Maria Felicia Nicoliello - Poesie

Contestato desiderio

 

Sulla curva di una traiettoria di cielo,

molto distante dai piedi e dalla terra,

si posa un contestato desiderio.

 

Dove inizia l’orizzonte o dove finisce

forse si trova un punto preciso

che riassetta i due lembi dell’anima, 

le due ciocche di capelli fuori posto.

 

Gli occhi chiusi vedono lanciarsi in volo

l’uccello dalle ali d’oro.

Un soffio di universo accompagna il suo planare,

sopra numerose deformità, verso una presagita calma.

 

Vaghi silenzi percuotono

le brevi soste agli angoli del cielo,

poiché la voce del vento grida e fischia.

 

Ma lontano, dove il giorno va ad unirsi alla notte,

la carne al suo spirito, solo un sussurro, 

lieve come un canto estivo di cicale, 

a disegnare le incantevoli fattezze di questa armonia



Da qui riparte l’anima

 

Nell’anima narrante dei ricordi, 

le pagine bianche sono segnate da mani d’infanzia 

come graffi di rastrello sulla rena bagnata.

Vi passano, specchi per nuove lune, le maree,

cedendosi lo spianatoio che sottace le linee dagli orli tremanti.

 

E proprio quando l’entusiasmo

si cancella in occhi che cercano più luce,

rincasa, affabile e sincero, il desiderio di tornare

ai passi che sbrogliarono il canapo materno.

 

Da qui riparte l’anima, ogni volta dal principio, seguendo sempre la stessa rotta.

 

E tra i flussi che traghettano il tempo,

si vedono riemergere piano le righe increspate

e riecheggiano le prime semplici parole,

pronte a svecchiare la mente, pronte a intenerire il cuore.

 

Dalle minute gambe vacillanti trasale poi l’acerbo slancio,

e così, nell’anima narrante dei ricordi,

il piede cocciuto subissa il peso delle pene

e rinfranca l’attesa di svernare su nuovi lidi avvinti di sole.


 

Aurora

 

E resto muta come il silenzio

 

mentre vieni, fruttuosa di bellezze,

 

tra le falde del cielo e quelle dei ceppi,

 

a me che cerco di parlarti senza parole.



Ebbrezza

 

Il calice riluce nel cristallo.

 

Le tue membra sconsolate 

piovono ai rumori di parole.

 

Il girotondo delle menti si compone leggero 

udito nel tempo il canto delle cose.

 

Dormienti i tuoi occhi, 

perdutinella polla vermiglia 

del sudore lacrimante di acini d’uva.


 

 Anime lontane

 

Vorrei afferrare il tuo respiro

nel limbo di questo mio vivere di sogni

e sentire il calore delle tue mani 

come un fiore di sole sui miei fianchi.

 

Fermo evanescenti attimi di tenerezza,

scampati a furiose e consuete motivazioni,

tra le distese giornaliere di questo scontato andare.

 

Cesti di bacche succulente

raccogli tra cespugli ignoti che tu solo conosci;

le vie che hai viaggiato le cose che hai

mi vogliono tua fedele ancella.

 

E cammino sui monti bucolici del sacrificio

insieme ad altre creature predilette,

non mi è pena il macigno

che mi ha destinato respiri interotti.

 

Sprofondo nella mia intimità e ti vedo,

sortilegio senza tempo,

e continuo a guardarti oltre le distanze

e continuo ad amarti in questo impalpabile silenzio.

 

Lupi solitari restano le nostre perdute ombre,

lune di lamenti che si odono da lontano,

echi incessanti di un richiamo che piano si spegne,

quando si fa mattino.



Le voci dello scirocco

 

Il vento arrivava in silenzio a prendere le lacrime,

poi le soffiava in anfore chiare di sabbia,

impastandole con un suono che correva via leggero.

 

Anche noi, sotto questa brezza,

abbiamo raccolto e unito cocci di esistenza

accarezzandoci l’anima a turno.

 

Tra le crepe, cespugli e giorni viandanti,

di stagione in stagione mendicavano parole,

bramavano attingere acqua dai pozzi profondi

dove bisce verdi fluttuavano in acque chete.

 

Buone stagioni hanno conosciuto i sapori dell’amore

e forse i sapori del dolore, amalgama di gioie

consumate troppo in fretta.

 

Da allora la mia vita spiegata come umido manto,

tutta la mia vita, al sopraggiungere della polvere danzante,

porosa assorbe il caldo dolce richiamo

in questo rosso fiato d’aria.



Di notte la luna…

 

Un tappeto di luci quieto veleggia 

a confonderne le orme. 

 

Silenzioso sussurro!

 

Di notte la luna cammina 

in punta di piedi sul mare.

 

La sento cullare i miei sogni, 

prolungare la vita che aspetto.