REGINA PERSIANA
Sei tanto
bella
regina
persiana
prendo un succo
alla pesca
nel frigorifero
e lo bevo
sul divano
affianco a te,
senza fare rumore,
non voglio svegliarti.
Guardo fuori
il sole quasi tramonta
ti bacio
prima la fronte,
poi gli occhi,
le guance,
il naso
la bocca,
il collo.
Le mie labbra
ora hanno
il sapore della pesca
mischiato al tuo
e sento la mia pelle
che vibra
quasi svengo
basta ti sveglio,
vieni con me sul balcone
sono stupito nel vedere
cosa riesce a fare
Dio con l’arancione e
il rosa,
mi giro,
Dio si è superato,
ci sei tu
di spalle
con un vestito
nero solenne
da sposa.
ANNOIATO
Annoiato
dalla
monotonia
del
giorno
Annoiato
scontata
normalità
voglio
tingerti i capelli
di verde
e sentirti
cantare
canzoni
orientali
vestita di nulla.
E ti prometto
che dipingerò
le tue labbra
su tele nere
con colori
graffianti
e ti fulminerò
con
i miei versi
diversi
riversi
sconnessi
fino a farti
sanguinare
vino rosso
dagli occhi
sopra un divano
di pelle bianca.
Sdraiata
vera
di sera.
DELIRIO D’ARTISTA
Delirio
d’artista
con mani
imbrattate
di vernice
in un giardino
malmesso
spoglio
e senza senso
raccolgo
pochi fiori
ed invento
parole
sul terriccio
pensando
a quanto siano
bastarde le nuvole
ad aver coperto
un tramonto
così bello
mi pungo con una rosa
che sembra rossa
e gioisco,
perlomeno
è un modo per
far entrare
dentro di me
la natura
guardo gli
alberi
spogli
in questo
autunno che
profuma
di primavera
accendo
una mezza
sigaretta
spenta
mezz’ora fa
non voglio
vivere
tra le persone
forse
so parlare
con gli
insetti.
È andata via
la luce
rimango qui.
LUCIFERO
Lucifero
sono malvagio
non ho più voglia
di far l’egoista
satana ribelle
ho sbagliato
e me ne pento
mi vergogno
d’esser nato
io
viscido
testardo
mi vergogno d’averti vicino
angelo mio
tornato dall’inferno
non sono nulla
non sono abbastanza
e facciamola finita
avvelenami
premi il grilletto
e uccidimi
nel tuo letto
pieno di lacrime.
SONO FUMO
Raggomitolato
Come un gatto
tra i ricordi
d’un passato
inesistente
vivo nell’attesa
del futuro
che forse
mi regalerà
tramonti incantati
e notti stellate
o forse
mi butterà
nella cenere
di una vita
allo sbaraglio
mai vissuta
scaduta
nell’attesa
del nulla.
Sono fumo
d’un sigaro
mai acceso.
SE POSSO
A Roma
piove
dentro di me
il sole
che batte
come il mio cuore
fiorito
bocciolo di rosa
e guardo
il leone
che sputa acqua
ed io sputo parole
insensate forse
d’una vita
strana
forse breve
ma gloriosa
forse di merda
ma vissuta
in ogni istante
in ogni sguardo
in ogni tocco
e sogno Parigi,
noi due tra vent’anni
un tavolino di ferro
lavorato a mano
e due caffè,
io
macchiato al vetro,
se posso.
NUDA
Nuda tra il mare nero
ed il cielo ondoso
piccola orchidea
stanca del gelo invernale
piuma trasportata
dal vento
sul mio petto
il mio sguardo si fonde
nei tuoi occhi,
le mie mani
toccano
veli di miele
sul tuo corpo
dorato
e gusto la dolcezza
del tuo essere
appoggiata al muro
parli
ed io penso
all’eternità,
all’amore sublime,
alla solitudine,
agli alberi spogli
che nel freddo
delle notti
per scaldarsi
ballano su di noi
un valzer solitario
sulla musica
suonata dal vento.
Penso alla bellezza
di una vita
tra le tue mani
gentili.
L’ALTRA SERA
I graffi
l’altra sera
le grida
l’altra sera
i respiri
l’altra sera
e non c’era
altro in quella
stanza.
La tua schiena
le mie dita
le mie vene
le tue guance
la maglietta nera
sul pavimento
gli anelli argentati
sul comodino
pioggia
grandine
neve
fuori da quel posto
diventato sacro
diventato tempio
del nostro amore
inquieto
domato
da altro amore
alle cinque del mattino.
Poi un
toast
del latte al caffè
ed i tuoi occhi
con dietro
il mare.
CHE LINGUA PARLI?
Che lingua parli?
Lo spagnolo
O il milanese?
Quanto sei bella?
Perché non riesco
A dirti neanche
Una parola
Cristo santo.
Parla ti prego
che più parli
più sono cotto
di te e dei tuoi
capelli lunghi
cosi lunghi
che ti immagino
nuda
con quella
chioma sul letto.
Ma chi sei?
Sei dei gemelli
o del sagittario
sei da sola
al bar
sotto casa
o c’è qualcuno
che ti aspetta
per vederti ballare
su un tavolo
di marmo
per poi baciarti
sul collo
ascoltando
musica messicana
fino alle quattro
del mattino.
Quanti anni hai?
Cosa vuoi dalla mia vita?
Perché hai incasinato
I miei piani?
Perché mi guardi
In cagnesco?
Perché fumi quella
Sigaretta cosi piano
cosi bene?
Perché svanisci
piano nella nebbia?
Perché eri solo
un sogno
durato poco
in una notte
di febbraio,
in una vita
troppo breve.
METRO
Un pezzo di cervello
le si stacca
ed io lo ingoio
divento lei
lo risputo
divento io
di nuovo
voglio
fermare
questa metro
che non smette
mai di fare rumore
Il naso di quel vecchio
fa un movimento strano
guardo sulla porta
di vetro
e ripeto
quel tic maledetto
vedo un uomo
che prega
lo tocco
ed inizio a pregare
mi stacco e
torno di nuovo
in me
e la mia mente
viaggia
migliaia
di corpi
vaporizzati
su seggiolini
sudici di vestiti
sudati dopo giornate
di lavoro
e la mia mente
viaggia
migliaia
di piedi
in quella stazione
e scollego
il mio pensiero
dal mio corpo.
Scala
mobile
ascesa
in paradiso.
Ponte lungo
uscita Via Gela.