Luigi Amendola - Poesie

Canzone antica

 

Solchi lasciati

Da timida rugiada

La mattina.

Parole lasciate

In balia del vento

La sera.

Sguardi risoluti

E un momento per sé stessi

La notte.


 

 Nelle onde del mare

 

Riflessi del mondo

Del mio unico mondo

Nelle onde del mare

Spesso si trovano.

Contemplare la natura

Il gioco delle parti

Un mondo e un sogno

Al tempo stesso.

Una lacrima di tempo

Volgeva il suo fine

Nella sua perfezione

Investiva altri sogni infranti.

Il vento giocava un ruolo infinito

Gli alberi approvavano

Con il battere delle loro foglie

E tutto assumeva un contorno sfuocato.

Tornare ad una vita migliore

Esplorare il cosmo dei pensieri

Navigare tra le isole del passato

Avere la rotta puntata a nord.

Cercare un mondo perfetto

Dove l’infinito esiste

Parlare in versi vani

Essere un punto adimensionale.

Nelle onde del mare

Rivedere il proprio futuro

E scoprire tutti gli errori

Di un orribile passato.


 

Andare lontano

 

Preso da un volto

Un sorriso

Mi colpì.

Era un colpo di vento

Un’ascia parlante

Che mi ferì.

Un verso di una poesia

Una timida strofa

Mi intenerì.

Un sorriso presente

Di un volto lontano nel tempo

Prese tutto di me.

Era gioia

Era dolore

Nello stesso istante.

E mi fu difficile andare lontano.


 

 L’ombra di una carezza

 

Carezze

Di una mano

Di una voce

Lasciate a terra come foglie.

Raccogliere le foglie

Sparse

Su una terra rossa

Rossa come una vergogna.

Lasciare che esse volino via

Come dei pensieri

Naufraghi

Tra i tuoi capelli.

Solo un cuore libero

Ospita un bene profondo

Al di là di ogni senso

Di ogni mondo profano.

Dicono che conoscere se stessi

Sia come respirare

Il vento

In una notte d’estate.

Ci conoscemmo bene

E in un solo gesto

Riempimmo le nostre carezze

Beammo i nostri volti.

E parlammo solo di sorrisi

E nuove parole

E senso di infinito

Terra di uomini liberi.

Forse la lontananza

Un affannoso respiro

Il lento incedere dei nostri passi

Legarono le nostre braccia.

In catene nel mondo

Presi da una folle spirale

Lontani gli uni dagli altri

Seppur vicini ci ignorammo.

I nostri occhi

Abituati l’uno all’altro

Videro soltanto

L’ombra di una carezza.


 

 Legno scuro

 

Colpisci questo legno scuro

Ascia di guerra

Odio per gli uomini

Passo stanco del mondo.

Un enigma

Un debole risolutore

Paradigma di una vita

Difficile e misera.

Colpisci questo legno scuro

Viso di uomo

Roso dai rimorsi

Cercatore perenne di felicità.

Il lancio di un pensiero

Nella mente oppressa

Reca solo danno

Perché l’essere non esiste.

Colpisci questo legno scuro

Viso di donna

Consapevole

Che il legno scuro è ora il mio cuore.


 

Note di città

 

Rintocchi di oscurità

Passi vuoti in vie affollate

Giochi di luce

Riempiono gli occhi.

Cesti di consuetudine

Ben confezionata

Umili doni

Propizi al nuovo giorno.

Scrigni di cattiveria

Pacchi di bontà

Gente di strada

Musica del nulla.

Affollarsi di pensieri

Incedere di voci

Indistinte

E mai placate nel tempo.

Antichi rigurgiti

Di meste note

Si confondono

Nelle vie notturne.

Vene di linfa vitale

Mescolarsi di sogni

Sentore di occhi

Che impazziscono insieme.

Turbinio di voci

Canti tribali

Effetti speciali

Della vita presente.

Corse di tori

Clacson di foresta

Rami spezzati

Confusioni di vite ordinate.

Tante sono le note di città

Impossibile parlarne

Solo contemplazione

Di cose infinite e inutili.


 

La neve rossa

 

Parlare di sogni appena dimenticati

Parlare di segreti ben nascosti

Parlare di mondi mai visti

Cercare di vivere nei sogni

Cercare il sogno nella nostra vita

Cercare ogni volta di non perdersi

Nascondere la verità a sé stessi

Nascondere un pensiero in un mare profondo

Nascondere un amore nel nome del nulla.

Tutto questo serve all’uomo per vivere

Ci sediamo spesso sulla riva del fiume

Ed aspettiamo che cada la neve rossa.


 

 Parla piano

 

Parla piano

Quando parli

Parla piano

Quando sei nei miei pensieri

Parla piano

Quando sei con me

Parla piano

Quando respiri

Parla piano

Quando mi guardi

Parla piano

Quando sorridi

Parla piano

Quando gioisci

Parla piano

Quando piangi.

In ogni terra

In ogni luogo

E per tutta la vita

Sentirò solo te.


 

 Luce

 

L’impero della notte

Scolpì tremende statue di sale

Ed ogni orgoglio

Su questo pianeta

Rise il suo ultimo respiro.

Nelle strade del tempio

Solo un’ombra viva

Nel suo passato

Recitava il mistero

Di una violenta creazione.

E gli abitanti dell’incauto

Respiravano il nuovo vento di tempesta

Con ogni ruga del loro viso

Prendendo vita da soli

Recavano doni al nuovo padrone.

Decisi a mietere vittime

Gli emissari dell’oscurità

Presero in prestito

Vino caldo avvelenato

Dai portatori di pace.

Seguimmo come tuoni

I nuovi lampi dell’eccesso

Sordi alla vista del tempo

Che ci avvertiva

Del baratro davanti a noi.

Destino di nuova volgarità

Permeò la nuova infamia

Contenti ballammo

Fino a tarda notte

Bevendo gocce di fiele.

I calici del nuovo ordine

Descrissero mormorando

Le leggi del mondo prossimo venturo

Tessendo le lodi

Del nuovo creatore.

Decisi a passare ostinati

Alla vita delle semplici larve

Dimenticammo di essere già farfalle

E pensammo di aprire il cuore

Al regresso spirituale.

Corri larva corri

E profonda adorazione

Verso l’incessante oscurità

Mostra estrema gratitudine

Per chi ti ha calpestato.

Sii un inno alle nuove gioie

Rinnega l’infinito

E mira i nuovi traguardi

Del mosto di verità

Imbottigliato in nuove catene.

Dimentica di far parte

Di un fascio di luce

Chiudi gli occhi

Respira solo lo spazio

E non pensare più.


 

In futuro

 

In futuro

Imparerò a parlare

Alla scuola della vita

Usando il silenzio

Come unico gesto

Di un pazzo egoista.