Maria Letizia Beneduce - Poesie

PICCOLA POESIA PRESUNTUOSA

Il giorno e la notte…
e poi di nuovo
un giorno
che lascia spazio
ad un’altra notte…
E poi
e poi…
Il Tempo!
Quel tempo
che ha vissuto l’attimo
di un bacio.
Dopo
sarà tardi,
dopo
sarà troppo tardi…
La nostra vita
è ora.
Baciami!


 

STUFA DEL MONDOMINIDE

Stasera prenderei la motoretta
e andrei sulla luna
a guardare
il mondo da lontano…
Che strano!!!
Mi siedo sulla luna
grigia e bella,
guardando questa palla
diventar, lì sotto,
una stella.
Lentamente
danza solitaria,
senza ne dama
ne cavaliere,
in una veste colorata
e all’apparenza,
disabitata.
Nessuno c’è …
eppure
quanti e quanti
ce n’è!
La luna è il mio sgabello,
per uno spettacolo
così incredibile
e bello;
una poltrona d’onore,
per guardare
l’opera inedita
di un sublime
autore.
Non ricordo neanche più
perché vorrei venir
fin quassù…
Quasi quasi stasera
prendo la mia motoretta
e vengo sulla luna,
a guardar la terra
e la mia FORTUNA!


 

GIOVANE SOLDATO: “SPARA!”

Le mie mani
serrano la canna,
la penombra mi circonda
e il brivido dell’umido
invade la mia carne…
la vita,
la mia vita fisica
è quella forte,
turgida,
è quella che sì esplode
ma sa di fresco…
qui, invece,
il puzzo acre,
rancido,
è uguale per tutti
spezzato solo
dall’odore del fumo
dell’ultima cicca
che avidi succhiamo.

Ora la mia vita,
è la morte,
assieme a tutti coloro
che con me,
si sono addormentati
nell’ombra della notte…


LA PARATA DEL 2 GIUGNO

UNO’ DUE’…
E il passo percuote il ritmo della marcia!
Ecco avanza lo stendardo
con appresso il baluardo,
poi di seguito il cavaliere
porta in alto il medagliere.
UNO’ DUE’…
Petto in fuori e sguardo fiero,
orgoglioso va il guerriero,
con a capo il comandante
che sbacchetta trepidante
al plotone ben schierato,
puntualmente lucidato.
UNO’ DUE’…
Portan in braccio gli armamenti
per servizio ed emolumenti,
con il passo ben marcato
e con ritmo cadenzato.
I fucili han troppi fori
per meritar medaglie ai valori
e i cannoni tutti cromati,
sparan fiato sui soldati,
per non parlar dei manganelli
che le dan giù forti
su strane pelli.
UNO’ DUE’ …
… ma al passaggio di questo plotone,
tutti tacciono e ascoltano,
persino un coglione…
un timido sentimento
ribatte nel petto,
e ha gli occhi e le mani
di un poco distante vecchietto,
che alla vista di quella parata
sente l’anima emozionata.

Cammina lenta sul solco di una ruga,
una lacrima,
a stento trattenuta.
UNO’ DUE’…
La vita non è affatto blanda,
marciando nel bizzarro esercito
della Banda!


 

… COSI’ TI ASPETTO

Mesta è la sera
e il silenzio l’avvolge.
Anche l’ultimo raggio di fuoco
s’è assopito all’orizzonte.
L’osso si spande
e il pensiero
impaziente,
ricalca vibrante
e tremante,
le fitte vie
del giorno che fu.


LA VECCHIETTA DI ACCUMOLI

Due occhietti volpini
sono i complici
di quel gioioso sorriso
che sereno,
sfoggia i pochi denti
superstiti,
ingialliti
da fumo e tempo…
“ io sono sorda,
ma la musica
la sento !!! “


 

TEMPI MODERNI

La bellezza di queste piazze,
architettonicamente scolpite
nel marmo di zampillanti
e vivaci fontane,
è attraversata
da un roboante fiume di motori,
in una babele di popoli.

Cammino,
stringendo tra le mani
il futuro;
penso,
immersa in opposte
ma suggestive immagini.
Cammino,
penso
e vedo,
una gran voglia
di andare in bicicletta.


 

LA PUNTUALITA’

Cos’è la puntualità ?
Il nettare
di un ordinato rigore,
o un attributo del tempo
che sfoggia
impertinenti lancette
di ciò che fu
e mai,
di ciò che sarà?
Cos’è la puntualità?
Il dovere
di una promessa
tra sbarre di piombo,
o una corsa libera
tra steli di girasole?
Tu sei,
nell’attimo
che è già passato.
Tu sei,
nell’attesa
che in incognita verrà.
Tu sei,
nel ricordo
che in me,
è sempre presente.


