Maria Tartaglia - Poesie

Fusione

Vita segreta di pianta
vorrei carpire i tuoi umori,
fragranze di pesche intatte,
il mistero di quelle radici
che si intridono di umido terriccio
e provare a fondermi
nei rami d’acero
come braccia a cui attaccarmi,
cogliere i bisbigli dei venti
che ti agitano come folletti
passanti che fiutano profumi di linfe
stillanti dalle mani di foglie d’Autunno

 


 

A mia madre

Avvinta alle radici della vita,
pronta a sradicarle per tenderle
Alla casa del padre,
rivedo quella tua vita silente
fatta di sguardi e di passi
In punta di piedi
Per non infastidire
la “Normalità” di chi
non accetta sensibilità diverse
che rompono gli schemi di giorni
troppo uguali,
di notti bianche
troppo uguali.
E ora sei al di là,
tremendamente viva nelle corde,
negli echi perplessi
delle risonanze del cuore.
Forse la Pace
sfiorerà i tuoi occhi
ancora aperti sul mondo

 


 

 

La distanza

Attraversavo il vento
e non sapevo quanto distanti
fossero le cose lontane anni-luce
e non poter rivivere in un attimo
del passato né in un ricordo
perduto riemerso d’improvviso
dal fondo di specchio d’acqua chiara.

 


 

Alba

Forse sentire l’alba
tra le brume notturne
è rugiada di rosa.
Evapora la perla di pianto
umbratile mistero
non lascia traccia al mattino
di antichi segni evanescenti,
è tempo di vita.

 


 

Tracce

Labili presenze umbratili
detriti dispersi
tra pezzi di conchiglie erose
da onde sospirose,
vaghi ricordi di altri tempi,
di altre spiagge disabitate.
Ali di gabbiano rincorrono
svettanti aquiloni d’infinito
tra i tasti del pianoforte mare.

 


 

Il sentiero

E in fuga dai pensieri
inseguivo la traccia
che conduceva al fiume
tra disanimati sassi
e insidie di sterpi
laddove la corrente
fluiva in eterno presente.

 


 

Alla fine delle stagioni

Alla fine delle stagioni
potermi sciogliere
nel tuo abbraccio
incontrarti per poi
perderti nell’ombra
di un sogno.

 


 

Teatro

E quando cadranno
le maschere
andremo incontro al vento sferzante
i nostri volti nudi
Abbacinante luce
fenderanno, Icari, le nostre
ali di cera liquida.
Lacereremo il muro di pezza
che ci cinge l’anima e i suoi
cancelli, la farsa del nostro
esistere sul palcoscenico di
idioti saltimbanchi.

 


 

Lara

Attraverserò la tua vita
come Lara da un capo all’altro
riemergendo dal passato
come meteora inafferrabile,
uscendo dal labirinto
col filo d’Arianna che ci unì,
affonderemo tra lastre di ghiaccio
nel turbinio di nebbie nevose
e di me resterà solo l’eco
della voce.

 


 

Mercatino di Fuorigrotta

E mi confondo,
mi mescolo tra la folla
nel caleidoscopio
di marcescenti-fragranze-odori
e vivide voci assordanti,
al mercatino si fruga da mendichi
tra le pezze usate da chi?
In cerca di che cosa?
Come famelici cani rovistano tra rifiuti.
Attimi rubati per stordire solitudini.