Canzone antica
Solchi lasciati
Da timida rugiada
La mattina.
Parole lasciate
In balia del vento
La sera.
Sguardi risoluti
E un momento per sé stessi
La notte.
Nelle onde del mare
Riflessi del mondo
Del mio unico mondo
Nelle onde del mare
Spesso si trovano.
Contemplare la natura
Il gioco delle parti
Un mondo e un sogno
Al tempo stesso.
Una lacrima di tempo
Volgeva il suo fine
Nella sua perfezione
Investiva altri sogni infranti.
Il vento giocava un ruolo infinito
Gli alberi approvavano
Con il battere delle loro foglie
E tutto assumeva un contorno sfuocato.
Tornare ad una vita migliore
Esplorare il cosmo dei pensieri
Navigare tra le isole del passato
Avere la rotta puntata a nord.
Cercare un mondo perfetto
Dove l’infinito esiste
Parlare in versi vani
Essere un punto adimensionale.
Nelle onde del mare
Rivedere il proprio futuro
E scoprire tutti gli errori
Di un orribile passato.
Andare lontano
Preso da un volto
Un sorriso
Mi colpì.
Era un colpo di vento
Un’ascia parlante
Che mi ferì.
Un verso di una poesia
Una timida strofa
Mi intenerì.
Un sorriso presente
Di un volto lontano nel tempo
Prese tutto di me.
Era gioia
Era dolore
Nello stesso istante.
E mi fu difficile andare lontano.
L’ombra di una carezza
Carezze
Di una mano
Di una voce
Lasciate a terra come foglie.
Raccogliere le foglie
Sparse
Su una terra rossa
Rossa come una vergogna.
Lasciare che esse volino via
Come dei pensieri
Naufraghi
Tra i tuoi capelli.
Solo un cuore libero
Ospita un bene profondo
Al di là di ogni senso
Di ogni mondo profano.
Dicono che conoscere se stessi
Sia come respirare
Il vento
In una notte d’estate.
Ci conoscemmo bene
E in un solo gesto
Riempimmo le nostre carezze
Beammo i nostri volti.
E parlammo solo di sorrisi
E nuove parole
E senso di infinito
Terra di uomini liberi.
Forse la lontananza
Un affannoso respiro
Il lento incedere dei nostri passi
Legarono le nostre braccia.
In catene nel mondo
Presi da una folle spirale
Lontani gli uni dagli altri
Seppur vicini ci ignorammo.
I nostri occhi
Abituati l’uno all’altro
Videro soltanto
L’ombra di una carezza.
Legno scuro
Colpisci questo legno scuro
Ascia di guerra
Odio per gli uomini
Passo stanco del mondo.
Un enigma
Un debole risolutore
Paradigma di una vita
Difficile e misera.
Colpisci questo legno scuro
Viso di uomo
Roso dai rimorsi
Cercatore perenne di felicità.
Il lancio di un pensiero
Nella mente oppressa
Reca solo danno
Perché l’essere non esiste.
Colpisci questo legno scuro
Viso di donna
Consapevole
Che il legno scuro è ora il mio cuore.
Note di città
Rintocchi di oscurità
Passi vuoti in vie affollate
Giochi di luce
Riempiono gli occhi.
Cesti di consuetudine
Ben confezionata
Umili doni
Propizi al nuovo giorno.
Scrigni di cattiveria
Pacchi di bontà
Gente di strada
Musica del nulla.
Affollarsi di pensieri
Incedere di voci
Indistinte
E mai placate nel tempo.
Antichi rigurgiti
Di meste note
Si confondono
Nelle vie notturne.
Vene di linfa vitale
Mescolarsi di sogni
Sentore di occhi
Che impazziscono insieme.
Turbinio di voci
Canti tribali
Effetti speciali
Della vita presente.
Corse di tori
Clacson di foresta
Rami spezzati
Confusioni di vite ordinate.
Tante sono le note di città
Impossibile parlarne
Solo contemplazione
Di cose infinite e inutili.
La neve rossa
Parlare di sogni appena dimenticati
Parlare di segreti ben nascosti
Parlare di mondi mai visti
Cercare di vivere nei sogni
Cercare il sogno nella nostra vita
Cercare ogni volta di non perdersi
Nascondere la verità a sé stessi
Nascondere un pensiero in un mare profondo
Nascondere un amore nel nome del nulla.
Tutto questo serve all’uomo per vivere
Ci sediamo spesso sulla riva del fiume
Ed aspettiamo che cada la neve rossa.
Parla piano
Parla piano
Quando parli
Parla piano
Quando sei nei miei pensieri
Parla piano
Quando sei con me
Parla piano
Quando respiri
Parla piano
Quando mi guardi
Parla piano
Quando sorridi
Parla piano
Quando gioisci
Parla piano
Quando piangi.
In ogni terra
In ogni luogo
E per tutta la vita
Sentirò solo te.
Luce
L’impero della notte
Scolpì tremende statue di sale
Ed ogni orgoglio
Su questo pianeta
Rise il suo ultimo respiro.
Nelle strade del tempio
Solo un’ombra viva
Nel suo passato
Recitava il mistero
Di una violenta creazione.
E gli abitanti dell’incauto
Respiravano il nuovo vento di tempesta
Con ogni ruga del loro viso
Prendendo vita da soli
Recavano doni al nuovo padrone.
Decisi a mietere vittime
Gli emissari dell’oscurità
Presero in prestito
Vino caldo avvelenato
Dai portatori di pace.
Seguimmo come tuoni
I nuovi lampi dell’eccesso
Sordi alla vista del tempo
Che ci avvertiva
Del baratro davanti a noi.
Destino di nuova volgarità
Permeò la nuova infamia
Contenti ballammo
Fino a tarda notte
Bevendo gocce di fiele.
I calici del nuovo ordine
Descrissero mormorando
Le leggi del mondo prossimo venturo
Tessendo le lodi
Del nuovo creatore.
Decisi a passare ostinati
Alla vita delle semplici larve
Dimenticammo di essere già farfalle
E pensammo di aprire il cuore
Al regresso spirituale.
Corri larva corri
E profonda adorazione
Verso l’incessante oscurità
Mostra estrema gratitudine
Per chi ti ha calpestato.
Sii un inno alle nuove gioie
Rinnega l’infinito
E mira i nuovi traguardi
Del mosto di verità
Imbottigliato in nuove catene.
Dimentica di far parte
Di un fascio di luce
Chiudi gli occhi
Respira solo lo spazio
E non pensare più.
In futuro
In futuro
Imparerò a parlare
Alla scuola della vita
Usando il silenzio
Come unico gesto
Di un pazzo egoista.