Manuela Palma - Poesie

Il canto del cigno 

 

 

Si può affermare che danzava.

Era un corpo oscuro.

Si può affermare che un fervore la attraversava

sul palco.

La tenda porpora, al fianco un tripudio,

danzava frenetica

il rosso del vino,

sudore, le gocce…

Ti amo, ti amo Sigfrido.

Si può affermare che danzava 

e volteggiando

ogni passo di morte

la avvicinava alla vita.

I cigni intorno, il lago vicino

sì ti amo, ti amo Sigfrido.

E ancora Odile tetra, nera di rabbia

tradimento! Oh tremendo il rancore!

Il suo invece era bianco 

Candido, soffuso, accecante amore.

Vorticosa, leggera, soave,

Si può affermare che 

morendo, 

Lei, battito d’ali 

Lei, eterea   e terrena,

lei, braccia sinuose,

morendo 

di nuovo rinasceva.

 

ManuelaPalma


 

Festa di Maggio

 

Mentre tutto cambia

e rivedo i nostri visi un po’ appassiti

in questo stesso paese dove siamo vissuti bambini.

La stessa panchina e rossi i gerani in fiore

ricordo bene la gelateria…

bambini tra feste e colori.

La fontana è la stessa, l’acqua sgorga pulita 

mentre mi volto, ma non siete più gli stessi

e mi sento per un attimo tremendamente smarrita.

Questo paesaggio immutato

cristallizzato e noi diversi dentro.

Ricordo tutto l’odio, il nostro incredibile amore

follia mista a musica, addi, pianti.

La tua dolce freddezza

…le mie timide vaghe parole.

Le foto che scorrono

Così fisse nella mia mente

Che torna, Chi muore, Chi comunque vivrà per sempre

E Tu,

Tu che forse sbiadirai lentamente.

Questa stasi fuori, terribile irreale 

è il mio tormento che non posso raccontare

In questa sera di festa, tra queste vissute strade

vorrei diventare mare vento fuoco e brezza

lasciandomi dietro tutto

con una fragrante leggerezza.

 

ManuelaPalma


 

I papaveri  (24.4.18, c’est nous)

 

Fiorivano improvvisi   ed irriverenti 

i papaveri.

La notte. Proprio al crepuscolo

sbocciavano autentici e arditi.

E sanguinavano poi, sanguinavano senza

alcuna sosta la mattina.

Rossi erano, impazziti e prepotenti di

desiderio alla luce lunare.

Scontrosi e spaventati al sorgere del sole.

 

Irradiavano profumi d’estasi.

che mi catturavano ferendomi.

Ma li amavo così tanto che non potevo 

ogni volta non tornare.

Irresistibili da non poter proprio andare via.

 

Eppure c’erano lame ovunque

E sanguinavo anche io.

Tra quei petali mai visti né sfiorati prima

 

ManuelaPalma


 

In silenzio    

 

Ci amammo in silenzio

per anni.

Ci amammo senza baci né gesti. 

Con poche e vaghe parole.

Conobbi poco di te,

e tu quanto bastò per innamorarti.

E chissà,

per non dimenticarmi.

Il più ti avrebbe forse spaventato.

Ci amammo così tanto 

che tu ora non sei qui. 

Così poco che non ci incontrammo mai.

Se ci fossimo amati davvero 

Non avrei scritto di te.

Se avessimo consumato il fuoco

Ora,

sarebbe rimasta solo cenere

 

ManuelaPalma


La solitudine dei ricordi univoci  

 

La solitudine   dei ricordi univoci

La solitudine mentre, ti guardo.

Malinconia dentro.

E rido.

La solitudine che c’è quando ripenso.

Eravamo in due lì sopra

Eppure tu non ricordi il mio stesso.

Gli immortalati attimi…

…ma solo nella mia mente,

Forse nella tua ce ne sono diversi

…ed io li ho persi

sia ieri, sia oggi che lo ricordiamo.