DA LONTANO…

Lontano…
anche il giorno se n’è andato
oggi,
e il ricordo di luce
scolpisce nella pietra
il profilo del monte.
Il mare
è un letto oleoso,
il respiro
lento
e il rumore
s’appresta
alla resa del silenzio
facendosi
calmo sussurro.
Così,
osservo il profilo del mondo
tendersi al cielo
nella brama di toccarlo
e,
come sete incontra finalmente
l’acqua,
anch’io
da lontano
ti bacio
mentre l’organo del mare
intona il suo canto.


MONOLOGO DALLO SPETTACOLO

“VARIEGATO”
Varietà di suoni e di parole
L’Amore, quest’Amore, quell’Amore…

 

Le canzoni, le serenate e poi e poi…
Alla fine, ogni atto, aspirazione, motivo di una giornata è legato e si risolve alla richiesta di quel soldato
che, dalla Russia, chiede a Mariù di parlargli di Lui!
Ma come di chi?
Di Lui: Il Signore della vita, l’Amore!
Tutto gira intorno all’Amore, lui accontenta tutti e ce ne è per tutti i gusti. E’ un “Variegato” di
sensazioni, situazioni, segreti e sentimenti che non passa mai di moda.
L’Amore, quest’Amore, quell’Amore…
Quell’Amore romantico, sognante, desiderato, ricordato, dimenticato, quell’amore platonico,
idealizzato, senile o puerile, materno o infantile, quel primo Amore che si dice che non si scorda mai…
Quell’Amore sperato, atteso e ricercato, quello ostinato e ossessivo al punto tale da diventar
criminale…
Quell’amore occasionale, quello per sempre e quello “promesso”, che molto spesso veste una giubba
perfetta ma altre volte, veste una giubba lacerata, magistralmente tessuta tra le trame di vite segnate, da
linee profonde su facce invecchiate;
Quell’Amore assopito, malato e maltrattato, tradito, deluso e disperato, litigato, maledetto e
bestemmiato con la più amara malinconia di chi, dall’amore stesso si sente strappato via…
Quell’amore fortunato, corrisposto, smielato, sbaciucchiato esagerato, che tracanna tutte le voglie nelle
quali ingordo si discioglie: è un Amore bastardo, ingiusto e sbagliato al cospetto del fratello gemello che
storpio, è massacrato e dal dolore straziato solo per non essere ricambiato!
Quell’amore parallelo, nascosto e controllato, vissuto nella rete precauzionale con la sola scusa banale di
non causar del male!
Postato, messaggiato e inviato, è quell’amore vivo ma silenziato… e poi, con un click veloce,
puntualmente cancellato!
Quell’Amore spregiudicato, sfacciato, disinibito e masturbato, fatto di gola e di sesso sfrenato,
comprato e venduto, consumato e affogato fra le cosce e la grazia spogliata di una puttana sola,
innocente e disgraziata…
Quell’Amore che sorprende, quello che nonostante la fatiche, le offese e i torti subiti proprio non si
arrende. E’ un Amore rarissimo! Rigenerato, risorto e ritrovato, disseta un’anima persa e arsa dall’errore
con il privilegio dell’unica fonte che, solo l’Amore sa dare, ed è la capacità di perdonare.
Quell’Amore colpevole, proibito e amorale, considerato tale dal giudizio della gente, solo perché in
realtà non ci ha proprio capito niente…
Amorale è forse l’Amore?

Come quello che nasce per esempio, tra due corpi identici o tra due amanti, che senza né chiederlo né
volerlo, commettono il solo peccato di volersi bene fuori da un tempo o una situazione idonea?
Dove è il confine tra l’Amore e l’Amorale, se non nell’umana proibizione dell’amorevole?
Dove è il confine tra l’Amore e l’Amorale, se non nella bigotta frenesia, del giudizio irresistibile di una
merdosa ipocrisia?
L’Amore, questo Amore, quell’Amore, quando è Amore…
è semplice e miracoloso e non esiste parola alcuna per definirlo…
Insomma!!!
Nonostante io sia qui a blaterarvelo, nonostante sia chiacchiericciato o celebrato in mille maniere
diverse, nessuno, nessuno è immune da questo sentimento, prima o poi ci tocca tutti e, menomale!
Dicono le Capinere perché:
“perché da un atto d’Amore siamo nati e con l’Amore addosso desideriamo morire”.
Per questo vi dico, prima che la mano sia sfinita, tramonti l’ultimo battito e il silenzio dimori, che
venga, torni presto il tempo in cui ci si innamori.
Per questo qui, ora vi chiedo e vi dico,
prima che la mano sia sfinita dal tramonto dell’ultimo battito e solo il silenzio su tutti dimori, che sia
benedetto l’attimo e la vita di tutti i nostri amori…
ALTRO ATTORE:
E se non siete convinti di questa considerazione, lasciate che le parole volino via e abbandonatevi alla
bellezza di ogni singola canzone…