SCINTILLA
Il giorno è un ricordo
alle nostre spalle
e la notte incede
avanza cupa silente
non ha il sapore
di un tempo
è lunga è intensa
piena di insidie.
Eccomi con me stessa a
rimproverare il mio passato
che non ho ben amato
ma se ne va?
Dunque perché mai
questi magri pensieri.
Prendo un lapis
mi faccio un ritratto
mi ruba la tristezza
porta via la paura
che mi spezza
ne faccio un altro
è carico di frutti
dei miei dolori
che Ingoia nel buio nero
svanisce con sé
questo peso
nel cuore
ed ecco compare
un casolare
una pupilla
una scintilla
una luce
che riparte
un fuoco che zampilla
forse è la vita che brilla!?
Contagio
Il giorno è un ricordo
alle nostre spalle
e la notte incede
avanza cupa e silente
non ha il sapore
di un tempo
è lunga è intensa
piena di insidie.
Eccomi con me stessa a
rimproverare il mio passato
che non ho ben amato
ma se ne va?
Dunque perché mai
questi magri pensieri.
Prendo un lapis
mi faccio un ritratto
mi ruba la tristezza
porta via la paura
che mi spezza
ne faccio un altro
è carico di frutti
dei miei dolori
che Ingoia nel buio nero
svanisce con sé
questo peso
nel cuore
ed ecco compare
un casolare
una pupilla
una scintilla
una luce
che riparte
un fuoco che zampilla
è la vita che brilla!?
TIC TAC
A ridosso
di questa prigione
di questo grigiore
d’umido freddo
che incombe sospeso
sui tetti stamani
svanisce
la speranza
di un tempo migliore
in un raggio
di sole
di libertà.
Tic tac
Il tempo svanisce si sa
il tempo si ferma si sa
vaga nel vuoto questa città
ora mi sento come ignuda
all’improvviso
di fronte a una notte
infinita
quanto può esserlo
il pensiero del domani
brevissima
quanto può esserlo
il pensiero del risveglio
un istante e
il tutto
diventa
il nulla
una stretta di mano
e un’anima vola in cielo
un battito di ciglia.
Eppure
è fermo il tempo si sa
ora incombe la morte
tic tac.
Mascherina
Straniero svegliami
Ti prego
Dalla mia falsa onnipotenza
Sembra sogno
tutto questo,
un sogno impossibile,
generato
dalla mia superbia
ah! Straniero che hai
come me guanti e mascherina
strappa la mia indifferenza
perdona la superbia
la bandiera la muraglia
ora piango l’amore mancato
le gesta del cuore indurito
di cui era piena
la mia esistenza.
Respiro
Ora immota
è la vita
ora sottile
è il silenzio
nella mia mente
e la natura il vento
il mare e i paesaggi
dentro di me.
Non c’è tempo
per nient’altro
raffiche di pioggia
sole aria aria,
un respiro
voglio un respiro
di cui l’anima si disseti
viva e palpitante
finché non sarà
domani.
“Millenio “
Dicevo
svanisci più presto
che puoi
porta via con te
le tue aure maligne
cosicché torni
l’alberato cammino
sgombro da ombre
da nubi
dalle sofferenze
di un uomo nuovo
pronto
al sacrificio
eccolo
spalle al muro
a offrire il petto
a nuovi strali
che lui stesso
così profano
ha generato
ad altri dardi e
non più soltanto
come pensavo
e speravo
a quello così bello
dell’amore.
L’OMBRA FUNESTA
Ed ecco
le tenebre
ingoiare ogni cosa,
spegnere l’ultima luce
del giorno,
il biancore accecante
di neve,
il chiarore diffuso
dei tetti,
dei monti,
del manto bianco
del mio balcone,
ecco le tenebre
gettar grigio sul grigio
uniforme della mia serata
cala la paura.
Tenebra e tenebra,
l’ombra avanza
e il mio volto
riflesso sui vetri
Era una stupenda serata
Sole gradevole
atmosfera gradevole
il pensiero di lui
così dolce
così amabile
faticoso da allontanare
la sera respiravo
il tramonto
il silenzio
il sapore di lui
la mia vita stessa
non aveva sapore
senza di lui.
Noi due
La sera fuggivamo
dal mondo reale
insulso e usuale
che non parlava,
taceva di ogni messaggio.
Il suo volto
sapeva di soavi
confessioni
taciute
e la città ai nostri piedi
si dispiegava
in miriadi luci
come un tappeto
di stelle
e su di essa
nostri pensieri
persi lassù sul dirupo
colle oltre il quale
il mondo non esisteva
Triste corona
La neve sui monti si scioglie
a vista d’occhio
ed è strano a dirsi
in fondo in fondo
un altro inverno
se ne va
ed ecco tutto sa di passato,
ma che passato non è
poichè suona di menzogna
vita nuova si
ma vita di duri pensieri
di agguati, di misteri
di lunghi viaggi
itinerari tutti interiori
maschera in volto e
guanti ai polsi
esso è ancora qua
il nefasto re con la sua
triste Corona per
saziare la sua forte
brama di umori
chissà.