Jessica Sciarnè - Poesie

Come un libro antico 

 

E’ che mi piaci come le pagine di un libro antico,

ne ricordi l’odore.

Ti ho visto perderti tra gli scaffali come un bimbo 

tra i fiocchi di neve che arrivano inaspettati.

Ho letto attraverso le tue dita quello che hai

trovato nelle carezze alle parole di storie lontane,

di persone a noi sconosciute.

Le stesse dita che hanno tracciato su di me 

le vie di un desiderio nuovo.

E i nostri sessi, cosi complementari 

da generare temporali estivi.

Mentre ti penso addormentato,

esausto dopo una missione d’amore con me,

dentro di me,

sfoglio le stesse pagine di cui mi ricordi l’odore.


A mia nonna

 

Mia nonna

Mi piace pettinarle i capelli,

decorarle il viso di gioventù finita.

Mi piace guardarla mentre le sue mani costruiscono ricordi d’amore.

Mani come cornici di alberi eterni, sempre forti, sempre fragili.

Il suo odore somiglia ad un pomeriggio ad un pomeriggio in casa per proteggersi dalla pioggia.

I suoi occhi, castagne in autunno e pesche d’estate, promontori di cieli azzurri senza nubi.

Mi piace pettinarle i capelli, sottili fili d’argento che raccolgono la storia del tempo che passa.

La sera, la immagino raccogliere il disordine per casa come una guerriera che batte la ritirata.

Mi piace regalarle racconti di posti che non ha mai visto, come se fossero i suoi.

Quercia imperiale di una vita in tempesta, non ha mai perso la rotta, non è arenata mai.


Cose semplici

 

Con te vorrei fare cose semplici,

non serve scalare le montagne per amare.

Non ho bisogno di gesti eclatanti.

Non voglio che mi porti dei fiori, 

voglio sapere da che parte stare.

Che poi i fiori vanno bene, ma non fanno l’amore.

Voglio sapere che la mia guerra è anche la tua,

che la vita com’è non ti basta ancora.

Voglio guardare le ingiustizie del mondo e pensare che anche tu ne soffri,

come me pensi che non basta dissentire, bisogna amare per cambiare.

Si, voglio andare al cinema,uscire la sera e sorridere ad un bambino che cammina con sua madre.

Però voglio sperare, insieme a te, che ovunque nel mondo

tutti i bambini possano passeggiare.

Voglio tornare a casa la sera e raccontarti che sono andata al mare,

ho pensato:

sarebbe bello se non fosse stuprato di veleno e malaffare.

Mi piace fare delle cose semplici con te, 

immaginare un posto dove andare, senza paura,

dove le persone addirittura possono essere nere, dove nessuno si accorga del colore.

E’ bello quando mi fai un regalo,

è bello anche quando mi guardi e sappiamo già cosa vogliamo fare.

Mi piace fare delle cose semplici con te, come lottare.


Fotografia nel cuore

 

Ho imparato a leggere nel buio delle assenze,

ho pensato non fosse possibile perchè non c’era luce.

Ho imparato a leggere con le mani, a scrivere sulla pelle le cose che non volevo dimenticare mai.

Ho avuto paura di me stessa più di ogni altra cosa al mondo,

quando mi sono conosciuta la sensazione è stata la stessa di 

un tramonto stanco.

Ho scattato una fotografia nel cuore, i colori erano quelli di una

passeggiata che odora di salsedine ed amianto.

L’ho scattata mentre mi facevi una fotografia, le rughe intorno agli occhi 

sono l’idea che mi sono fatta della felicità.

Ho custodito le lacrime come perle di un tesoro prezioso,

finito in fondo al mare.

Ho attraversato i sogni, su una barca a remi che gira sempre su sé stessa.

Ti ho trovato nella pioggia,

ho capito che non esiste qualcosa che si perde, è che cambia forma

e continua a toccarti la faccia.


Poesia non detta

 

Custodisci i nostri sorrisi giovani e leggeri.

Custodisci il profumo che non passa mai.

L’umanità non sa che non ci amiamo più, non se ne capacita il mondo intero.

Pelle della mia pelle, radice delle mie radici, ti nascondi nelle penombre dei palazzi antichi.

Anche i fiori lo sanno che la primavera stenta ancora, gli manca il fiato pure al vento che non soffia più.

Nelle mattine fredde, sei stato il sole timido che dà sollievo.

Custodisci le lacrime che hai versato e non le maledire mai.

Inizio di ogni cosa, volato via come farfalle nuove.


RestiAMO

 

Camminando di notte tra le mura di una città impregnata di sale marino, 

acqua santa che non benedice mai, i palazzi mi sono apparsi vivi:

decadenti scenari che raccolgono silenziosamente le vite di chi resta ancora.

Un patto tacito d’amore, lontano dai treni che partono di mattina presto,

verso le mete che non hanno le sembianze della felicità, ma della melanconia.

Sulla strada le tracce di una notte consumata dagli antidoti che il nostro tempo ci concede.

Ho camminato battendo forte i piedi a terra, come per scuoterla,

come per dirle “scusaci”.

Ho visto negli occhi di chi ritorna a casa,

paesaggi di luoghi lontani,

bellezza e rassegnazione.

Volti stanchi,

le rughe intorno agli occhi 

ne avevano disegnato la storia,

come su un quaderno di carta pesta riciclata.

Camminando ho raggiunto il mare, 

maestosa coperta nera che restituisce amore.

l’ho guardato con la stessa meraviglia di sempre, 

Il vento, dirige l’orchestra di una canzone esausta.


A Matteo

 

A Matteo

Ai tuoi sogni,

ai sorrisi di chi ti ha voluto bene, che sorridono come te, per te.

Alla dolcezza e alla dignità, alla felicità mancata,

spezzata senza giustizia.

Alla nostra terra, che ti porta in grembo 

come un figlio che continua a vivere nei rami delle nostre mani, dei nostri passi.

La forza ed il coraggio di ricordare ogni giorno.

L’amore, unico frammento di verità nell’abisso dell’ipocrisia.


Venuto al mondo

 

Venuto al mondo in un giorno di pioggia qualunque,

un giorno che sa di vita, nonostante tutto.

Piccolo, così tanto da non riuscire a pronunciare il suo nome,

come se pronunciandolo le lettere fossero solo lettere, solo un nome.

Venuto al mondo ora,

tra la notte ed il giorno.

Benvenuto in questo posto fragile dal destino fragile,

tra mille braccia che faranno da fortezza nei tuoi giorni pieni d’amore.


Stringiamoci

 

Tenetevi strette le persone autentiche.

Quelle a cui vai bene anche tra le ombre delle sere a cui non dai speranza.

Tenetevi stretti quelli che non temono la paura,

ma l’affrontano come un abbraccio di sera dopo una giornata di lavoro.

Teneteli stretti ma lasciateli andare, perchè lo spazio necessario equivale ad uno sguardo da lontano.

Teniamoli accanto, non dietro, non avanti.

Gettiamo via chi spegne i sentimenti come sigarette fumate di fretta

di sabato sera, tra i fiumi dell’alcol.

Prendiamo scelte, anche sbagliate.

Lanciamo il cuore oltre l’ostacolo ma non aspettiamo che ritorni indietro.

Amiamo sempre, resistiamo alla brutalità di chi ci vuole soli.

Teniamoci stretta la speranza di cambiare il mondo,

chi ci controlla sa che è la forza più grande che abbiamo.