Mariarosaria Rigido

Poesie e Racconti


“Quel treno per …”

Quel treno fischiava allontanandosi dalla vecchia stazione di Madison Country.
Io ero immersa nei miei pensieri che scorrevano veloci come le lancette dell’orologio della stazione.
La mia vita stava scivolando via dalle mie mani proprio con quella partenza.
Avevo la sensazione che fosse un viaggio di sola andata.
L’unica persona che rappresentava tutta la mia famiglia mi stava lasciando per raggiungere la grande metropoli in cui qualcuno l’avrebbe salvata.
Mi aveva rassicurato dicendo: “Non e’ nulla bambina mia, appena torno partiamo per una bella vacanza tu ed io, che te ne pare? ”
Entrambe sapevamo che non sarebbe stato cosi’.
I giorni passavano e a Madison Country era venuto l’autunno.
e foglioline piano coloravano la strada.
Nell’aria si sentiva un profumo di caldarroste che il vecchio John vendeva all’angolo di una stradina del centro.
Erano passati mesi ormai da quella partenza.
Una sera una voce all’altro capo del telefono mi disse : “Bambina mia , come stai?”
Un brivido mi corse lungo la schiena .
Per un attimo mi ero illusa che quel grande incubo fosse giunto al termine.
Ma subito dopo le fredde parole di mia zia mi riportarono bruscamente alla realta’.
” Bambina, domani i dottori hanno previsto di operarmi, ma non temere forse è la fine dei nostri problemi. Prepara le valigie che appena torno non voglio sentire scuse e partiamo . Dove vorresti andare? Al mare o in giro per il mondo?”
Non sapevo cosa risponderle.
Mi limitai a dire sono qui ad attenderti.
Il giorno dopo fu forse il momento piu’ brutto della mia vita.
Purtroppo mia zia non ce l’aveva fatta.
Quell’enorme gigante dalla voglia di vivere aveva giocato l’ultimo match della sua vita e purtroppo l’aveva perso.
Lo stesso treno che l’aveva vista partire riportava indietro un corpo inerme e tanta sofferenza.
Eppure nonostante tutto sul suo volto c’era dipinto come sempre un gran bel sorriso.
Non riuscivo a dare tregua ai miei pensieri e alle mie inquietudini.
Niente sembrava avere più lo stesso sapore senza di lei .
A due anni dalla sua scomparsa la mia bambina mi ha chiesto chi fosse quell’anziana signora nella foto in bianco e nero appesa nel salotto di casa vicino al camino.
Le ho spiegato che era il mio angelo custode che due anni fa ha preso il treno della sua vita per raggiungere Dio…
La bimba con un grosso sorriso stampato sul volto ha detto : “Mamma non essere triste quell’angelo é andato via ma ha fatto si che io vegliassi su di te…”
Un grosso lacrimone ha incorniciato il mio volto.
Una partenza aveva segnato la fine, una nascita mi aveva ridato la vita.

tratto da pensieri d’autore 12

 


 

“Lettera di una figlia ad una madre…”

Toc toc…
Mamma mi ascolti….
Sono la vocina della tua bimba che ti dice non mollare.
Ho parlato io con il tuo corpo gli ho detto che deve reagire e deve sorridere alla vita.
Puoi guarire mamma.
Non senti il mio respiro dentro di te che ti da la forza ?
Guarda i miei occhioni celesti che ti sorridono.
Sono bella, vero?
Assomiglio alla mia mamma e al mio papa’.
Mamma fra quanto posso giocare sull’erba o odorare quella cosa che voi grandi chiamate fiori?
Fra quanto posso ascoltare il cinguettio degli uccellini?
Devi resistere per me.
Al mondo esistono tanti cattivoni che hanno diversi nomi: invidia, dolore, egoismo, falsita’.
Ma io so che tu sei più forte di loro .
Te lo posso giurare sui miei occhioni azzurri mamma.
La vita è come una lunga corsa ad ostacoli e noi stiamo per vincere.
Devi solo avere un poco di pazienza e il mio amore ti guarirà.
Il mio piccolo cuoricino è vicino al tuo più di quanto non pensi.
Vorrei tanto darti un bacetto mamma
Ma da dentro il pancione mi riesce un pò difficile.
Che belle le capriole che faccio dentro di te.
Sono davvero divertenti!
Ormai manca poco e là fuori ci sarò anche io.
Non permetterò a nessuno di farti male ma ti creerò intorno solo un mondo che ti vuole bene.
Dalla mia culla ti porterò quei sogni di bimba che la vita ti ha sottratto.
Insieme possiamo farcela.
Insieme abbiamo già vinto.

