Mara Tritapepe - Poesie

Un nuovo mattino

Un battito d’ali nel vento,
pensieri che danzano
nella notte accesa di luci,
nell’alba che trema sul mare.
Baciami!
Si cercano le nostre mani sudate,
s’intrecciano le nostre braccia
a cercarsi.
Baciami!
Voglio vivere istinti feroci..
Su quel morbido prato
confondiamoci
nel verde rugiadoso,
assaporiamo l’odore
di un nuovo mattino senza fine.

 


 

Vorrei poter morire

Vorrei poter morire
per sentirti gridare il mio nome,
per udire il tuo pianto convulso.
Bacerò le tue gelide membra,
rossi veli cadranno ai tuoi piedi
oscurando i tuoi deboli sensi.
La mia immagine,
perenne compagna al tuo fianco,
vedrai, dolce e sottile.
Nelle tue ore inerti
fascinosi ricordi
saranno a te tormento.
Ricorda..Ricorda
chi fu fanciulla allora;
Ricoprimi oggi di fiori odorosi!
Lo sai che li ho amati
come amai te, amore!

 


 

Alla finestra

Che tedio noioso
nelle vie del paese!
Passi svelti scandiscono le ore;
In un campo di ortiche
può morire anche un uomo..

 


 

E mi perdo

Mi guardi
con il tuo istrionico sorriso,
ed io mi perdo
nel lago dei tuoi occhi,
nel mare del tuo sguardo.
S’io fossi un pellicano
mi ci tufferei dentro..
in cerca del tuo cibo,
a vele aperte ti sorvolerei
tra le distese onde che mi sveli,
sotto i cocenti raggi
di un sole che mi allaga.

 


 

Risalire

Non me ne accorgevo,
ma mi stavi spegnendo.
Ho perduto la gioia, il sorriso,
e poi persino il cuore,
trascinata tra liti
e anonime giornate.
Non tenerezze, né carezze,
soltanto il dovere
ad assorbir la noia.
Cercherò di risalire..
Dopo essere affogata.

 


 

Il tuo ricordo

Com’è calda ai miei piedi
l’acqua del mare baciata dal sole!
Vieni, tuffiamoci tutt’uno nell’onde,
abbracciami.
Tra le acque tranquille
che a spumeggiar ci scivolano torno
stringimi forte, entrami dentro..
lasciami di te il ricordo più forte.

 


 

Ti sento

Un’ombra si aggira
con passo felpato
al far della sera:
mi spia con fare discreto,
mi invia segnali di fumo.
Riconosco il tuo sguardo,
riconosco il tuo odore.
So che ci sei
nelle mie ore inquiete,
so che ci sei
nel mio stupido quotidiano.
Vieni a prendermi,
portami nei tuoi paradisi!

 


 

Il tuo nome

Una folata di vento
squarcia
Il giornale dei miei ricordi.
Il tuo nome,
superbo,
s’alza maestoso nell’aria,
il mio,
piccolo e mite,
arranca all’ombra tua.

 


 

Stanca

Stanca
delle giornate senza senso,
del dover di ogni gesto spiegazioni,
stanca
di cercare comprensione
e di chiedere attenzione.
Vorrei poter nascere
ogni giorno con il sole
e morire ogni notte con la luna.
Vorrei tuffarmi
nei colori tenui delle albe
e nei rossi infuocati dei tramonti;
Vorrei avere la forza del vento
e spalancare le tue imposte,
infilarmi nei tuoi pensieri
ed affidare a te le mie fatiche.

 


 

L’ultima carezza

Scivola, lieve, sul volto
l’ultima tua carezza
mentre sussurri
“ non andar via “
E’ ancora lì, sospesa,
tra le mani invecchiate
che cercano le tue,
chissà dove…