Massimiliano De Gennaro - Poesie

AMARE PUÒ BASTARE

4 APRILE 2018

 

È una giornata come tante altre, le mani si allungano

sino a toccare due piante

che grattugiano l’aria inquinata dai gas di scarico delle auto. Il mare prende l’iniziativa e viene a trovarmi.

Inizia a parlarmi del nuovo governo

che si formerà a breve e mi rende edotto sul reddito di cittadinanza.

Una promessa che se verrà declinata nei modi più opportuni permetterà ai poveracci di avere un sostegno economico

su cui poter contare.

Spero venga data la precedenza ad ogni declinazione del disagio

ed in particolare a chi viene impedito con mezzi coatti di lavorare e di crearsi le opportunità per il proprio futuro.


10 ANNI

 

Sono trascorsi dieci anni e guardo ancora fuori da una finestra senza potermi permettere una passeggiata

come fa la gente comune.

Questa sera le nuvole sporcano le foglie degli alberi, dietro i quali campeggia

una vetusta gru arrugginita che osserva e tace come una quercia di metallo. Il tempo trascorre, scivola via fino a portare un’oscurità da cui traspare un cartellone pubblicitario che evoca dei bei ricordi fatti di panna montata dentro un caffè vero.

Tutto gira, tutto si arresta come il battito del mio cuore che non vuole rassegnarsi al destino che il dio degli altri gli ha assegnato. Un destino già scritto,

già declinato nelle sue più svariate forme avverse.

È ora di cena, quindi abbasso le tende della mia cameretta come se fossero i miei pensieri più intimi

e predispongo il mio corpo a gustare il cibo.


9 SETTEMBRE 2017

 

Il sole si addormenta sui pertugi della zanzariera attraversandola e arrivandomi addosso con l’irruenza di un cucciolo

che fa le feste, e scatena dentro il mio corpo meccanismi che permettono di metabolizzare la vitamina d.

Tutto questo da una finestra aperta

che si vergogna al posto di chi non lo fa. Tra poco sarà il giorno del compleanno,

speriamo non sia un giorno come tutti gli altri.


25 OTTOBRE 2016

 

Le quindici e quarantacinque.

La camera riordinata in fretta e furia,

il rumore di un camion che sbaglia strada di continuo

come la sua ombra, che anziché seguirlo decide di andarsene per i fatti suoi. Ho appena spremuto le cervella su un libro

che enuclea competenze digitali basilari,

ma la stanchezza come un acquazzone repentino ed estivo è sopraggiunta alla svelta.

Così mi ritrovo a digitare ciò che vorrei scrivere a penna su un foglio di carta o su di un muro di ostacoli

che al passare del tempo aumentano anziché diminuire. Mentre scrivo rivolgo lo sguardo in alto, che cade sopra un libro impolverato di luce di stelle, che illuminerà il volto dell’intelletto del predestinato che lo leggerà. Cerco quindi di fare qualche cosa di bello in una giornata anonima autunnale,

quindi concludo la mia pausa fatta di lettere che camminano ai confini della logica e del raziocinio

andando a fare una bella doccia.


18 NOVEMBRE 2017

 

Una miriade di piccoli flutti che si increspano all’orizzonte accarezzano un sole che cerca di nascondersi

dietro dei cirri colorati quasi come l’iride.

Nel frattempo la battigia guarda un cielo colorato come i vestiti delle fate, ed i nonni assieme ai bisnonni osservano questo tramonto stupefatti.


13 LUGLIO 2017

 

Le acque di un mare burrascoso camminano

su degli scogli finti e squassano gli animi dei passanti che osservano da lontano.

Della neve prende il terreno per la gola

e tenta invano di soffocarlo sapendo di essere lei stessa sconfitta dal calore che incede senza alcuna pietà.

Il cuore di Anna è come luce evanescente sotto una coltre di nubi spesse che vogliono schermare ogni angolo

del suo corpo delicato e fragile.

Il suo amore per il peggiore degli uomini innamorati sulla terra viene sepolto da uno scalpiccio di coccinelle

che le chiudono gli occhi e la pregano di andarsene seguendo la via maestra che la condurrà

verso l’oblio delle sensazioni.