 


 

“La rana Cri Cri e il ranocchio Cra Cra”

C’erano una volta nello stagno dei pesci dorati una rana ed un ranocchio.
Entrambi vivevano ciascuno nella propria casetta fatta di foglioline, arbusti, rametti.
Un giorno il ranocchio Cra Cra decise di iniziare a corteggiare la rana Cri Cri , che nello stagno aveva al suo seguito diversi ranocchietti innamorati.
Per fare proprio le cose sul serio il ranocchio decise di recarsi formalmente a casa della ranocchia con il cuore in mano e una collanina di petali come regalo.
La ranocchia ringraziatolo per il regalo, senza molte cerimonie, rientrò in casa.
Affranto il povero ranocchio, con il cuore penzolante dal dispiacere, decise di riprovare.
L’indomani fece capitare a casa della ranocchia un braccialetto di perle di stagno.
La ranocchia senza molte smancerie ringraziò e tornò a casa.
Dopo l’ennesimo rifiuto il ranocchio Cra Cra, desolato prese penna e calamaio e scrisse una lettera d’amore che recitava così :
“Cara Cri Cri, non mi spiego le ragioni della tua ostilità. Il mio povero cuoricino fa tump, tump al ritmo del tuo respiro. Ormai sono giorni che ti corteggio ma tu non ne vuoi sapere del mio amore. Se c’è un altro ranocchio nella tua vita sarò il primo ad augurarti ogni bene, ma se così non è ti chiedo solo di prendere in considerazione l’ipotesi di una dolce amicizia. Bacetti smacckettosi Tuo ranocchio”
Appena le fu recapitata la lettera la ranocchia, con il cuore colmo di gioia, decise di dare una possibilità a Cra Cra.
In men che non si dica indossò il suo vestitino lilla di petali di violetta, la collanina di petali e il braccialetto di perle di stagno che le aveva regalato il ranocchio.
Pronta per uscire andò a cercare Cra Cra.
Un bacino sulle guance fu la risposta della ranocchia a Cra Cra.
Era l’inizio di una tenera amicizia o forse di un idillio d’amore.

 


 

“Pandemia”

Maledetta pandemia che la vita porti via.
Quante cose non ho visto pensando che fosse troppo presto.
Adesso il tempo scorre veloce e l’incedere e’ precoce.
È straziante lasciare andare per chi parte e per chi resta
Per molta gente neanche il tempo di dire “Sogno o son desta”
Non ci lasci neanche un saluto, un abbraccio in un minuto.
Quante lacrime versate che prendono il posto delle risate.
Quante persone in prima linea a combattere in maniera fulminea.
Non c’é tempo di pensare, di stringere una mano o salutare.
Siamo tutti pronti a giudicare chi ci tutela senza pensare
che sta rischiando la propria vita per la nostra riuscita.
Quaranta giorni di passione per arrivare alla resurrezione.
Forse l’uomo ha molto peccato e questo è il risultato.
Chi va via non ha nemmeno liturgia
Bisogna essere prudenti perche’ non si può fare altrimenti
un letto è un campo di battaglia dove un malato può guadagnarsi una medaglia.
Se il finale non e’ lieto almeno abbiamo combattuto.
Oggi siamo tutti dei guerrieri che percorrono sentieri.
Un po’ si vince e un po’ si perde e la vita ci disperde
“Chi vuol essere lieto sia..” sopravvivendo alla pandemia.
Dio mio accorri in nostro aiuto a salvare l’iperdibattuto.
Metti la mano sul ns. cuore per ridarci lo splendore
di una vita colorata che ci riporti in vita.
Siano rimessi i nostri peccati donando pace ai nostri dipartiti.
Ne usciremo ne sono certa con una esistenza riscoperta.
Torneranno tanti valori e rinasceranno anche i fiori.
Qualcuno ha detto che “La vita è bella” anche quando cammini su una cordicella.
Quindi tanta forza e tanto coraggio così avrebbe detto un saggio.
Finirà la pandemia lo vuole il signore e così sia.

 


 

“A mio padre”

Quello che sono tu eri
luce dei miei pensieri,
oscuri in una notte buia e fredda
in cui è precipitato tutto in fretta.

Domani non sarà mai ieri
i tuoi abbracci rivorrei volentieri.

Siamo due gocce dello stesso mare
in cui mi vorrei ancora specchiare.

Eri tutta la nostra vita
ma in silenzio hai terminato la partita.

Strade in discesa, strade in salita
nei tuoi occhi rivedo la mia vita.

Piccola anima sei salita a dio e
non c’e’ stato neanche il tempo di dirsi addio.

Ma forse e’ un arrivederci
a quando qualcuno fara’ incontrarci.

Avevi fretta di andare via lasciando
l’amarezza nella vita mia.

Ora ho perso le parole
perche’ mi fa tanto male il cuore.

Ttienimi per mano Papà.
Non è facile spiegare come è la mia realtà.

Non ti rattristare,
domani ci sarà ancora il sole.

La vita e’ bella avevi detto
e non eri per niente afflitto.

Luce bianca, fiato sospeso
poi un angelo è sceso
A portarti via da me
senza un reale perche’.

Trovi il tuo posto in una nuova dimensione
lasciando i nostri battiti in sospensione.

Il cuore picchia forte, picchia duro
ma tanto è come tirare pugni ad un muro.

Spero tanto che tu sia sereno
anche se l’angoscia è diventata il mio veleno.

Ti voglio bene, mi manchi tanto
per tutta la vita sarai il mio canto.