Martina Minardi - Poesie

Pazzia ignorata

Si sfaccetta realtà precaria
in mente da uragano squarciata,
spazio su acciaio si sgretola
tempo in abissi sprofonda,
tra lamenti di pensieri deliranti
intrappolati in incubi parlanti.

Ferite occultate urlano
dolore incompreso devastante,
su vetri scheggiati vagando
tra gocce di tormento sudate,
in mare irato tempestoso
per pazzia in mondo ignorata.

 


 

Campanula indifesa

Criptati tra macerie d’angoscia
sogni giacciono inermi
in ampolla di vetro sbrecciata
da filo spinato circondata
tra fiamme roventi di cielo
in anfratti gelidi morenti.

Ansima mondo ignorato
per foresta tradita annientata
s’accascia uomo squarciato
su orizzonte di vita fangosa
tra grida di corolle seccate
e lembi di ideali penzolanti.

Fragile campanula indifesa
su campo brullo s’erge
luce giunge intrepida
e acqua fertilità a terra dona
tra nastri di speranza sognante
in aurora d’Infinito amante.


 

Attimo

Sospeso attimo restò
tra orologio da paura frantumato
e altalena di pensieri aggrovigliati
in distese di prateria violata
su orizzonte invisibile seghettato.

Lo afferrai tra sfavillii di sensazioni
ombre in caleidoscopio trasformate
bagliori da cielo rubati
per viverlo in esistenza iridata
tra sogni da realizzare alati.

 


 

Armonia di vita

Su pista di ghiaccio attendo
tra coni di luce riflessa
leggerezza di pensieri piroettanti
su carrozza atemporale vacante.

Tra brividi di trepidazioni contorte
petali spargo tremando
tra punte di logica mancante
e pupille d’oppressione debordanti.

Ansia oltre spazio vola
tra speranza di rinascita vera
oscurità trasformando in albore
per reinventare armonia di vita.

 


 

Risveglio

A bordi di mondo mi fermai
in silenzio di attimi appesi
su ciglio di tempo mancante.

Sogni evanescenti ammirai
tra scricchiolio di progetti lanciati
in crepacci di potere avverso.

Tra raffiche d’ingiustizie urlai
energie smarrite raggomitolando

su fuso di ideali ingialliti.

Afferrai su nubi placide
forza di psiche risvegliata
e scrissi su pietra incandescente

parole per malati curare
con Positività ignorata e calpestata
in Aurora di menti risanate.

 


 

Storie parlanti

Vorrei parlare al tuo cuore
e dirgli di riprendersi
le lacrime non versate
per spargerle sui fiumi
prosciugati dal vento
che ulula storie di dolore
stritolanti essenza.
Luce di vita s’affaccia
dal nucleo vitale
e gironzola tra meandri
di sofferenza trasformati,
splende sorridente amore
di pace adornato
ed esplode
celestiale eterno
di solitudine errante.

 


 

Il sempre che sposa l’eterno

Al cielo i tuoi perché urlati:
rabbia la mente dilania,
lacrime bloccate ti annientano.

Dolore scava crepacci
nell’essenza annullata
da aculei laceranti.

Corpo amato, steso immobile
in bara nemica
rapito da morte irriverente.

La tua donna è partita
per dimensioni sconosciute
e solitudine giace nel letto madido.

Psiche stanca, da afflizioni distrutta,
sintomi elabora
per perdita non trasformata.

Fuoco brucia membra paralizzate,
ghiaccio ricopre cuore sanguinante,
acqua inonda pensieri metallici.

Angelo di luce vestito,
nella tua anima dimorerà
in quel Sempre che sposa l’Eterno.

Passi sulle vie dell’esistenza
di pesante piombo trascinati,
verso rinascita vanno.

Vita trionfa tra luci eteree
e morte sconfitta tace,
laddove Amore abbraccia Infinito.

Melodie di arpe cantanti
e sinfonie di coralli danzanti
annunciano Speranza sorridente.

 


 

Pace danzante

Si placa
rabbia guerriera
d’armatura protetta
e di veemenza agguerrita.
Tace
dopo distruzione apportata
scompigli seminati
ed odi accesi.
S’acquieta
emozione rovente
di falò minacciosi
per vittime innocenti.
Positività Arcaica,
dormiente, l’accoglie
e Amor risana
rovine sparse tra le genti.
Collante di vita,
Speranza crea
ghirigori ondeggianti
tra pace danzante.

 


 

Sofferenza trasformata

Volò sofferenza
libera nell’etere,
tra nubi danzanti
e venti di brezza odoranti.
Sorvolò mari dorati
e montagne innevate,
prati cangianti
ed alberi immobili,
case sonnecchianti
e nidi ridenti,
strade affollate
e deserti assolati,
fiori delicati
e cuori devastati.
Volteggiò tra invisibili veli
di sogni realizzabili,
in un nuovo inizio
di fede incrollabile
in sorrisi trasformata.

