Letizia Caiazzo - Poesie

Volerò

 

Volerò

con le farfalle


Volerò

sui pochi fiori


di questa breve

primavera

 

2 Volerò (Copia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Volerò  cm.60×95


Nel mare

 

Nel mare mi perdo

 

frammenti di memoria

disperdo

 

Nel mare rivivo

 

frammenti d’arcobaleno

 

ritrovo

 

 

3 il vecchio e il mare (Copia)

 

Il vecchio e il mare cm.60×48


 Oscurità

 

Nell’oscurità del nulla

ricordi, parole, fatti

 

Nell’oscurità del nulla

pensieri, tremori, dolori

 

Nell’oscurità del nulla

stupori, tepori, amori

 

4 Meraviglia (Copia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Meraviglia cm.60×50


 Vuota melodia

 

In te

mi ritrovo

distrattamente

 

In te

i miei pensieri

nuovamente

 

Rivivono con te

ricordi

 

in una melodia

vuota

senza accordi

 

5 vuota melodia(Copia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vuota melodia cm.60×80


 Palpebre sgranate

 

Le persiane sono spalancate,

ed è entrato il respiro del mondo

 

Tu, donna, con palpebre sgranate

ancora dolenti  per il quando,

il dove, il chi e il perché

 

Tu, donna, piangi lacrime di dolore,

senza fine, con un perché:

 

il perché d’un amore

senza amore.

 

6 palpebre sgranate (Copia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Palpebre sgranate cm.50×70


 Microcosmi d’acqua

 

Microcosmi d’acqua

su lastre d’acciaio

scoppiano irruenti

sgretolandosi  in luci

colori faville

 

E mondi nuovi

si disegnano

in giochi armoniosi

 

7 microcosmi d'acqua (Copia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Microcosmi d’acqua cm.60×80


 Occhi incantati

 

Occhi incantati

guardano lontano

l’incanto del mare

l’indaco del celo

 

Occhi incantati

rivivono la magia

di un amore passato

di giochi infiniti

di gioie mai spente

 

Occhi incantati

si perdono nella luce

d’un arcobaleno

 

In balia di colori

mai sbiaditi

 

di girotondi gioiosi

di danze appassionate

 

8 occhi incantati (Copia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Occhi incantati cm.60×85


 Sassi consumati

 

Sassi consumati

dalle onde del mare

parole martoriate

dallo scorrere del tempo

 

Lo sciabordio

un canto lontano

d’un incanto sfinito

 

La  schiuma è bianca

il sogno riappare

Il luccichio danza

gli occhi brillano ancora.

 

E il tramonto diventa Aurora

 

9 pietre4 (Copia)

 

 

 

 

 

 

 

 

Pietre cm.100×75


 

In un cerchio

 

In un cerchio

sono persa

nella tua morsa

 

Il tuo respiro nel mio

oltre ogni

tempo

 

1 mondi nascosti cm (Copia)

 

Mondi nascosti  cm 80×80


 

Letizia Caiazzo è artista di potente immaginazione e straordinaria invenzione figurativa. I versi nei quali ha tradotto il suo universo pittorico sono fedele riflesso di tale creatività: poveri di sintassi (e retorica) sono invece ricchissimi di cose (ed emozioni)! Il prosciugamento del linguaggio, la sua rigorosa stilizzazione attraverso ardite e a volte selvagge nominalizzazioni (già rilevabile nei titoli dei singoli componimenti), le permette di estrarne quintessenze verbali densamente simboliche, nelle quali, come in un caleidoscopico schermo di parole, la sua anima di donna e di artista può proiettarsi, riflettersi e nominarsi. È una poesia di forme e colori (vicinissima, quindi, alla sua pittura) nella quale le immagini, faticosamente evocate attraverso un lessico depurato di fronzoli retoricamente decorativi, sono folgorazioni emotive di evidenza immediata. Leggendo i testi, sembra di visualizzare mentalmente, accanto ai concetti significati, anche figure e disegni, macchie cromatiche e suggestioni visive. Come la sua pittura in certo modo “parla”, nel senso che narra e spiega ciò che accade nei recessi della psiche, così i suoi versi in certo modo “dipingono”, per la immediatezza ed evidenza di tali suggestioni, in alcune delle quali l’effetto pittorico è staordinariamente potente. Oltre che il notevole valore intrinseco di questa poesia, segnalo l’esperimento (che è poi esperienza) di attraversamento dei codici espressivi, per il quale l’emozione tende a travasarsi dalla pittura alla parola: restando uguale il contenuto emozionale, quasi astratto archetipo mentale, esso si plasma ed articola prima nella figura disegnata e poi nella parola detta; ma figura e parola rinviano all’archetipo che le ha generate, risultando così potenzialmente traducibili l’una nell’altra e quindi interpretabili l’una dall’altra. Un esempio può dare l’idea di ciò che definsico prosciugamento del linguaggio. Nella poesia Scarpe la messa a fuoco radicale ed estrema dell‘oggetto indicato attarverso il titolo produce nello stesso tempo, da una parte, la sistematica nominalizzazione di ogni immagine concettuale (non ci sono verbi) e dall’altra un effetto di vorticoso dinamismo che lascia il lettore letteralmente “senza fiato”, poiché le immagini si susseguono con ritmo frenetico di cui è motore precisamente l’assenza dei verbi: ci aspettiamo di trovare prima o poi il segno verbale del movimento, ma questo è interamente sussunto dai sintagmi nominali che configurano l’insieme del testo e ne scandiscono, quasi fotograficamente, i passaggi:

 

 

Scarpe

Scarpe rotte consunte sporche

Sempre in cammino

con passi svelti allegri

con passi faticosi dolenti

Scarpe in cammino mai a lasciare la via.

 

 

Il fatto che la poesia entri in risonanza intertestuale ed interfigurativa con i famosi dipinti di scarpe di Van Gogh (forse in polemica con gli intellettualismi accademici che a partire dalle analisi di Heidegger hanno ‘contaminato’ la purezza espressiva del sommo artista olandese), arricchisce il testo di suggestioni metaartistiche che mettono in luce il carattere nient’affatto ingenuo o sprovveduto del minimalismo espressivo di Letizia Caiazzo, che esplora l’universo verbale della poesia con lo stesso giovanile e geniale entusiasmo con cui esplora l’universo figurativo della pittura.

 

 

Settembre 2018                                      Raffaele Pinto