Ilaria Ughetta Grande - Poesie

Primavera delle grate

Situazione nuova,
brusca frenata della vita frenetica
che scivolava dalle mie dita.

Tempo nuovo
profumo di pane nel forno,
occhi che si riempiono dei colori della primavera
vista dalle grate della finestra,
ascolto ciò che non vorrei sentire
sirene di ambulanze che corrono veloci
e so che lì c’è qualcuno che soffre che ha bisogno
anche delle mie preghiere.
Sì, perché solo questo posso fare.

Impotenza, smarrimento, paura, ansia
ciò che il mio cuore vive in questi giorni strani.
Stranamente vivo e la primavera non ha avuto paura
di riempirmi gli occhi dei suoi splendidi colori.
E gliene sono grata.

Ora più che mai so che la vita è un dono
e apro le mie braccia e il mio cuore
per riflettere colori di luce.

 

 

 

Acufene

Acufene parola dolce, un bel suono
che percepiscono le mie orecchie
come un fischio che entra dentro
nella testa fino in fondo
e non mi lascia.

Acufene? Mai sentito. Un disturbo.
No, signora, mi dispiace, non ci sono cure per l’acufene,
come viene poi passa.

E se fossero gli angeli a volermi cantare
la loro dolce canzone….?
chissà…..

Acufene parola dal dolce suono
che ha deciso di entrare nella mia testa
per riempire i miei silenzi.

 

 

La vita è un soffio

La vita è un soffio.
Sì, la vita è un soffio di Te mio Dio.
Che mi permette ogni mattina
di alzarmi e vivere le piccole e grandi
tribolazioni della giornata
sapendo che la Tua mano forte e calda
mi protegge.

Sì, la vita è un soffio di Te, mio Dio.
che mi permette di vivere ogni giorno
il miracolo della primavera.

Grazie Signore, per questo soffio di vita
che fa vibrare le corde dell’anima
e invade il mio cuore di colori
per cantare a Te
l’inno alla vita.
Grazie Signore.

 

 

Una sera al pronto soccorso

La porta si apre e si chiude
Trascinando un cigolio sofferente.
Entrano ed escono brandelli di umanità.
Leggo negli occhi paura e solitudine.
Vorrei abbracciare tutti.
Attendo, dolore forte….
Mi assopisco, sarà l’antidolorifico.
Rimango in attesa, 1, 2, 3, 4…ore.
Angeli azzurri volano intorno…indaffarati.
La porta cigola per riportarmi alla realtà.
Niente…è notte.
Gli angeli non chiamano.
Il dolore non tace, come, invece, il mio telefono ormai spento.
Eccomi…”Torni domani mattina”
Rabbia, stanchezza, sofferenza
Agitano il mio cuore.
In un vortice demenziale
Per riportarmi a immagini di luce.

 

 

Raggi di speranza

Nell’aria del crepuscolo
rintocchi di campana
entrano nel cuore e feriscono l’anima,
mentre lingue rosa cavalcano il cielo.

Le note di musica e di cicale
si confondono
e fanno intravedere
raggi di speranza
in una dolce
serata estiva.

 

 

Bello, ma…

Bello alzarsi alla mattina
e ancora in vestaglia
ascoltare la Santa Messa
ed entrare in quel rapporto che non finisce,
ma avvertire
quel dolce desiderio
di ricevere l’Eucaristia.

Bello sentire voci di ragazzi
e di insegnanti,
ecco la scuola,
ma avvertire il desiderio
di riabbracciare,
di accarezzare
e di rivivere emozioni insieme.

Bello vedere sorelle ed amiche
in video chiamata
e sussurrare parole che si perdono nel vento
e sentire la loro vicinanza,
ma avvertire la solitudine
che aspetta un abbraccio
per volare liberi insieme
e ammirare il mondo
regalando feste di luce.

 

 

La rima

In questo tempo strano
la vita mi sfugge di mano,
cullata dalla primavera
mi sento più vera.
In questo ozio forzato
vorrei andare oltre il giardino incantato
per regalare al mondo i miei colori
e consolare tutti i dolori.
E se la rima non mi piace
il mio cuore non tace.

