La fine
Roseo fu il tono
di quelle parole galleggianti
in un ciel sereno.
Roteavi come
una ballerina russa
sulle note dei cinguettii
di una primavera lontana,
dolce come i tempi e i luoghi
che furono.
Legati al nulla cosmico,
tra una stella cadente
e un buco nero,
dondolando sull’ altalena
oscillante fra le tue membra
sospesi sulla voragine
dell’abisso.
Una mano in alto,
una voce che si eleva,
un bambino al giorno
del giudizio:
<<le stelle si salveranno>>
mentre noi,
continueremo a spegnere
la pioggia con il fuoco,
indecisi
se galleggiare
o bruciare il paradiso.
Ancora
Ostilità consumata
dalle orme del destino.
Un’ incredibile visione
dell’umanità si manifestò
nel corpo di una donna.
L’ universo era li,
che le avvolgeva le debolezze.
Era una pioggia di stelle,
su un volto tenero,
come le cose belle.
Come l innocenza
di una bambina
intrappolata.
Non ti guardava mai,
lei guardava oltre.
La fragilità degli occhi
spaventa solo
chi non è in grado
di sostenerla.
C’ è uno spruzzo di gioia
che determina
la differenza tra lei
e l’ altra ancora.
Un petalo perso,
un gin,
un whisky
e un altro ancora.
Il ragazzo dalla testa confusa
Si spezza lento, come se non fosse mai esistito, scomparve dalla mia vista come la sabbia fra le dita. Non lo dissi mai, ma mi spezzai un po’ anch’io. Rimasi vuota dinanzi a nulla, non c’era nessuno, neanche io. Non c’era nulla da guardare, nulla da sentire, come se non avessimo mai sentito niente, come se non ci fosse niente. E noi non sentivamo più neanche il dolore, che ormai era superfluo. Eravamo contenitori vuoti e non ci restava altro che uno scheletro senza sentimento sbattendo tra le ossa di altre genti senza mai graffiarsi. E cosa potevamo fare se non lasciarci agguantare dalle tenebre e lasciarci trascinare all’inferno.
La ragazza persa
Stanca
è così che si sentiva
sola
nell’ infinità del mondo
vagava
da braccia in braccia
cercando casa
siamo a pezzi
come i puzzle
in continua ricerca
del pezzo mancante.
Linee parallele
Avevano gli stessi orizzonti,
ma strade diverse.
Andavamo nella stessa direzione,
guardandoci in lontananza,
sorridendo qua e la.
Camminando stanchi,
con il cuore calmo
e gli occhi lucidi.
Eravamo due linee parallele
destinate all’infinita agonia.
Essere innamorati è una condizione
che ha bisogno di sacrifici.
Alla ricerca di te
Un bicchiere di vino rosso e una lacrima amara sul tavolo delle mie emozioni. Quel cuscino accanto al mio odora ancora di te. Sento il tuo sapore su quella tazza di tè, mai più bevuto, lasciato raffreddare sul davanzale davanti un’alba d’ inverno. Mi sei nelle ossa e non riesco ad abbandonarti. Mi hai lasciato uno stampo, sei ovunque. Un’ infinità lacerante come una pioggia di lame. Anche i miei respiri hanno il tuo profumo, come se ti fossi dissolto nel mio ossigeno. Una parte di me viveva in te ed ora chi sa dove, chi sa se mi hai conservato un posto in fondo al tuo cuore. Ora vivo in un monolocale e ci sto stretta senza te. E tu non lo sai perché io non te lo dico, come se mi morissero le parole in gola. Ingoiamo anche noi stessi pur di non far vedere un briciolo di intimità, un briciolo di umanità e preferiamo scivolare in un vortice infinito che sono gli occhi miei, che risucchiano il cielo azzurro ma scatenano le tempeste. Fulmini che interrompono il buio e illuminano per una frazione di secondi il tuo volto e poi ti nascondi ancora fra le brame dell’oscurità. E io continuo a cercarti, nei volti dei passanti o nei cartelli pubblicitari, ma tu non sei neanche lontanamente vicino. Nei occhi mi sono rimasti stampati i tuoi. Riesco quasi a vedermi come mi vedevi tu.
Irraggiungibile
Ti guardavo da lontano,
come si guardano
le cose belle.
Senza poterle toccare.
Belle e irraggiungibili.
Come la fine di un arcobaleno.
E tu sviavi il mio sguardo
per non capire cosa stavo pensando,
o forse, perché lo sapevi già.
Ma i miei occhi poi,
non li hai visti mai
mentre parlo di te.
Sei quello che cerco in chiunque.
Potremmo essere tanto,
ma abbiamo scelto di essere
Nulla.
Bolle di sapone
La luce del mattino
filtra dalla finestra
e l’odore del caffe
inebria la stanza.
Mentre la tua voce
imprime sul muro
note dai colori allegri.
Mentre leggi le pagine
piene di me,
tra le bolle di sapone
che alleggiano e
sfuggono
alla presa delle tue mani.
Vorrei svegliarti,
insegnarti a non cedere
alle chimere ipnotiche
e imprimerti nei miei occhi.
Tu, immobile
che guardi perso oltre
una finestra appannata
dalla malinconia,
per sentire
in un unico accordo
quello che sento io.
Frivola l’importanza del mondo,
quando
puoi stringere me.
Tempo
Scorrono veloci
le lancette di un vecchio orologio
logorato dal tempo.
Osserva la vita che scorre
e noi controcorrente.
Non temere il grande buio
piccola stella.
Hai gli occhi grandi come le mie paure
ma splendono come il sole
nei giorni d’ estate,
dopo un temporale.
Siamo di passaggio
e dietro un sipario di seta
il tempo arresta la sua corsa
ed io resto immobile.
Dannato tempo
e l’imparità dei sensi.
Sopravvivere
La vita continua il suo corso
non rendendo conto
alle stragi che lascia.
Va avanti,
nonostante tu,
rimanga indietro
solcandoti dentro
solamente
un amaro vuoto.
Allora resti immobile
dinanzi ad un tramonto di carta
pensando che,
forse,
è proprio cosi
che dovrebbe andare.
Non ti soffermi a chiederti il perché,
Consapevole
Di non avere il potere
di cambiare qualcosa.
E allora continui a sopravvivere.
Sopravvivere e basta.
Nell’attesa che il vuoto
sparisca