sino ad esaurirsi
E coloro che dapprima erano pervasi dallo sgomento
Ora riacquistano la quiete della monotonia
Invece quelli altri con l’animo in tormento fanno ritorno al vuoto che li divora
Più tardi giunge lei, così libera e acida
A volte rilassante con le sue goccioline quasi tacite,
altre volte così pesante e fragorosa,
La pioggia, è in grado di distruggere con elegante violenza
E così prende il controllo della situazione
Lava tutto, trascinandosi dietro tutta la laidezza
All’istante l’aria diventa più pulita, ma l’umore si fa grigio come il cielo che nel mentre, attende il suo arcobaleno.
Oh uomo che ti lamenti
Oh uomo che ti lamenti,
che ne sai del perdere sague,
del suo dolore profondo,
della sofferenza mai dichiarata di una donna disprezzata e maltrattata.
Oh uomo, tu che non compredi il valore
di colei che ti ha donato la vita,
di colei che ha sempre subito la tua ira sin dai primi tempi,
di colei che nonostante tutto è sempre stata ai tuoi passi,
di colei che è stata schiavizzata e umiliata,
di colei che è stata picchiata e uccisa per futili motivi,
di colei che è stata sottomessa da te, dalle tradizioni, dalle culture e dalle religioni;
di colei che è stata sempre giudicata per il suo modo di pensare,di essere,di fare
e per le sue forme che per te non erano e non sono mai abbastanza perfette.
Basta sfruttarmi, essere importante solo per i tuoi luridi comodi.
Non ho più intenzione di subirti e rimanere in silenzio.
E’ amaro amare
Gela la notte nel dolore
brucia forte e urla un nodo
breccia fin giù e piano muore
conficca e palpa ogni chiodo.
Ogni abbraccio al mio petto
manca l’aria ad ogni sorriso
chiudo gli occhi e ti aspetto
e mi risveglio ancora senza il tuo viso.
Tutto si spegne
Lucidi da urla soppresse
parlano soli, l’asfissia
di voci in testa compresse.
Camminando verso la pazzia
sono in un bosco a luci spente,
vedo qui un neosento d’apatia.
Cado nel vuoto, non vedo niente
verso l’alto non c’è aria di stelle
sotto c’è solo un eco silente.
For a moment
Soft wind on skin,
love smells red and green,
deep, sweet cares for you
happiness under the greyblue.
Anche i colori si spezzano
In questo grigio sapore
sento fuochi d’orrore.
Un freddo ardore
mi penetra il cuore
si è ghiacciato ogni mio colore.
Senza parole
Un blocco tra le righe
detta mostri nel vento
scrive molte formiche
che scavano nel lamento
e trovano accesi fori
dove strisciano cattiverie
attratte da diverse macerie
ma stanno sotto i fiori
che coprono ancora tanti
malori rimasti senza santi.
Non ti vedo più
Mi spezzo come cristallo
basta una nota sbagliata
e capovolgo una giornata,
un’isola barricata a corallo.
Una furia mi punge la pelle
manca ossigeno, si blocca
il tempo ammalato per quelle
caramelle velenose dalla bocca
in giù, appiccicose da uccidermi
con quel ch’era poesia sporca
o illusione tale da corrodermi.
Non vuole andarsene, mi supplica,
vado in panico, ma poi mi accorgo
di chi l’ha generato ed in fretta duplica
il bisogno di chiudere il desueto sobborgo.
Un tempo cambia, ma resta
Un momento, solo uno
per essere leggera e
felice in una scia a digiuno
per cui vivi l’intera e
armonica triste vita,
dove un colpo ti spara
ancora con mania accanita.
Gira atterrita, rimane un gioiello
freddo e morto in una cupola,
dove fece ritorno dopo il ritornello,
ora inerme si fascia a trottola.
La fenice
L ‘amore è come la rabbia,
uno porta gioia e pazzia,
l’altra, quest’ultima e cecità,
fatte di tragiche illusioni,
che scivolano facili a volontà,
assurdità fragili oltre tutti i toni.
Si fa fatica a distinguere certe
impressioni che appaiono incerte,
ma se spuntano guidano in fretta
e ridono strappandoti ogni fetta.
Faccia a terra, su un letto o sulle mani
un tonfo sconfina nella brezza
di un urlo nascosto o esploso,
un vuoto pieno di tristezza,
una folle passione di pura imprudenza
fa l’estasi dell’apatica dipendenza
immaginata in un sogno in bianco
che mi spaventa da ognuno di fianco.
Un vecchio odio spegne quel pianto,
cambio le carte e vado controparte
non mi piace stare sempre in disparte,
ora suona tutto ciò che mi hanno infranto.