Maria Rosaria Sinatra - Poesie

Dall’alto di un albero

Rigoglioso s’innalza alla vita
quasi fermo agli occhi del bosco
da lontano esile e fosco
la sua sagoma si delinea impietrita.
Dall’alto di un albero si scorge eterea
la sua stessa creatura
sinuosa col tronco che è anima dura
la chioma la eleva a un’immagine arborea .
La terra lo nutre come figlio del cielo
gli basta ben poco perché è anima pura
lui albero simbolo della verde natura
riapre la vita come un fiore al suo stelo.


 

Borghi tra i monti

Nascosti al presente e aperti alla storia
riprendono vita di quiete fasciati
pur sempre composti nell’antica memoria.
Monili di marmo di luoghi pregiati
racchiudono insieme una bianca vallata
di case e di campi tra loro legati.
Tra i monti rifugi di vita isolata
abili mani di preziosi artigiani
autori d’intensa cultura rinata.


 

Protezione Civile

Servizio lodevole d’impegno di vita
di egregio percorso della nazione
di salvaguardia diventa strumento.
Presente nei luoghi di una zona ferita
allerta i soccorsi con ordine e azione
nel caos intenso crea coordinamento.
Collabora e opera nella terra colpita
figura stimata con distinta funzione
di ogni pericolo ne coglie il momento.
Scatta e ridona la vita guarita
il grazie le giunge con approvazione
in silenzio scompare dopo ogni evento.


 

Ai confini dell’Europa

Nel passato recente di comunità
confini di un lembo di terra riunita
da cime che svettano e creano unione.
Lega i suoi popoli come prima missione
blu come il cielo la bandiera abbellita
con stelle su un cerchio che simboleggia unità.
Emersa dai retaggi di un breve pacifismo
che guarda delusa in lontananza
dietro muri abbattuti in festosi momenti.
Edifica adesso strategie divergenti
negli animi giovani infonde speranza
lontana dagli eccessi del suo consumismo.


 

Fiumi d’Italia

Tra sponde spumose scorrono lenti
lungo le valli per brevi percorsi
divisi dai monti ricordano eventi
di acque abbondanti con rapidi corsi.

Inquieti si placano tra i boschi adiacenti
corrodono rocce solcando curvi decorsi
s’insinuano e sfociano in laghi piacenti
inondano case dei tempi trascorsi.
Giungono quieti su prati ridenti
arretrano stretti e vicini a sorsi
con acque argentate e poco invadenti
cancellano a tratti i giochi rincorsi.
I fiumi d’Italia nella loro avventura
ci scorrono intorno con gioiosa natura.


 

Lilla (canto popolare: Lilla è un tipico nome delle donne dei Monti Nebrodi siciliani)

Da un giorno cammino accanto ai miei passi
riprendo la strada e nei ricordi magari rivedo sentieri coi sassi
tra gli alberi verdi sapori un po’ amari
di mandorle dolci che porto con me mentre incontro pastori con greggi e scapolari.
Poi scorgo pian piano il bosco più antico di rovere ed olmo
vado e non mi fermo
la via è sempre con me ed io lo so che anche tu la vedrai
quasi ogni giorno tra nevai e carbonai.
Tra le foreste trovo riposo: anche il sole si nasconde se vuoi
come l’autunno ma solo per poco, lavora anche lui
e il frassino poi mi regala la manna suo frutto speciale
che non scende dal cielo ma che tanto vale.
Sopra il muretto rotto e cadente ci poso le more
con tutte le spine e tanto sapore
al palmintello un via vai di colori fino al casale
su un atrio a tre archi si apre un portale.
Io scendo a valle con il mio canto
dall’alto il monte è suono d’incanto.
Dall’Alto Maria ascoltami tanto
la tua preghiera è il nostro canto!
Anche le cordelle di tanti colori
dicono Madre non lasciarci soli.


 

La luna de L’Aquila ( dedicata alla città de L’Aquila)

Rivede il passato poco distante
la luna imbiancata da polvere antica
da passi leggeri di ogni viandante.
Riflette il chiarore su massi spezzati
bianca e discreta lontana dal buio
sorride nascosta tra cuori legati.
Ridona alla vita la luce preziosa
attenta e riposta nasconde la sera
riporta poi il sole e con lui ogni cosa.


 

8 Polvere (dedicata ai borghi terremotati)

Come l’acanto sul suo capitello
di gloria lo orna nel trascorso che torna.
È un rudere adesso: lo logora il tempo;
è come di gesso.
In polvere il tempo ha ridotto il successo.


 

Lo stridere del silenzio

Un tacere di erbe e di sassi dispersi
da un nitrito è interrotto
da un leggero galoppo
che stride le pietre tra i salici a gruppo.
E come le ore dai minuti scandite
trascinano il tempo che le rende infinite
in un ricordo s’affondano radicate emozioni
che il riscatto ha tradotto in silenzi e finzioni.


 

Dubbi (dedicata alle stragi di Palermo del ’92)

Dai limiti assegnati la tentazione ostenta
e soluzioni ambigue equivocando mostra.

Si eclissa nella mente
poi marginale affonda
riposta e ancor più fredda.