Grazia Brandi - Poesie

IMMOTO…E’ IL TEMPO…!

 

Astrazione di una vita

in ascolto di voci impietose;

saette di nostalgia

trapassano infuocati giorni,

senza ritegno di emozioni.

Prigioniera in furiose lotte d’identità

affondo, in anfratti di abissi,

amore soffocato in vortici di eventi:

scivolo nella fuliggine del tempo…

Aleggia adolescenza di caldo rossore

sulla nostra pelle di rugiada:

ingenui turbamenti,

paradisi,mai dischiusi,

ardono, ancora,

nella foschia di una fiaba, mai svelata!

Il tempo, greve di ansia,

viola l’ombra delle tue ciglia….

Ansimare pacato di brezze

su estenuanti tramonti ramati.

Amore sospeso all’eterno defluire del tempo!


IL CANTO DI CASSIOPEA

 

Nei giardini di stelle

rifulgi Cassiopea:

metamorfosi d’amore.

Folgorato nella foschia dei millenni

cantò Euripide la tua bellezza.

Invano Dei

apprestano lavacri nei santuari di gelosie.

Sulle are aguzze

non si piaga la seta della tua pelle.

Il disco di Perseo,il tuo sangue eroe,

uccide Acrisio: l’oracolo si compie!

Mai ghermita da Poseidone,

rientri nell’amplesso stellare..

Nello sguardo della volta stellata

galleggia, rapito,il mio sogno d’immenso!  


 

POESIA MAI NATA

 

Parole in esilio

assediano,ruggendo,

inferriate di fogli,

orfani di parole.

Spossata da incapace tormento

annega l’anima nel travaglio della maieutica.

Protesa nel nulla,

l’ansia non esprime emozioni,

né sogni sontuosi di memorie.

Occhi di culla,

placati da estenuanti ninne nanne,

non riemergono dal letargo di Crono…

Parole d’amore

prosciugano labbra, arse da silenzi.

E’ sempre giovane il cuore del poeta:

assetato di albe,

attraversa scansioni di buio

in tremolanti costellazioni d’infinito!


LE CASE DEI POETI

 

Le case dei poeti sono templi,

con tetti di cielo.

Muri trasparenti proiettano vite nell’azzurro:

mai notte le dipinge di nero..

Microcosmi adoranti,

respiri di parole,

violano di emozioni fogli senza pace!

Velieri sospinti da ali di gabbiani

scivolano,furtivi, nelle brezze di malinconie:

le case dei poeti..

Non si arrendono al sonno

gli occhi dei poeti:

divorano orizzonti di futuro..

Ogni giorno piantano un fiore

nel giardino della fantasia!


 

C  A T A R S I

 

Cercano la catarsi

nelle umane preci,

spettri di angeli,

sbiancati da lune silenti,

trafitti da aridi occhi,

senza pupille,

fagocitano gemiti di suppliche.

Arborei squali d’aria,

alitano ossigeno

sulla morta natura.

Pegaso alato,galoppa,

senza tocco di zoccoli,

arruffate nubi di nostalgia;

sciolgono capelli di pioggia

sull’arido cuore di Igea.

E’ la redenzione dell’ego

la domanda dell’uomo:

perché la vita?Perchè la morte?

La morte catarsi di vita,

o l’inverso?


IL RESPIRO DEI GIORNI

 

Il respiro dei giorni,

illeso nel sortilegio dell’acqua,

frantuma conchiglie di ore

inseguite da ladri d’infanzia.

Respiri di giorni

abbracciati alla tua lontananza.

Nel vento vorace della mia fragilità

disegno ore di giochi,

sorrisi di compleanni,

regali di orchidee.

Impallidisce la meditazione

allo specchio della sera;

si dissolvono rivoli di luce

nella tregua del vespro.

Il respiro del giorno

colora le foglie dei rami,

la collina di ossigeno

un fotogramma di un’ora,

leggiadri farfalle…

Il respiro dei giorni

cura cicatrici di palpebre arse:

è luce di lampi nell’ombra della Terra;

seduce sparpagliati ricordi

nei miei versi , stranieri alla ragione.   


NESSUNO E’ AL SICURO…

 

Nessuno è al sicuro

dai venti incantati dei ricordi,

sfuggiti alla morte del cuore.

Lacrime di pietra

sedimentano silenzi senz’anima:

forano agavi di schiuma

nel riaffluire di sogni proibiti.

Nessuno è al sicuro

nel massacro della nostalgia,

nel plenilunio delirante di fiori stellati.

Corolle di astri

logorano pupille, avide di luce..

Nessuno è al sicuro

quando il giorno languisce nell’anima,

quando frugo nel cielo del tuo abbandono

il tempo dell’amore!

La pioggia rianima la tua arida terra:

curo, ancora, i tuoi fiori, stanchi di tinte;

svaniscono effluvi di camelie

nell’ansia della notte…

Nessuno è al sicuro da sé stesso….

Ma, non si arrende, adolescente, il cuore

nel gioco antico di consumati fremiti!


MUTAZIONE

 

Tempo nevrotico

striscia sul frastuono

di un mondo distratto,

annegato nell’inedia della retorica.

Ossimori di sembianti

annacquano imperativi categorici

nell’ipocrisia di facciata.

Oceani risucchiati

in naufragi di dinosauri,

imprigionano trasparenti smeraldi:

accendono la pelle della Terra,

adagiano piume di gabbiani

su ribollenti scogli di madreperle.

Magici occhi di stelle

spiano mitologici Dioscuri;

ominidi generano androidi criptati.

Sterili ologrammi

si accalcano,senza peso di cuori,

sulla barca,senza ritorno, di Caronte!


LA MEMORIA DELL’ACQUA…

 

Spasmi di sogni

rincorrono languidi diamanti,

distesi a rispecchiare il cielo.

Giochi sospesi nell’ansia

sigillano ardori di palpiti,

in brezze salmastre.

Ali  di nuvole

arabescano il crepuscolo acceso;

barbagli di lune

placano d’inganno

il fluido grembo.

Orme di sirene,

avide di sabbia,

abbandonano speranze di ossigeno

e s’inabissano nei fondali dell’oblio:

fuggevoli sequenze

a respirare indifferenze di umani…

La memoria dell’acqua

scioglie greggi aggiogate a dogmi del nulla;

libera echi di epiche conquiste…

Intuizioni furibonde

disintegrano secoli di oscurantismo:

e’ disperata la volontà del demiurgo!

Come alieni,

levitiamo sulla pelle dell’acqua…

Sul nostro rituale di abbracci,

stelle di fiori,

gocce appese alla speranza

evaporano dalla febbre dell’acqua.

Fragile ragnatela del tempo,

sottratta al dominio dell’eden,

fagocita immanente e assoluto;

custodisce ,

nel suo balucinante defluire,

l’enigma irrisolto della creazione!


IMPRONTE  DI VITA

 

Abitano nel respiro del cosmo

disfatte malinconie di ritorni negati.

Mi consegno al precipizio del nulla,

alle quiete acque del Tagore…

Attimi spezzati  da ignude prospettive

si stemperano in avviluppanti inedie.

Un sole meccanico

tramonta puntuale

su  sensazioni febbrili,

su proustiame inquietitudini,

su foglie scontrose di fango

disperse in fughe perenni…

Non ristorano affanni di voci perdute

le inebrianti profezie di  Pizia.

Ripongo nel santuario di Delphi

le mie ali stremate

da indistinte potenze,

le mie frementi invocazioni all’Eterno assoluto!