Ritorno
Ghiaiosi passi
sul viale rigato di umidi cedri,
orme profonde
come gli affetti riposti nel cuore.
Respiri affannosi riempiono il petto
come vino rosso in brocca d’argilla,
finestre socchiuse
occhieggiano scure,
luce fioca di luna dolce ferisce
un buio d’inchiostro.
Tornando
la casa d’infanzia attende solinga
dormiente sul piano,
voci e risate risuonano vaghe.
Mia madre sull’uscio
isola di pace infinita.
Il boccio
Ammicca dal rovo
boccio di rosa,
tondo vermiglio seno
madido frutto
di madre pregna
lì a donare
beltà al mondo.
Latte di sole
amabile lo nutre,
dolce vagito
lo culla il vento
tra ramose braccia,
silenziosa nenia
lo cinge di primavera.
Germina la vita
che l’orbe allieta.
Ballerina ( l’etoile )
Sola sul palco
intenso il faro segue i tuoi passi
libri sottile falena notturna,
ti segue il canto.
Le piroette colgono sguardi
leggera ti pieghi apri le braccia,
ali di cigno.
Le balze d’abito candide piume
si sfogliano alle movenze
e dolce
le cogli nelle tue mani.
E quando la melodia tace
soave ti chiudi raccogli le forze
solerte al volo.
Occhi ti seguono voraci di volteggi,
tu eterea sorridi
immersa nell’immenso della danza.
Brama l’incanto la silente platea,
sei solo tu essenza unica
opera d’arte.
Oleandri
Ondeggiano
su strade dense di sole
gli oleandri dall’anima nera,
rallegrano di fiori
e colorate ombre
l’ansante viaggiatore.
Lì ai bordi esuli vedette
fra banchine brucianti d’agosto,
lustrano terre di Puglia
con ulivi d’argento
e irti fichi d’India.
Curvano leggeri alla sfacciata brezza
scuotono la chioma di donna vanesia,
ricchi di verde e rosei accenni,
alteri tornano su a mirare il cielo.
Spacca il blù la falce di luna
gli oleandri in fila
cullano materni
passeri assonnati.
Vorrei…
Vorrei…
Alberi specchiati
nella calma di un lago,
bianche vette abbagliate di sole,
tramonti bagnati di mare.
Volteggi di aquiloni
campi di lavanda disfatti dal vento,
lacrime dolci
sorrisi persi dietro un sogno.
E la tua ombra,
l’alito di menta prima di un bacio
i battiti a mille , carezze rubate,
i tuoi sì i miei dubbi,
le parole spente a metà.
Vorrei l’assoluto racchiuso in un fiore
e la felicità
nel volo di un gabbiano.
Amami
Amami…
Mi specchio nei tuoi occhi
ladri di pace,
tra anse di corpo onde di capelli
dune di seni.
Amami…
Con vissute stagioni mai tradite,
fra rughe sottili baci sfuggiti
brividi di pelle,
folli desii celati nel sogno.
Amami…
Sarò lama sulla pelle
a segnarti la vita
dolce, da piacere,
lasciandoti scorrere così
caldo come sangue.
Milano d’infanzia
Milano…
Colsi suoni d’infanzia
fra case fumose,
i giochi le rincorse in chiassosi cortili,
scaltra materna,
fosti culla e vagito
a passi incerti, corse al Lambro.
Vissi appieno
forgiata ai navigli viola
strade affollate binari di tram.
Nebbia e smog, solare di vita
carpisti affetti fuggiti, anelati abbracci
nel caos di città.
Conservo di te
respiri audaci sguardi attenti
passi sicuri,
e nel cuore
corse a colombi affamati
tubanti in piazza Duomo.
Follia
Rincorrersi
su luminose tastiere
scongiurare la solitudine,
perdersi in gocce di ordinaria follia.
Saremo dolci note di pianoforte
voluttà di fisarmonica
a tempo di tango,
ambrosia e veleno a stordire palati.
Avremo ologrammi d’esistenza
per sentirsi vicini,
ritrovarsi a fissare pareti buie
ciechi desideri,
e scoprirci ombre
unite da riflessi vitali.
Due anime
Le mie anime
non si amano,
convivono la mente il corpo
le linee del viso,
grevi si sfiorano.
Cigno bianco
cigno nero,
lottano l’essere in egual stagno,
mi perdo in sfide impari
per riavermi
e vincere.
Forze indomite
notte e giorno
non abitano lo stesso istante,
s’ergono e cedono
rissano potere.
Le mie anime frutto di vita
si struggono
si perdono
non si amano…
Si salutano distratte
solo nei pensieri.
Graffiti
Acute lame rigano menti
stordite da ricordi.
Sguardi incrociati persi nella folla
attimi unici
lievi parole vestite d’ombra,
solo un abbraccio e sentirsi vivi…
Scoprirsi erranti fra righi sognanti,
graffiti di pelle
occhi al soffitto logori fiati.
Cieli diversi vaghi orizzonti
ledono i poeti,
turpe destino peccare fra versi,
indi celarsi
in coltri d’innocenza.