 

 

Raggi argentati

Raggi argentati
entrano nella mia camera
accarezzano il mio viso
e si confondono con i miei capelli,
che ormai senza parrucchiera,
si colorano sempre
di più del colore della luna.
E il ricordo vola
ai candidi capelli
della mamma
e le sue mani si intrecciavano
con le mie
sussurrando l’antica preghiera.

 

 

Sensi ed emozioni

L’occhio vede, assapora, immagazzina, fotografa,
vorrebbe portarsi tutto dentro
breve discesa, squarcio di case allineate,
piccolo porto di barche coperte
chiuse a riposo forse in attesa
chissà di trovarsi là in mezzo alle onde
tra l’azzurro del cielo e il blu del mare.
E l’occhio fugge, cerca, scruta
cerca qualcosa fuori per rispecchiarlo dentro di sé.
Il sole tuffa i suoi raggi nelle onde d’argento.

E poi…
anche l’orecchio vuole portare dentro di sé tutti i rumori
le onde si infrangono sugli scogli
lo sciabordio è come una musica
lontana, ritmata, diversa,
e poi i passi, il chiacchiericcio,
e l’orecchio ascolta voci di bimbi lontani
che giocano e di tuffi nelle onde,
e nelle onde riecheggia,
riemerge il ricordo delle estati lontane.

E poi….
La pelle respira, percepisce il vento che la sfiora,
l’accarezza quel piacevole frescolino
che tanto si desidera nelle calure estive,
la pelle vive la brezza,
vibra in un canto di profonda riconoscenza.
Il vento sfiora i capelli e li fa ballare come mai hanno ballato.

Le mani vorrebbero disegnare il cielo,
mentre il respiro si riempie del profumo del mare, delle onde.
Il respiro diventa profondo ed infinito.

E poi…
il gusto assapora, si scioglie il fresco gelato in bocca,
il dolce che porta dentro tutti i colori della vita.

La sera, la luna che nasce
rossa, grande, luminosa
e si specchia furtiva nell’argentea pozzanghera
per cantare il suo inno alla vita
insieme all’universo.

 

 

La piccola storia dell’arcobaleno

Dopo una tempesta con fulmini, tuoni, saette e grosse nuvole nere, rimase
sospesa una piccola goccia d’acqua.
La gocciolina aveva paura di scendere e non sapeva più risalire. Le altre
sorelle già scese sulla terra le dicevano: “Vieni giù gocciolina sciocchina,
cosa fai lì nel cielo tutta sola, scendi non avere paura” e lei rispondeva: “No,
ho troppa paura, non so come fare, non ho voglia di scendere e poi chissà
cosa mai mi può capitare” e così la gocciolina rimase lì per un po’ tutta sola
vagando, sospirando e lamentandosi della sua situazione.
Ma guardando in su potè ammirare e salutare le nuvole che sospinte dal
vento mutavano di colore e forma, lo spettacolo la rese un po’ meno triste e
fu con sorpresa che vide spuntare, da una piccola nuvola bianca un piccolo
raggio di sole che le chiese cosa mai ci facesse lì nel cielo una gocciolina
tutta sola.
La piccola goccia rimase abbagliata dal sole e non sapeva cosa rispondere,
allora il raggio di sole le disse, capendo il suo disagio: “Dai ti aiuto a tornare
sulle nuvole” fu questione di un’attimo appena una toccata e la goccia si
sentì trasformata, invasa di una luce nuova, una gioia inattesa. Anche il
piccolo raggio avvertì come una scossa leggera, un sussurro dell’anima. Il
raggio si ritrasse d’istinto, ma volle riprovare. Toccò con decisione la goccia
che cominciò a brillare di una luce nuova con meravigliosi sette colori. Le
sorelle che erano rimaste giù videro una piccola goccia colorata che danzava
nel cielo abbracciata ad un piccolo raggio di sole. Cominciarono a gridare:
“Anche noi! Anche noi!” “Dai venite su vi aiutiamo” dissero gli altri raggi e
fu così che tutte le gocce insieme a loro si misero a ballare nel cielo azzurro.
Nacque così un meraviglioso ARCOBALENO di sette brillanti colori: Rosso,
Arancione, Giallo, Verde, Azzurro, Indaco e Violetto.