Maria Pia Bertuccini - Poesie

Velluto

Ti regalerò una rosa
Dopo averla accarezzata,
Amata
Contato i suoi petali
Uno a uno.
E perdermi dentro
Alle pieghe del cuore
Dei suoi stretti velluti,
Dopo avere ascoltato la tua voce.

 

 

 

Il sogno trema

La notte è entrata
dentro a un sogno,
nel mio sogno
e il buio lo ha portato via.
Mi ha trascinato giù
dentro a un precipizio e
cadevo cadevo.
Sentivo il cuore piangere
e il mare sbattere alle scogliere
sotto di me.
Ho sentito il tonfo
e il mio nudo tremare.

 

 

 

Ottobre

La luce è nel sole
e il silenzio intorno
entra dentro di me
guardo le foglie
Corrono spinte dal vento
sull’asfalto caldo
della strada
avanti e indietro
Giocano a fare rumore, ridono
sembrano avere tacchi ai piedi
si avvicinano l’una all’altra
in meravigliosi giri di valzer
Una cade,
le altre si fermano,
si chinano su di lei, la guardano
l’aspettano
Poi via
tutte a volteggiare
nella magia dei colori
dell’autunno che arriva

 

 

 

La luce in mano

Le case sono vuote
sono fredde
e l’acqua nel pozzo
è nera, fa paura.
Dove siete
dove siete andati
ho bisogno di vedervi
e guardare i vostri colori
Ho bisogno
di parlarvi e abbracciarvi
ho bisogno di sentire
il vostro calore
Ho bisogno
di raccogliere amore
del vostro calore
del vostro sentire
Nel bosco di sera li vedo,
dietro gli alberi li vedo,
si nascondono
non capisco
Quasi non ci credo
un brivido, L’emozione
colora il mio viso
di rosso.
Piano a loro mi avvicino
sono vestiti di nero
li chiamo per nome
aprono la mano, s’accende una luce
Gli sguardi si toccano
abbassano gli occhi
e senza dire nulla
rientrano nel buio.

 

 

 

L’ombra

La mia ombra
davanti a me
cammina con me
si muove con me
ha la mano sulla testa
-lei pensa come me!-
Le parlo
non risponde,
gesticolo, e anche lei è con me.
Mi fermo, lei si ferma.
La voglio prendere
abbracciare
la prendo
ma lei resiste.
Un po’ arrabbiata
gioco con lei,
lei con me.
Le tiro la borsa
lei la guarda
non la raccoglie.
Allora corro
corro su lei
lei scappa.
Giro a sinistra
lei con me
la saluto
lei mi saluta
giro a destra,
lei con me.
Basta
non so che fare
rallento
ho deciso
non la voglio più
mi dà fastidio.
Cerco una strada all’ombra
e il sole a fianco a me.

 

 

 

Vuoto

Alto il sole
bianco nella nebbia
la sua luce entra
dalla finestra
dai vetri chiusi.
Si appoggia sui muri
della stanza,
sui fiori
dai colori persi,
sui quadri appesi
alle pareti.
Pallidi ritratti dipinti
uno di fronte all’altro
loro si conoscono
ma vecchi e stanchi
non parlano più.
La polvere è dentro
alle pieghe del tempo
della lunga tenda
coi ragni nascosti.
Il camino odora di fuliggine –
Prolungata è la musica,
lenta,
nella stanza accanto.

 

 

 

I sandalini rossi

Le nuvole bianchi sui monti
si muovono leggere
coprono case, sentieri
e la chiesa dal campanile
bianca, sbiadita

L’acqua del fiume
scorre fredda
va dove va
senza voltarsi –
la casa di legno
la palla
i sandalini rossi
dagli occhi grandi
sopra il prato verde
il dondolo

Le mani lo spingono
la bimba ride
lei di lui non ha paura
lui in braccio la prende, e
la porta con sé

I sandalini rossi
dagli occhi grandi
nell’acqua del fiume
s’impigliano ai rami
fra i sassi
resistono, guardano
cercano, aspettano

Nella corrente
girano, rigirano
senza una meta
cozzano qua e là
e vanno dove vanno

Il dondolo ancora
nell’aria si muove
in un profondo freddo silenzio.

 

 

 

Il sole in un angolo

In un angolo di cielo
i miei occhi vedono il sole
è giallo, è bello
luminoso brilla
è impigliato
in una nuvola nera

Lei lo avvolge
lo stringe a sé
delicata lo accarezza.
Poi s’infuria
lo copre, lo scopre
lui le piace
si diverte
fermo, non si muove

Il sole poi diventa rosso
è affaticato
sembra chiedere aiuto
c’è buio intorno
troppo buio

Non c’è terra per camminare
e arrivare a lui
e le braccia troppo corte
per aiutare
allora chiudo gli occhi
e lo porto con me.

 

 

 

Hanno tagliato l’albero

Hanno tagliato l’albero
il vento non sa
più dove sbattere
e gli uccelli
non hanno più casa
Soffia libero
impetuoso e furioso
volano le carte
le foglie, i rami secchi spezzati
nel cielo in tempesta.
Si fatica a camminare
solleva gli ombrelli
e s’infila sotto le gonne
si vedono le gambe
dritte o storte
giovani o vecchie
e porta via cappelli
dalle teste
e capelli spettinati
camicie gonfie sul petto
sulla schiena.
Bambini sotto la pioggia
ai muri appoggiati per non cadere
per non volare
quando il muro c’è.

 

 

 

Emozioni

Guardavo sulla neve le tue impronte una avanti l’altra andare via
Guardavo sulla neve le tue impronte ghiacciarsi al freddo della luna
Cercavo sulla neve le tue impronte, quelle che la mattina ha spolverato via.