Maila Gufoni - Agenda del poeta 2026

IL PASSERO

 

In un bosco, un passero viveva,
sempre triste, perché brutto si vedeva.
Aveva alcune piume un po’ sbiadite
come se il sole le avesse scolorite.
Una passera, sempre accanto a lui stava,
innamorata, premurosa, lo adorava!
Lo amava tanto, per lei, era il più bello, il migliore,
nonostante il suo caratteraccio il perenne malumore.
“Ti amo” ogni giorno gli diceva,
ma lui neanche rispondeva,
la ignorava, poi, con grande apatia,,
spiegava le ali e volava via.
Non aveva voglia di ascoltare le sue parole,
tutto per lui era freddo, perfino il sole.
Ma al suo risveglio, all’alba di un nuovo giorno,
si accorse del gran silenzio che aveva attorno.
Non un battere d’ali, nemmeno un cinguettio,
lei era fuggita via? Gli aveva detto addio?
Cercò la sua compagna, tra le fronde degli alberi,
tra i rami, tra le siepi più lontane, sui tetti laggiù,
ma non riuscì a trovarla perché non c’era più.
Così al calar del sole, quando il giorno era finito,
il passero si posò sul suo ramo preferito,
socchiuse gli occhi, piangendo, pensò a lei,
cinguettò, nel vento sospirando disse:
“Amore dove sei? Ritorna, solo non posso stare!”
Purtroppo lei, non lo poté ascoltare.

 


 

ilpassero

 


 

CALDO VENTO

 

Caldo vento d’estate,
ondeggi tra i campi di grano,
li accarezzi, dolcemente, giocando
con papaveri e fiori dai mille colori.
Mi scompigli i capelli, mi prendi la mano
fai affiorare nella mente ricordi lontani.
Momenti d’infanzia fuggiti per sempre,
che mai più torneranno.
Soffici nubi bianche nel cielo azzurro,
dove il mio sguardo si perde,
un nodo alla gola mi prende.
E mentre una lacrima scende,
rigando il mio viso,
il tuo tenero soffio l’asciuga.

 


 

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LA TARTARUGA

 

Se hai fretta, allora vai,
ti richiamo, casomai.
Per godermi bene il mondo,
lenta a spasso, vagabondo.
Se mi incalzi, son perduta,
mi sgomento e resto muta.
Se poi gridi, mi nascondo,
c’è silenzio nel mio mondo.
Lenta e strana son per te
ma esaltato tu per me.
Vado piano e senza fretta,
se qualcuno poi mi aspetta,
io gli dico a cuor giulivo,
se hai pazienza, dopo arrivo!
Non mi importa essere prima,
ma arrivare fino in cima,
sulla vetta, col sorriso,
tu con l’ansia, in Paradiso.
E se questo non capisci,
passa svelto, e poi sparisci,
che mi importa? Io vado piano!.
Quando arrivo, poi ti chiamo!.

 


 

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NON TORNARE

 

“Basta, sei insopportabile,
me ne vado, resterai da sola, come meriti,
a prenderti cura del giardino, delle piante,
a coccolare quello stupido gatto,
a perdere tempo a leggere i tuoi libri!”
Mi dicesti quel giorno,
ed infuriato, andasti via, per sempre,
sbattendo la porta senza nemmeno salutarmi.
Ma sono passati otto mesi,
e qui i giorni, scorrono tranquilli,
in verità, non sono mai stata così bene!
Non ti serbo rancore.
Il gatto sonnecchia sulle mie gambe
beato al sole, mentre io sorseggio il mio tè.
Tanti fiori profumati,
sono sbocciati in giardino,
al primo sole di primavera
e, mentre guardo volare farfalle,
penso a ciò che scriverò, per raccontarti
che in casa, adesso, sto molto bene,
non sento, per niente, la tua mancanza!
Godo di un immenso benessere,
specialmente quando, tranquillamente,
posso leggere un bel libro in santa pace,
carezzando il mio amato gatto,
nel mio bel giardino fiorito.
Un favore ti chiedo però, non tornare!

 


 

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TI SENTO ANCORA

 

Ti sento ancora
in casa, nella notte,
nel sibilo del vento.
Ti immagino, sorridente
seduto su una panchina
e quando passo mi guardi
e mi saluti con la mano.
Vivi nei miei pensieri,
nel mio tempo, nei miei giorni,
oggi come ieri, straordinariamente.
Ti sogno e tutto sembra reale
il tuo volermi bene,
il tuo sorriso, la tua voce,
Il tuo sguardo sincero.
Lo so, tu sei in un’altra vita
So che mi stai aspettando
e questo mi consola.
Sei adesso cielo e mare
e mentre chiudo gli occhi,
il cuore, mette l’ali e da te vola,
planando su nel cielo e sopra il mare,
come un gabbiano, bianco.

 


 

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