Ilaria Orabona - Poesie

Riflettessioni… un dì agostano

 

Lenta è l’angoscia

fugace la stasi

ed io sempre lì,

immobile,

a sfuggire  l’una e ad afferrare l’altra

in un vortice senza tregua

come l’ombra e il sole



I tuoi occhi

 

 

Non calare

le Sue palpebre

La luce ancora filtra

attraverso i Suoi occhi

come a riverberare

il mio animo

straziato

Non mestizia,

non pena,

o voi,

che,

con timido silenzio,

entrate

Forte vibra

l’assenza

della Sua presenza,

e ancora pulsa,

nonostante l’ombra

abbia ormai

invaso

il sorriso del mattino

La notte ora

ci culla

in un unico respiro,

non di aria anelante,

ma di un annullar

continuo


 

Una madre

 

 

Quelle mani,

le mani di una madre,

le mani di colei che

lo ha cullato

di colei che lo ha nutrito

Quelle mani,

le mani di colei che

lo ha carezzato

che dalle preoccupazioni

la fronte gli ha

sgombrato

Quelle mani,

le mani di colei che

l’asfalto insanguinato

un giorno ha tastato

lungo un incrocio

di Morte

Quelle mani,

non più rigogliose

e franche,

non più intente a ristorarlo

Quelle mani,

le mani di colei che ora

un legno acerbo

spinge

Quelle mani

ora tremanti

ma ben salde

tese verso ciò che più

non è afferrabile.


 

Colui che mai trovai

 

Quegli abbracci

quanti sorrisi

Quelle parole

trasudanti amore

Quegli sguardi

d’orgoglio traboccanti

Tu, termine sicuro

del mio corso

Tu, sole copernicano

del mio universo

Ecco, si avvicina,

è Lui,

il compiacimento

sgombro di ogni pregiudizio,

lontano da ogni derisione

Ecco, mi osserva,

mi scruta,

come a voler trovare

sul mio volto

la mappa

della sua esistenza

Ecco, è arrivato

ma non dove i miei sogni

da sempre l’han seguito

bensì lì dove

altri l’han meritato


 

Le parole

 

Di parole non si vive

ma senza parole si può morire

Le parole sono foglie

che con il loro fruscio

incorniciano il senso

dei nostri silenti addii

Le parole non si contano

si lasciano contare

affinché ognuno

abbia

il suo proprio benestare

Le parole aiutano

ad ammortizzare

il peso che si dà alla vita

spesso irrazionale

E allora accogliamole

queste benedette

parole

che ora ci scuotono

ora ci recan dolore

sta a noi decidere

il valore che ad esse

si vuole dare



Se fossi in me

 

Se fossi in me

lascerei perdere

ogni inutile

guerra

Se fossi in me

mi addentrerei

in un mondo

che non mi appartiene

Se fossi in me

guarderei dritto in faccia

la stoltezza

della gente

Se fossi in me

ruberei i secoli

alla nostra terra,

li ridistribuirei

in maniera equa

Se fossi in me

farei parlare tutti coloro

che la voce non l’hanno avuta

Se fossi in me

spartirei il giorno dalla notte,

ognuno con il proprio resoconto

da porgere alla vita


 

Ho smesso di credere

 

Quando gli astri

lasciano il posto

a meteore fugaci,

allora non c’è più fede

in quella vita che credevamo

sublime ed autentica.

Siamo esseri cosparsi

di nullità eccentrica



La meta e la metà

 

Quando stai per arrivare

verso la cima

di ciò che i “Più”

additano come

la serenità

e quando ti accorgi che

l’aver imboccato

a metà della tua

strada

un sentiero fallace,

che insensato

ha reso il tuo percorso,

quello che giudicavi

come l’unica finalità,

allora sei di coloro

che non perdonano

a se stessi

il dono

dell’umanità


 

Non mi appartengono

 

La bestia resa uomo,

la follia che si tramuta

in equilibrio,

le strade impervie

ricche di paura,

i suoni,

effervescenza

di vandalici

rumori,

gli occhi vitrei

senza sole

Non mi appartengono

la voce grida

ma il loro acuto

silenzio

non perdona


 

Poetar – sofando

 

La poesia è il serbatoio

di tutti quei pensieri che

serrati sono nella nostra

mente

Se ne sta in una soffitta,

tacita, zitta,

appena rischiarata

dalla luce della penombra

dell’umano intelletto

Non chiede nulla

Non ha un conto in banca

ma si adagia sottilmente

sulle piaghe aperte

frutto di un morbo

compiacente nei confronti

della vita

a cui non c’è rimedio alcuno

La poesia regala la sua

natura stessa,

rende il dono,

a chi l’ascolta,

di tramutarsi in

voce espressa