Graziella De Cillis - Poesie

Ritorno

 

Ghiaiosi passi 

sul viale rigato di umidi cedri,

orme profonde

come gli affetti riposti nel cuore.

Respiri affannosi riempiono il petto

come vino rosso in brocca d’argilla,

finestre socchiuse

occhieggiano scure,

luce fioca di luna dolce ferisce

un buio d’inchiostro.

Tornando

la casa d’infanzia attende solinga

dormiente sul piano,

voci e risate risuonano vaghe.

Mia madre sull’uscio

isola di pace infinita.


 

Il boccio   

Ammicca dal rovo

boccio di rosa,

tondo vermiglio seno

madido frutto

di madre pregna

lì  a donare 

beltà al mondo.

Latte di sole 

amabile lo nutre,

dolce vagito

lo culla il vento

tra ramose braccia,

silenziosa nenia

lo cinge di primavera.

Germina la vita

che l’orbe allieta.



Ballerina  ( l’etoile )

Sola sul palco

intenso il faro segue i tuoi passi

libri sottile falena notturna,

ti segue il canto.

Le piroette colgono sguardi

leggera ti pieghi apri le braccia,

ali di cigno.

Le balze d’abito candide piume

si sfogliano alle movenze

e dolce

le cogli nelle tue mani.

E quando la melodia tace

soave ti chiudi raccogli le forze

solerte al volo.

Occhi ti seguono voraci di volteggi,

tu eterea sorridi

immersa nell’immenso della danza.

Brama l’incanto la silente platea,

sei solo tu essenza unica

opera d’arte.



Oleandri

Ondeggiano

su strade dense di sole

gli oleandri dall’anima nera,

rallegrano di fiori

e colorate ombre

l’ansante viaggiatore.

Lì ai bordi esuli vedette

fra banchine brucianti d’agosto,

lustrano terre di Puglia

con ulivi d’argento 

e irti fichi d’India.

Curvano leggeri alla sfacciata brezza

scuotono la chioma di donna vanesia,

ricchi di verde e rosei accenni,

alteri tornano su a mirare il cielo.

Spacca il blù la falce di luna

gli oleandri in fila

cullano materni

passeri assonnati.



Vorrei…

Vorrei…

Alberi specchiati 

nella calma di un lago,

bianche vette abbagliate di sole,

tramonti bagnati di mare.

Volteggi di aquiloni

campi di lavanda disfatti dal vento,

lacrime dolci 

sorrisi persi dietro un sogno.

E la tua ombra,

l’alito di menta prima di un bacio

i battiti a mille , carezze rubate,

i tuoi sì i miei dubbi,

le parole spente a metà.

Vorrei l’assoluto racchiuso in un fiore

e la felicità

nel volo di un gabbiano.


 

Amami

Amami…

Mi specchio nei tuoi occhi

ladri di pace,

tra anse di corpo onde di capelli

dune di seni.

Amami…

Con vissute stagioni mai tradite,

fra rughe sottili baci sfuggiti

brividi di pelle,

folli desii celati nel sogno.

Amami…

Sarò lama sulla pelle

a segnarti la vita

dolce, da piacere,

lasciandoti scorrere così

caldo come sangue.



Milano d’infanzia

Milano…

Colsi suoni d’infanzia

fra case fumose,

i giochi le rincorse in chiassosi cortili,

scaltra materna,

fosti culla e vagito

a passi incerti, corse al Lambro.

Vissi appieno

forgiata ai navigli viola

strade affollate binari di tram.

Nebbia e smog, solare di vita

carpisti affetti fuggiti, anelati abbracci

nel caos di città.

Conservo di te

respiri audaci sguardi attenti

passi sicuri,

e nel cuore

corse a colombi affamati

tubanti in piazza Duomo.



Follia

Rincorrersi

su luminose tastiere

scongiurare la solitudine,

perdersi in gocce di ordinaria follia.

Saremo dolci note di pianoforte

voluttà di fisarmonica 

a tempo di tango,

ambrosia e veleno a stordire palati.

Avremo ologrammi d’esistenza

per sentirsi vicini,

ritrovarsi a fissare pareti buie

ciechi desideri,

e scoprirci ombre

unite da riflessi vitali.



Due anime

Le mie anime 

non si amano,

convivono la mente il corpo

le linee del viso,

grevi si sfiorano.

Cigno bianco

cigno nero,

lottano l’essere in egual stagno,

mi perdo in sfide impari

per riavermi 

e vincere.

Forze indomite

notte e giorno

non abitano lo stesso istante,

s’ergono e cedono

rissano potere.

Le mie anime frutto di vita

si struggono

si perdono

non si amano…

Si salutano distratte

solo nei pensieri.



Graffiti

Acute lame rigano menti

stordite da ricordi.

Sguardi incrociati persi nella folla

attimi unici

lievi parole vestite d’ombra,

solo un abbraccio e sentirsi vivi…

Scoprirsi erranti fra righi sognanti,

graffiti di pelle

occhi al soffitto logori fiati.

Cieli diversi vaghi orizzonti

ledono i poeti,

turpe destino peccare fra versi,

indi celarsi

in coltri d’innocenza.