Teatrante
E a cosa finita rinasco,
e nella luce del mondo sforo,
e con testa sanguigna appaio.
Tra giochi di pliche faccio cuccù,
come una zecca all’interno esco,
con faccia di biacca a fissar la vita.
Intenta,
in basso,
nel buco,
a scambiarsi segni
come la domenica.
Sinapsi d’oppio e incenso.
Sorrido e derido, e faccio cuccù,
imposto un inchino, rubato a Cyranò,
vi regalo il vero e mi tengo i sogni.
In viso m’invecchio di crepe,
e zanne gialle dischiudo,
mentre scompaio. ……e tocco.
SEDUZIONE
E’ un polpastrello che sfiora la pelle.
La punta della lingua che mi solletica
Il brivido di una confessione sul collo.
Il respiro di una pagina sfogliata e
L’ansia di un silenzio.
Un ipotesi rapisce,
un sogno conquista,
concedersi la consapevolezza innamora.
RAMI SECCHI
Scarna stagione di piogge
In questo camposanto dimenticato.
A terra lembi scarni trattenuti
E densi di un sonno ancestrale.
Sono a vederle una folla di manigiunte.
Un fumo di fiamme votive.
Fotogrammi sparsi e immobili
Ora.
In questo bosco scialbo
fattosi giardino incolto
di piccoli orti desolati.
Sul fiume piano
Increspandosi sento
Piovere rane
TUMIDO FRUTTO
PUTRESCENZA D’UOMO
SMEMBRA LA TERRA
Un respiro caldo
Un piede gelato
Non sono solo
=
VIA LE PAGINE
DAI NOSTRI DIARI VECCHI
E FACCIAM FESTA
=
Ultimo Freddo
Sono aria,
Sono mattone su mattone su mattone,
Con la schiena dritta, il profilo preciso.
Sono l’ombra e la mano,
La lucertola veloce.
Sono acqua ,
Sono goccia dopo goccia,
Sono la pozzanghera in cui affogo.
Pianto e pioggia,
Causa effetto.
Camaleonte mutante,
Muro di sole,
solco di pioggia,
Corpo liquido dall’occhio vivo.
Vivo nell’occhio.
Sono la mano,
L’ombra stravolta,
la figura veloce.
I mattoni rossi e la fuga scura,
Un confine freddo e un caldo abbraccio.
BRUMOSO CICALEGGIO
Denso e grigio
è questo giorno
di caldo già sudato,
di scuri torvi
come comari
che spiano
affogate dal sole.
GOVERNO
E’un bigio uccello
screziato di nero.
Un maggiordomo,
dalle lunghe code,
impettito e goffo nell’essere
maleducato e scaltro.
Affonda il becco calloso
nella molle sostanza di un pane fradicio.
In crani colmi di pensieri informi,
senza farne distinzione.
Poi solleva il capo lordo,
inneggia
e vola via.