Mariella Ligorio

Poesie


Madre

China,
a mani nude,
lambivi i miei capelli.

All’ombra di una quercia
nutrivi i miei pensieri.

Soffio di vento
caldo
intorno al girotondo
del cerchio della vita.

Si chiuse
e io piansi,
madre,
la tua assenza.

 


 

 

Mare nostrum nero

Trafficanti di vite,
trafficanti di morte.

Il mare un cimitero:
volti pietrificati,
corpi senza speranza
la corrente trascina.

Li chiamano migranti
i morti di nessuno.

È la tragedia umana
di uno schiavismo avaro,
di corpi intrappolati
senza aria nelle stive.

Un bimbo grida: “Mamma!!!”.
La barca si ribalta,
le mani già lontane
di lacrime bagnate,
di tombe senza un nome
occhi senza dolore.

Vinta la Storia piange
i figli persi in mare
nel mare nostrum nero.
I figli di nessuno.
Chi mai li può volere?

 


 

 

Kailìa*

Kailìa in alto sorge.
Strati di pietra viva
sono le fondamenta.
Di pietre dure e incolte
la terra a sé le accoglie
nel grembo suo materno.

Sotto le mura antiche
cruenta è la battaglia:
Messapo contro Taras,
baluardo il Paretone;
di fionde e ghiande missili
l’arma letale vinse.

La strada del ritorno:
Reggini e Tarantini
di lacrime e di sangue
non navigaron più.

Sul ciglio i corpi esangui.
Il dio Apollo innalza
l’altare della patria
con la vittoria in mano
ed i cavalli al vento
per Kailìa mia bella.

*È l’odierna Ceglie Messapica in provincia di Brindisi