Solitudine contro un cielo che ci guarda alienato

Il silenzio fuori

È un frastuono interno

In tutto ciò che i circonda

e vuole infossarci dentro.

La solitudine di nuovo

anche quando a volte siamo insieme.

Può esserci,

persino nelle notti d’amore

più amara…perché più intensa

 

Vorrei cavarle gli occhi,

strapparle   i piedi

 

ManuelaPalma


 

Libertà 

 

La liberta è (e fu)

quando cominciai ad amarti.

Non ricordo se successe gradualmente,

o d’ improvviso.

La libertà è quando l’amore è mutato

Libertà non è in nulla, se non nella nostra testa.

Lascia la mente come un mare

senza linea d’orizzonte precisa.

Lasciai che il vento mi facesse tremare 

Senza baluardi per tenerla.

La libertà è stata la passione

Quando iniziò.

Quando si spense.

Amai troppo quel luogo per tornarci 

di nuovo…

Sentii troppo quel sorriso 

per rivederlo

 

ManuelaPalma


 

Mandorle amare   (Estate 2011, mentre Giorgio suonava la chitarra)

 

Mandorle amare,

il tuo dolce veleno.

Sogno della notte torrida.

E stelle su balle di fieno.

Mandorle amare

e le strade smarrite,

i labirinti d’estate 

dove ci siamo rincorsi come bambini.

Senza mai crescere

tornando in quel luogo…

…gocce di sudore

addolcivano la tua fronte a poco a poco.

Eravamo soli,

il resto l’ho scordato.

Eravamo migliori

il resto se vuoi lo inventiamo

 

ManuelaPalma


 

Non chiedermi come

 

Non chiedermi come,

ma ad un tratto cigno nero e cigno bianco

si abbracciarono in una danza armoniosa.

Leggeri volteggiavano

sinuosi e così vicini 

che quasi si intravedeva il grigio.

Lenti volteggiavano

e poi vorticosi,

sanguinavano gocce di sudore

intrise di desiderio.

…mai la rabbia fu più vicina alla malinconia

né il sorriso festoso alla nostalgia.

Ed era come un mare calmo in tempesta.

Così i cigni fondendosi si dissolvevano

poco a poco.

Ed io toccavo l’estasi

…quasi…intravedevo il vuoto.

 

ManuelaPalma


 

Sogni estivi

 

Ti ho sognato stanotte,

ma il tuo angelico e insolente viso

è scomparso, alle prime luci del mattino.

Dolcissimo e come sempre intoccabile

questa l’unica cosa uguale al reale.

Ho provato a baciarti,

ma nulla

e mi ha fatto di nuovo male.

Ci siamo solo presi la mano

abbracciati nel letto,

ma ci sembrava già troppo

e poi hai rovinato tutto.

Di nuovo.

Perfetto.

E così anche nel sogno dovevi andare

non bastavano certo le mie timide parole a farti restare.

E rimane profumo

Profumo di te

Profumo nell’aria

Profumo di una giovane anima dannata.

Pulsa di suono, è ritmo, è vita

Nel marasma di questa mia anima

Che lenta si muove,

respira.

 

ManuelaPalma


 

Succo di limoni

 

Forse in quest’aria frizzantina di limoni,

capiremo come le strade 

si sono avvicinate tangenti.

Senza abbracciarsi mai,

mai, o forse non ancora.

Le mani profumate di limone,

gli occhi arrossati dal profumo solare.

La polpa morbida,

le dita affondano… e ancora le strade 

stavolta parallele, strade nella mente a volte 

stravolta da ineffabili desideri.

Perse, aperte, chiuse, smarrite o ritrovate.

Strade soleggiate

che ci hanno diviso

riavvicinandoci di nuovo

Il coltello fa un piccolo taglio,

brucia, brucia un po’…

È il succo,

succo di limoni.

 

ManuelaPalma