 


 

L’attesa

E lui andò,
con passo greve
s’allontanò
dal suo focolare.
Non ritornare
senza donare amore,
non bussare
privo di comprensione,
non cercarla
per costruire gabbie
di libertà mancanti.
Vai per le strade del mondo
che ti stritola,
corri per i campi
cosparsi di ortiche,
tuffati negli impegni
di inderogabile stile.
I grilli non chiacchierano
gli uccelli ti ignorano,
i fiori ti evitano
e il buio opprime
il tuo cuore,
che non seppe condividere
la speranza sognante
e fantasie svolazzanti
di colei che ancor attende
di concederti perdono.

 


 

Relazioni intrecciate

Gocce di pioggia rigeneranti
accarezzano arbusti aridi
in campi sconfinati
di solitudine dilagante
subita e non optata.

Polle d’acqua formate
tra grano biondeggiante
e grilli saltellanti:
un insieme che noi diviene
di io e tu in relazioni intrecciate.

Perle solitarie unite
in gioiello unico e sfavillante
d’amore donativo intarsiato:
sola più non sarai
abbracciata da cuori ridenti.

 


 

Rinascita

Speranza tacque,
tenebre si posarono
sui corpi stanchi
e mente vagheggiò
non vissuti sogni alati.
Nebbia offuscò
di ombre parlanti
orizzonti ameni
di emozioni dormienti.
Palpebre aprì creatività
danzante e luce soffiò
su spiritualità opaca
di ritualità spente.
Infinito
abbracciò immenso
e rinascita scolpì
con petali in fiore
le anime sorridenti.

 


 

Cuor di figlia errante

Fresca notte d’estate:
curiose stelle chiacchierano
allegri grilli conversano
e la luna ammicca
complice d’amanti trepidanti.

Brezza leggera accarezza
mio corpo stanco vagante
tra viti verdeggianti.
Ti sento nel lento passo
di tranquillità eterea.

Hai valicato i muri del tempo
che solcò il tuo volto
ma nell’essenza non penetrò.
Eternità t’accolse e tu andasti
con serenità conquistata.

Tra erba dorata ti ritrovo
passeggiando per campi sognanti
là dove con semplicità gioisti
accarezzando umilmente la vita
che mi insegnasti ad amare.

Ti parlo di emozioni silenti
tu sorridi e invisibile carezza
si posa sui capelli fluenti:
sei nuvola di luce
che rischiara il mio andare.

Ci sei e sempre sarai
nel cuor di figlia errante
tra ricordi di sguardi parlanti
e abbracci riverberanti
che, nella quiete, di noi narrano.

 


 

Risveglio operante

Miseria giunse
ad abbruttire i cuori,
di stracci vestita
e macabro scherno.
Rifiutata e non accettata
s’infuriò,
lava incandescente diventò
mummificando anime
di speranza prive,
accasciate senza vitalità
su altalene arrugginite.
Guerra tra poveri
sghignazzando annunciò,
laddove energia vitale
abdicò dal trono cadente.
Angelo di pace
di vesti eteree adornato,
risplendente di luce riflessa,
impalpabile e sorridente,
ricamò trame d’Amore
con fili dorati
e nastri di Carità
fluttuanti, permettendo
a Provvidenza d’agire
con braccia alacri
di uomini risvegliati
dall’Infinito operante.

 


 

Positività arcaica emerge

Cristalli deformanti
visi consunti
da lacrime prosciugate.
Anime sospese
tra singhiozzi strozzati
e parole abortite.
Emozioni roteanti
in cuori solitari
tra deserti dell’essere.
Bimbi tremanti
per angosce sconosciute
in famiglie diroccate.
Soffio vitale,
emergendo, accarezza
umanità sofferente.
Sorrisi riaffiorano
e fiume d’Amore
bacia sterile terra.
Positività Arcaica esplode
e briciole di luce
trasformano pathos errante.

 


 

Arcobaleni di luce

Speranza che accarezzi
voragini di cuore dolente
con maestria soffermati
dove giacciono ignudi
solitudine piangente
e tradimento subìto.

Lenisci ferite sanguinanti
di chi con angoscia duella
per non soccombere
a negatività festante.

Siediti ai bordi
di anima lacerata e attendi
Rinascita equilibrante
che con tempo s’accorda
per trasformare
sofferenza dilagante.

Colora arcobaleni di luce
e riaccendi energia vitale
che dipendere non può
da opzioni tortuose di chi andò.

 


 

Lacrime asciugate dal tempo

Sbocciò passione
nel cuore da raggio solare
intrigante riscaldata
laddove nubi minacciose
orizzonte dipinsero
di sfumature opache.

