Lorino Trimarchi

Poesie


Che pace stanotte

Che pace stanotte,
Milena,
non sogna il mare
non spera
piange forse.

La calma
nasconde l’infelice
suo grido.

Così e il mio
Amore per te
Un grido nella quiete
che vela la bufera.

E ti sogno
ti penso
ti grido.

Ma la luce
sul mare
si spegne
si accende
come il tuo amore.

Eppure, l’eco
della mia notte
tra suoni silenzi sopiti
suadente sussurra
all’aria l’amore.

E allora
forse per noi
solo per noi
universi di lampare
brilleranno
sul nostro mare
lucido di pece.

 


 

Sei come

Sei come
una spina di rosa
sei come
una rosa
ma senza profumo per me.

Sei come
i suoi petali
di velluto scarlatto
ma senza profumo per me.
Sei come
il suo stelo pungente
verde di speranza
dolce di abbandoni
grigio di tristezza
di sanguinante indifferenza.

E sei gioia e affanno
i tuoi occhi
sono gioia e affanno
la tua pelle
è gioia e affanno
affanno e gioia.

Sono gioia
e desiderio di carezze
i tuoi capelli
blu come la notte.

Sei tu
col tuo viso euforico e poi…
d’un tratto pensoso… sempre.

Sei tu, sei Milena per me.

 


 

Notti malate di luna

Notti malate di luna
sgridate formiche, cicale
chiostre di pini
nuotanti nel lume
lucciole ondeggianti
nel chiaro
del grande, pallido viso
di fieno odoranti
campi d’estate
VI ASCOLTO
ma pace non date
al mio andare
solingo nel tempo
che fugge veloce.

 


 

Tra castagni

Tra scarni castagni
nel chiaro di luna
dilaga l’eco
invitante l’amore.

Forse risponderà la lupa
innamorata
dell’errante luna.

Forse fremeranno
le lucciole
fiaccole della notte.

A me
il tenero prato
sussurra di talami
di innamorati
ebbri di fuoco.

 


 

Solitudine

Il fiato trattieni
vecchio solitario mulino
con le ali al cielo.

Tremori sprigioni
tra le erbe,
paure di vecchi fantasmi
lassù, sulla collina
scura di ombre
di spettri gementi
perché…

perché soli noi siamo
nella notte
della luna sorniona,
zampillante di luce,
crudele candela.

Soli noi siamo
nelle tenebre dell’universo
tra il ruotare eterno dei mondi,
tra solitari,
fluttuanti sospiri,
su onde di lutto sospesi.

Lo vedo,
invochi il chiarore,
lo vedo
invochi le ali
lo vedo…
starnazzi.

Cos’è mai
quest’ansia di azzurro?