IMMOTO…E’ IL TEMPO…!
Astrazione di una vita
in ascolto di voci impietose;
saette di nostalgia
trapassano infuocati giorni,
senza ritegno di emozioni.
Prigioniera in furiose lotte d’identità
affondo, in anfratti di abissi,
amore soffocato in vortici di eventi:
scivolo nella fuliggine del tempo…
Aleggia adolescenza di caldo rossore
sulla nostra pelle di rugiada:
ingenui turbamenti,
paradisi,mai dischiusi,
ardono, ancora,
nella foschia di una fiaba, mai svelata!
Il tempo, greve di ansia,
viola l’ombra delle tue ciglia….
Ansimare pacato di brezze
su estenuanti tramonti ramati.
Amore sospeso all’eterno defluire del tempo!
IL CANTO DI CASSIOPEA
Nei giardini di stelle
rifulgi Cassiopea:
metamorfosi d’amore.
Folgorato nella foschia dei millenni
cantò Euripide la tua bellezza.
Invano Dei
apprestano lavacri nei santuari di gelosie.
Sulle are aguzze
non si piaga la seta della tua pelle.
Il disco di Perseo,il tuo sangue eroe,
uccide Acrisio: l’oracolo si compie!
Mai ghermita da Poseidone,
rientri nell’amplesso stellare..
Nello sguardo della volta stellata
galleggia, rapito,il mio sogno d’immenso!
POESIA MAI NATA
Parole in esilio
assediano,ruggendo,
inferriate di fogli,
orfani di parole.
Spossata da incapace tormento
annega l’anima nel travaglio della maieutica.
Protesa nel nulla,
l’ansia non esprime emozioni,
né sogni sontuosi di memorie.
Occhi di culla,
placati da estenuanti ninne nanne,
non riemergono dal letargo di Crono…
Parole d’amore
prosciugano labbra, arse da silenzi.
E’ sempre giovane il cuore del poeta:
assetato di albe,
attraversa scansioni di buio
in tremolanti costellazioni d’infinito!
LE CASE DEI POETI
Le case dei poeti sono templi,
con tetti di cielo.
Muri trasparenti proiettano vite nell’azzurro:
mai notte le dipinge di nero..
Microcosmi adoranti,
respiri di parole,
violano di emozioni fogli senza pace!
Velieri sospinti da ali di gabbiani
scivolano,furtivi, nelle brezze di malinconie:
le case dei poeti..
Non si arrendono al sonno
gli occhi dei poeti:
divorano orizzonti di futuro..
Ogni giorno piantano un fiore
nel giardino della fantasia!
C A T A R S I
Cercano la catarsi
nelle umane preci,
spettri di angeli,
sbiancati da lune silenti,
trafitti da aridi occhi,
senza pupille,
fagocitano gemiti di suppliche.
Arborei squali d’aria,
alitano ossigeno
sulla morta natura.
Pegaso alato,galoppa,
senza tocco di zoccoli,
arruffate nubi di nostalgia;
sciolgono capelli di pioggia
sull’arido cuore di Igea.
E’ la redenzione dell’ego
la domanda dell’uomo:
perché la vita?Perchè la morte?
La morte catarsi di vita,
o l’inverso?
IL RESPIRO DEI GIORNI
Il respiro dei giorni,
illeso nel sortilegio dell’acqua,
frantuma conchiglie di ore
inseguite da ladri d’infanzia.
Respiri di giorni
abbracciati alla tua lontananza.
Nel vento vorace della mia fragilità
disegno ore di giochi,
sorrisi di compleanni,
regali di orchidee.
Impallidisce la meditazione
allo specchio della sera;
si dissolvono rivoli di luce
nella tregua del vespro.
Il respiro del giorno
colora le foglie dei rami,
la collina di ossigeno
un fotogramma di un’ora,
leggiadri farfalle…
Il respiro dei giorni
cura cicatrici di palpebre arse:
è luce di lampi nell’ombra della Terra;
seduce sparpagliati ricordi
nei miei versi , stranieri alla ragione.
NESSUNO E’ AL SICURO…
Nessuno è al sicuro
dai venti incantati dei ricordi,
sfuggiti alla morte del cuore.
Lacrime di pietra
sedimentano silenzi senz’anima:
forano agavi di schiuma
nel riaffluire di sogni proibiti.
Nessuno è al sicuro
nel massacro della nostalgia,
nel plenilunio delirante di fiori stellati.
Corolle di astri
logorano pupille, avide di luce..
Nessuno è al sicuro
quando il giorno languisce nell’anima,
quando frugo nel cielo del tuo abbandono
il tempo dell’amore!
La pioggia rianima la tua arida terra:
curo, ancora, i tuoi fiori, stanchi di tinte;
svaniscono effluvi di camelie
nell’ansia della notte…
Nessuno è al sicuro da sé stesso….
Ma, non si arrende, adolescente, il cuore
nel gioco antico di consumati fremiti!
MUTAZIONE
Tempo nevrotico
striscia sul frastuono
di un mondo distratto,
annegato nell’inedia della retorica.
Ossimori di sembianti
annacquano imperativi categorici
nell’ipocrisia di facciata.
Oceani risucchiati
in naufragi di dinosauri,
imprigionano trasparenti smeraldi:
accendono la pelle della Terra,
adagiano piume di gabbiani
su ribollenti scogli di madreperle.
Magici occhi di stelle
spiano mitologici Dioscuri;
ominidi generano androidi criptati.
Sterili ologrammi
si accalcano,senza peso di cuori,
sulla barca,senza ritorno, di Caronte!
LA MEMORIA DELL’ACQUA…
Spasmi di sogni
rincorrono languidi diamanti,
distesi a rispecchiare il cielo.
Giochi sospesi nell’ansia
sigillano ardori di palpiti,
in brezze salmastre.
Ali di nuvole
arabescano il crepuscolo acceso;
barbagli di lune
placano d’inganno
il fluido grembo.
Orme di sirene,
avide di sabbia,
abbandonano speranze di ossigeno
e s’inabissano nei fondali dell’oblio:
fuggevoli sequenze
a respirare indifferenze di umani…
La memoria dell’acqua
scioglie greggi aggiogate a dogmi del nulla;
libera echi di epiche conquiste…
Intuizioni furibonde
disintegrano secoli di oscurantismo:
e’ disperata la volontà del demiurgo!
Come alieni,
levitiamo sulla pelle dell’acqua…
Sul nostro rituale di abbracci,
stelle di fiori,
gocce appese alla speranza
evaporano dalla febbre dell’acqua.
Fragile ragnatela del tempo,
sottratta al dominio dell’eden,
fagocita immanente e assoluto;
custodisce ,
nel suo balucinante defluire,
l’enigma irrisolto della creazione!
IMPRONTE DI VITA
Abitano nel respiro del cosmo
disfatte malinconie di ritorni negati.
Mi consegno al precipizio del nulla,
alle quiete acque del Tagore…
Attimi spezzati da ignude prospettive
si stemperano in avviluppanti inedie.
Un sole meccanico
tramonta puntuale
su sensazioni febbrili,
su proustiame inquietitudini,
su foglie scontrose di fango
disperse in fughe perenni…
Non ristorano affanni di voci perdute
le inebrianti profezie di Pizia.
Ripongo nel santuario di Delphi
le mie ali stremate
da indistinte potenze,
le mie frementi invocazioni all’Eterno assoluto!