Cavaliere errante bussò
e porte apristi a novelli palpiti
che ghirigori dipinsero
tra emozioni dirompenti
e fulmini essenza squarciarono
di giglio sicuro ignaro.

Riprese il suo andare
e principessa dai capelli fluenti
inondasti di perle letto madido
di solitudine stritolante.
Spire metalliche aggrovigliarono
l’anima tradita e affranta.

Galleggiò storia inesistente
su fiume di vita rigenerante
e la guardasti da correnti sospinta
tra lacrime che asciugò il tempo
e sogni dorati inespressi
che rugiada in Amore mutò.

 


 

Paura del nuovo

Certezze traballano inquietanti
dubbi s’affacciano su sentieri
sicuri d’esistenza tracciati.

Cammino da sassi bloccato
di rovinosa frana inibente
tra pensieri brilli e barcollanti.

Mente da ronzii offuscata
novità inaccettabili rifiuta
e in torre impenetrabile si chiude.

Il mutare conoscenza non genera
e chiave di sapere non diviene
tra panico paralizzante dominante.

Tremano teorie di ragnatele tessute
laddove urla lacerano quiete
per verità monca affermare.

Giovinezza di libertà adornata
ferma passi su selciato rovinoso
e coglie interrogativi ignorati.

Paura del nuovo si scioglie
e raggi sapienti accarezzano
vette di saggezza raggianti.

 


 

Solitudine sogghignante

Vociare incessante festoso
cicale canterine turba
laddove vigoroso caldo giunge
annunciando vacanze imminenti.

Frenesia cuori imprigiona in fughe
organizzate per riposo obbligato
in meta agognata realizzare
oblio calare su lavoro stancante.

Tu immobile guardi esodo
da inevitabile bisogno generato
e sofferenza ti avvinghia in spire
da solitudine sogghignante creata.

Sogni andanti in baratri del Nulla
lambiscono crateri impalpabili
e perla invisibile sfiora
viso di perdita subita solcato.

 


 

Anima libera

Tanto ti fu chiesto
in pellegrinare umano
e lui incerto ti sfiorò
dolore non comprendendo
di anima sola e sorridente.

Macigno non fosti
per corpo dilaniato
da malattia invalidante
e per quotidiano vivere
immani sforzi pretese.

Tacesti e non capì
parlasti e ti ignorò
gridasti e se ne andò
scheletro di passione inane
con passi vacillanti.

Vaghi ora anima libera
tra orizzonti invalicabili
dove le petunie ti sfiorano
nel tuo andare lieve
per prati di vita sognante.

 


 

Amore verso eterno eleva

Santo Graal ricerchi
di ultima cena reliquia
tra le pieghe del tempo
mistero celato che menti
fertili fa divenire per bramosia
da inferi generata.

Tuniche bianche crociate
e sette nascoste assetate
da sanguinario potere
che debella chi da povertà
abbevera esistenza traballante,
con affanno lo agognano.

Angeli di luce te lo mostrano
se cuore puro tu coltivi
tra margherite svettanti
e grano biondeggiante:
Amore è, che verso Eterno eleva
tra cori di bimbi festanti.

 


 

Tesori fangosi

Tre volte bussò, su voragini
scoscese e vischiose d’anima
al potere asservita, Libertà
in mantello di luce volteggiante.

Uscio non spalancò schiava
inginocchiata su chiodi di gloria
e macerie di tesori fangosi
tra macabre ossa odio stillanti.

Armonici ideali non accolse
in palude vitale sprofondata
e in baratri dell’essere protesa
solo d’Amore puro mano afferrò.

 


 

Esercito senza voce urlante

Lacrime da rabbia prosciugate
ansia che voragini scava
dolore che da abissi riemerge
paure che stritolano essenza:
esercito senza voce urlante
angoscia ignota soffocante,
aiutami a ritrovare perla
in deserto cocente di conoscenza
per riudir armonici suoni
da sofferenza soffocati
in Positività arcaica ritrovati.

 


 

Inutile da vanità agognato

Rami intricati al ciel protesi
inneggiano a luce che vita dona
e afferrato a lembi dell’impossibile
uomo lamenta l’inutile
da vanità agognato.

Ospitano nidi tra fronde vocianti
e melodie intonano passeri fedeli
laddove rimostranze odono
di chi non seppe
stimar zolla fiorente.

Pettirosso da inverno sospinto
briciole apprezza di misero pranzo
e saggezza a semplicità invita
che umanità smarrì
tra superfluo allettante.

 


 

Cattedrale di pensieri svettanti

Scruto rupi spumeggianti
di onde rabbiose che scuotono
immagini impaniate in ragnatele
da esistenza nebbiosa secrete.

Libera e lava energia marina
cattedrale di pensieri svettanti
che al ciel s’inchinano per Amore
elargire a sofferenza stanca.