Volerò
Volerò
con le farfalle
Volerò
sui pochi fiori
di questa breve
primavera
Volerò cm.60×95
Nel mare
Nel mare mi perdo
frammenti di memoria
disperdo
Nel mare rivivo
frammenti d’arcobaleno
ritrovo
Il vecchio e il mare cm.60×48
Oscurità
Nell’oscurità del nulla
ricordi, parole, fatti
Nell’oscurità del nulla
pensieri, tremori, dolori
Nell’oscurità del nulla
stupori, tepori, amori
Meraviglia cm.60×50
Vuota melodia
In te
mi ritrovo
distrattamente
In te
i miei pensieri
nuovamente
Rivivono con te
ricordi
in una melodia
vuota
senza accordi
Vuota melodia cm.60×80
Palpebre sgranate
Le persiane sono spalancate,
ed è entrato il respiro del mondo
Tu, donna, con palpebre sgranate
ancora dolenti per il quando,
il dove, il chi e il perché
Tu, donna, piangi lacrime di dolore,
senza fine, con un perché:
il perché d’un amore
senza amore.
Palpebre sgranate cm.50×70
Microcosmi d’acqua
Microcosmi d’acqua
su lastre d’acciaio
scoppiano irruenti
sgretolandosi in luci
colori faville
E mondi nuovi
si disegnano
in giochi armoniosi
Microcosmi d’acqua cm.60×80
Occhi incantati
Occhi incantati
guardano lontano
l’incanto del mare
l’indaco del celo
Occhi incantati
rivivono la magia
di un amore passato
di giochi infiniti
di gioie mai spente
Occhi incantati
si perdono nella luce
d’un arcobaleno
In balia di colori
mai sbiaditi
di girotondi gioiosi
di danze appassionate
Occhi incantati cm.60×85
Sassi consumati
Sassi consumati
dalle onde del mare
parole martoriate
dallo scorrere del tempo
Lo sciabordio
un canto lontano
d’un incanto sfinito
La schiuma è bianca
il sogno riappare
Il luccichio danza
gli occhi brillano ancora.
E il tramonto diventa Aurora
Pietre cm.100×75
In un cerchio
In un cerchio
sono persa
nella tua morsa
Il tuo respiro nel mio
oltre ogni
tempo
Mondi nascosti cm 80×80
Letizia Caiazzo è artista di potente immaginazione e straordinaria invenzione figurativa. I versi nei quali ha tradotto il suo universo pittorico sono fedele riflesso di tale creatività: poveri di sintassi (e retorica) sono invece ricchissimi di cose (ed emozioni)! Il prosciugamento del linguaggio, la sua rigorosa stilizzazione attraverso ardite e a volte selvagge nominalizzazioni (già rilevabile nei titoli dei singoli componimenti), le permette di estrarne quintessenze verbali densamente simboliche, nelle quali, come in un caleidoscopico schermo di parole, la sua anima di donna e di artista può proiettarsi, riflettersi e nominarsi. È una poesia di forme e colori (vicinissima, quindi, alla sua pittura) nella quale le immagini, faticosamente evocate attraverso un lessico depurato di fronzoli retoricamente decorativi, sono folgorazioni emotive di evidenza immediata. Leggendo i testi, sembra di visualizzare mentalmente, accanto ai concetti significati, anche figure e disegni, macchie cromatiche e suggestioni visive. Come la sua pittura in certo modo “parla”, nel senso che narra e spiega ciò che accade nei recessi della psiche, così i suoi versi in certo modo “dipingono”, per la immediatezza ed evidenza di tali suggestioni, in alcune delle quali l’effetto pittorico è staordinariamente potente. Oltre che il notevole valore intrinseco di questa poesia, segnalo l’esperimento (che è poi esperienza) di attraversamento dei codici espressivi, per il quale l’emozione tende a travasarsi dalla pittura alla parola: restando uguale il contenuto emozionale, quasi astratto archetipo mentale, esso si plasma ed articola prima nella figura disegnata e poi nella parola detta; ma figura e parola rinviano all’archetipo che le ha generate, risultando così potenzialmente traducibili l’una nell’altra e quindi interpretabili l’una dall’altra. Un esempio può dare l’idea di ciò che definsico prosciugamento del linguaggio. Nella poesia Scarpe la messa a fuoco radicale ed estrema dell‘oggetto indicato attarverso il titolo produce nello stesso tempo, da una parte, la sistematica nominalizzazione di ogni immagine concettuale (non ci sono verbi) e dall’altra un effetto di vorticoso dinamismo che lascia il lettore letteralmente “senza fiato”, poiché le immagini si susseguono con ritmo frenetico di cui è motore precisamente l’assenza dei verbi: ci aspettiamo di trovare prima o poi il segno verbale del movimento, ma questo è interamente sussunto dai sintagmi nominali che configurano l’insieme del testo e ne scandiscono, quasi fotograficamente, i passaggi:
Scarpe
Scarpe rotte consunte sporche
Sempre in cammino
con passi svelti allegri
con passi faticosi dolenti
Scarpe in cammino mai a lasciare la via.
Il fatto che la poesia entri in risonanza intertestuale ed interfigurativa con i famosi dipinti di scarpe di Van Gogh (forse in polemica con gli intellettualismi accademici che a partire dalle analisi di Heidegger hanno ‘contaminato’ la purezza espressiva del sommo artista olandese), arricchisce il testo di suggestioni metaartistiche che mettono in luce il carattere nient’affatto ingenuo o sprovveduto del minimalismo espressivo di Letizia Caiazzo, che esplora l’universo verbale della poesia con lo stesso giovanile e geniale entusiasmo con cui esplora l’universo figurativo della pittura.
Settembre 2018 Raffaele Pinto