Leonardo Merucci

Poesie


Se penso a te

Se penso a te son felice, ricordo i bei momenti insieme.

Se penso a te di volar fin su il Paradiso mi pare.

Se penso a te la tua immagine appare e il cuor mio balla,
è felice e triste al tempo stesso perché ai bei momenti
insiem penso.

Se penso a te da pianger mi viene e piango perché mi manchi tanto,
la tu assenza è come un freddo giorno d’inverno in cui nevica.

Se penso a te felice e triste sono, te ne andasti
e ‘na pugnalata mi dasti e la ragion non mi spiegasti,
di stucco e triste lasciasti me ed il cuor mio, che mai smise d’amarti,
né d’aspettarti.

A non dichiararti il mio amor grave errore feci,
un folle e un vigliacco fui e or piango pensando a te.

Se penso a te mi vien da associarti la parola “bellezza” perché
molto bella sei, una Venere che lungo la via incontrai.

Se penso a te da me vorrei che tornassi e son triste perché
ciò non accade, ma, come si dice, “That’s Life!”. 1

 


 

A Gabriella

Gabriella, qual bellissimo nome, ma tu ancor
più bella sei, com’una stella che nel cielo brilla.
Quando Nostro Signore stava per compiere 2017 anni
In terra Magiara ci vedemmo: io straniero in un campus
per studenti erasmus e universitari, te lavoratrice in sì bel posto.
Già allora com’una stella brillavi, oggi ancor
più brilli di infinita bellezza,
che il cuor mio colpì facendolo ammattire;
bellezza ancor oggi infinita nonostante il passar del tempo.
Grande onor fu conoscerti, ma ancor più bello fu abbracciarti,
manchi tanto come l’aria, con te passar il tempo molto bello era,
tutti i problemi via andavan quando vedevamoci,
i tuoi abbracci eran pura poesia, ah, t’avessi prima incontrata!
Ogni volta che italiano t’insegnavo,
dopo lezione uscendo e alla fermata del bus accompagnarti,
sotto braccio o man nella man camminando, maggior piacer
non esisteva.
Nulla di più bello di te c’era,
nulla di più bello de’ le manine tue, del tuo viso angelico
e principesco.
Sei una principessa caduta dal cielo tra le braccia mie che il cuor
mio impazzir fece.
Il dì della partenza da Terra Magiara doloroso fu perché
a te tenevo, a te affezionatomi ero e piangevo sì
tanto che le mie lacrime una piscina riempir potessero.
Dato l’ultimo abbraccio di baciarti tentai,
ma non riuscii perché la testa girasti
e sulla guancia lo ricevesti,
capir mi facesti che meco ti saresti messa sol quando
una tigre sotto la neve visto avresti.

Da quel momento mai più rivisti ci siam e il mio cuor
piange e soffre quando ripensa al tempo insieme,
con la speranza che tornar un giorno possa.
Köszönöm, Gabri! Nagyon hiányzol, gyönyörű Magiara hercegnőm.2

 


 

Bella (momento piacevole)

Bella, quante passate ne hai prima di qui giunger?
Nel paese tuo cose brutte c’è, un’inutile strage da l’invasor
compiuta, ma voi combattete e resistete come i partigiani
contra i nazi-fasci, eroi siete e sarete!

E tu, sì giovane e bella nella Città Martire3 arrivasti
con me parlasti, un vero piacer fu!

Sì bella e acculturata sei, tante ne passasti prima di qui
Arrivar.

Nonostante i nefasti eventi di sì divina luce brilli.
Sì bella, acculturata e speciale sei!

L’arrivo tuo nella Città Martire un sì grande onore per me fu,
ma con te parlar onor ancor più grande è.

Grazie per sì grande onore datomi,
grazie per sì grande e bello momento insiem passato.
Bella, speciale, com’una ginestra in fiore sei e mai
scordar te lo devi.