Lorenzo Baldazzi - Poesie

NAUFRAGO

 

Toccò le sponde del fiume.

I suoi passi macigni.

I suoi capelli rovi aggrovigliati.

I suoi occhi spenti, ma ancora vivi.

E la sua voce un malinconico lamento.

Perso nel pudore e nella vergogna

come Adamo si coprì celere.

Occhiate incredule e aspre lo scrutarono

e corpi impauriti fuggirono a tale immagine.

Solo una fanciulla, dea velata di fulgida

beltà, non seguì le altre e si fermò.

Candidi i suoi capelli.

Occhi verdi di speranza.

I suoi passi una coreografia di grazia.

Si avvicinò a lui e gli dette fiducia.

L’uomo avanzò, nella melma salmastra

come i ricordi che portava dietro.

Si sentì naufrago e signore.

Tra vergogna e ammirazione.

Come un fulmine giunse

e squarciò il cuore di lei.

Come neve che si scioglie al calore estivo

lui la prese per mano.

E camminarono,

tra lacrime di nostalgia,

tra mille sguardi infiniti,

tra mille baci incerti.


 

SPASIMO

 

Vorrei tanto tornare come prima

e non soffrir come fo ora.

Non bastan mille strofe in rima

per dirti che ti voglio ancora.

 

Ma tutto ciò che posso io fare

è sfogar l’anima mia qui sopra,

su fogli di rappresa carta ocra

che si impregnano di oscur colore.

 

Torna amica mia, scusa io ti chiedo…

in ginocchio da te, che senza mi annego

in un mare di pensieri in cui il mio ego

vedeva l’inferno dove ora risiedo.

 

Torna da me, amica del cuore.

Ti aspetto sapendo che c’è la speranza

che possa tu essere pronta abbastanza

per rivedere in me quell’amore.



IL VOLO

 

Chiusa in una stanza di vetro,

ti immagino con me al tuo fianco,

ma di fronte al tuo cuore tetro

mi volto indietro e piango stanco.

 

Morire d’amore così,

volando tra sogni ideali;

io che sperando in un tuo sì

mi son bruciato queste ali.

 

E ora precipito in un fosso infinito,

forse amore non è altro che un mito.

Non vedo la fine e ho perso l’inizio,

della sofferenza ne faccio ora un vizio

 

e alzando lo sguardo vedo soltanto

il lume tuo intenso che ho amato tanto.

Un bacio ti lancio come ultimo gesto

prima che al cuore venga un arresto.


TORMENTO

 

Conosco me stesso ma non mi conosco.

Perso in una mente che è un bosco,

fitto di mille problemi infiniti,

ricco di bestie che urlan guaiti.

 

Il battito che a tratti pare fermo,

in attimi di male eterno.

Flebil goccia d’amor malato

che contamina un uomo allarmato.

 

E quando tutto è tinto di nero

capisci davvero di essere stanco,

alla ricerca di qualcosa di vero,

qualcosa di cui certo manco.

 

Luce di razio dove sei andata?

Spero mi possa accogliere ancora,

ora che il buio della mente mi divora

cerco in te una parvenza d’aurora.


COSA MI FAI

 

Oh gioia infausta che parla d’amore,

dimmi come posso aprire il tuo cuore.

Anni che provo a trovare me stesso

e li ritrovo solo nel tuo odore.

 

Senza di te non sarà mai lo stesso

e perdo contro i miei demoni neri,

succube di sentimenti sinceri,

rimpiango i momenti belli in cui c’eri.

 

Vorrei donarti un bel mazzo di rose,

ti tocco e mi getti contro le spine;

poi ti racconto dentro le mie rime,

del tuo pensiero vado in overdose.

 

Cosa mi fai non lo vedi tesoro?

Perdo sempre di più la tua traccia.

mi sto rovinando i bei anni d’oro

sperando di averti tra le mie braccia.


PARANOIA

 

Come un veleno che si ingoia,

sei la mia condanna, il mio boia,

il mio cervello che si scuoia,

mia struggente paranoia.


IL MIO DESERTO

 

Io mi chiudo al vederti

nella luce di occhi raggianti,

poi mi perdo nei reali deserti

che la mente culmina in pianti.

 

La speranza come un barlume

bacia le iridi mie scure.

Ma il vuoto sovrasta il lume,

brividi accendono le mie paure.

 

Un’oasi intravedo nel pieno della mente

Qui il mio animo lasso si rischiara.

Ma la visione fallace sfianca tristemente

e lo condanna a una sorte più amara.

 

Il mio pensiero è nebbia e inghiotte

la ragione nel nero della notte.

E’ la fine? Non vi è speranza alcuna

e sconvolto alzo il volto a mirar la luna.


TI CERCO

 

Ti cerco.

E ti cerco negli sguardi dei bambini,

nei fiori, nei frutteti,

nelle farfalle, che di mille colori son vestite.

Ti cerco nelle nuvole, che fanno da coperta

ad un cielo meraviglioso.

Ti cerco e ti voglio, ti sogno.

Ti cerco nelle case, nei camini accesi,

nella neve candida come le tue guance

pallide quando sorridi.

Ti cerco nelle tue labbra, calde e sinuose.

Ti cerco nelle tue mani, delicate come non mai.

Ti cerco nei miei pensieri, nei giorni che verranno,

nel tempo e nello spazio.

Ti cerco quando piango, voglio un tuo abbraccio.

Ti cerco nelle lacrime versate e tu non ci sei.

Ti cerco amore, dove sei?

Ti cerco, ti voglio, ti amo.


LE CHIAVI DEL TUO CUORE.

 

Voglio entrare nel tuo cuore,

benché sia impresa tosta;

dimmi, mio immenso amore,

a cosa sei disposta.

 

Per accedervi non ho le chiavi,

non son San Pietro in paradiso.

I miei spiriti d’amore schiavi

giacciono al cospetto del viso.

 

E come un’onda nella fioca luce

del faro che le barche conduce

si getta imperversa sullo scoglio

 

io mi struggo così tanto,

cado in un copioso pianto

e alla tua immagine mi ammoglio.


ALICE

 

La tua splendente immagine

squarcia il mio cuore,

è questo tuo amore

che crea in me una voragine.

 

Alice, dolce distruttrice,

Alice, vita mia,

mostrami tu la via

per risalire in superficie.

 

E se tu non avrai in mente

di portarmi allo spiraglio

che al tuo cuore conduce

 

non potrò neanche dir niente,

ché di te amo ogni dettaglio,

ché di te amo questa luce.