I BISCOTTI DELLA NONNA

3 DICEMBRE 2017

 

La farina schiaffeggia le uova che anziché offendersi si rompono mischiandosi ad essa.

Nel frattempo il lievito di birra che si scioglie innamorato del suo latte racconta alla margarina i propri guai, trovando per fortuna lo zucchero ad addolcirli un po’.

Il forno poi li avvolge in un freddo calore promettendo loro un tripudio di aromi e gusto che renderà felice colui che li mangerà.


13 AGOSTO 2017

 

La folla come carbone ammuffito staziona nella piazza di Kiev.

L’oscurità ha la sua rivincita su degli uomini che si sbriciolano come carta

al passaggio del potere sovietico.

La gente che lotta per l’annoso problema di mancanza di democrazia invoca l’aiuto dell’alleato statunitense e dell’Europa.

E loro, uniti come una spada infilata dentro una roccia,

glielo danno mettendo a rischio le vite dei loro uomini migliori.

Infiltrandoli nelle fila nemiche, portando aiuti economici che coloreranno i sorrisi di quei bambini che stentano

ad unire un pranzo con la cena. Monumenti sbiaditi che brillano si fanno forza l’un l’altro imprecando Dio e anelando

una sferzata d’amore che raggiunga la testa bacata

della dittatura vigente. Il cammino ancora da percorrere è aspro, come gli attacchi mediatici che sono stati condotti

verso la prima citata dittatura sovietica che sono costati la vita a molte persone, ma tutto andrà per il verso giusto…

ed allora che Dio ci accompagni.


6 GENNAIO 2018

EPIFANIA

 

Un’anziana signora siede su una scopa e fa il solletico a un cielo gelido che la scruta con finta indifferenza

e le dona un cumulo nembo di zucchero filato.

Nel frattempo il mondo che in questo giorno è per intero al suo cospetto

raccomanda alla sua vecchietta di riempire le calze di tutti

ed in particolare le varie declinazioni dei disagi.


29 GENNAIO 2018

 

Nel salotto di casa la morte impreca chiedendo di aiutarla, ma io le do retta solo dopo un po’

convinto della sua malafede sincera. Ad un tratto la ammiro dinanzi a me, è una vecchietta che vede l’oscurità

e prende con le sue mani i danni neurologici che si fingono amici maledetti.

Poco dopo l’ambulanza, la portano via assieme ad una parte di me.

Trascorrono alcuni giorni, mi faccio coraggio e la raggiungo in ospedale

dove la stringo tra le mie braccia e piango e la saluto

con l’eco di scherno di uno sguattero vestito da infermiere.

A Rovigo la nebbia protesta recalcitrante, impedendo al sole di bussare alla mia porta

per dirmi che la nonna sta bene e che è tutto finito.

Si fa udire il vento annunciandomi

l’imminente arrivo della mia vecchietta a casa, in condizioni disperate,

e che forse occuperà nuovamente il suo giaciglio.


2 SETTEMBRE 2017

 

Dei cespugli graffiano il cucuzzolo di una collina erosa dalle intemperie.

Più in basso la sabbia, una moltitudine di granelli che si fanno sempre più piccoli e numerosi

sino a formare un deserto con delle dune dalle quali vi scorgo un’ombra che si riverbera al suolo bramando la sopravvivenza.

Poi un’altra ed un’altra ma di dimensioni più ridotte.

Sono immigrati in fuga da una dittatura che impone loro una vita fatta di stenti al limite della sopravvivenza.

Il dio degli altri guarda ma non dice niente e si rifugia dietro il libero arbitrio.

Il sole cocente tocca con disinvoltura la sabbia

e i piedi nudi di un deserto che non vuole indossare le scarpe per non schiacciare uno scafista infame.

I sopravvissuti di questo odioso viaggio giungeranno nei porti Italiani

ove le organizzazioni malavitose dei territori ne faranno schiavi a basso costo, alimentando così il lavoro nero,

la prostituzione e lo spaccio di stupefacenti. Il popolo Italiano non ce la fa più,

ma non possiede una cultura adeguata per affrontare la situazione.

Che sta sfuggendo di mano anche a chi l’ha creata.

La tv sorride apparentemente spensierata

dentro uno schermo piatto ubbidendo ad un potere schizofrenico talvolta incline agli aspetti sociali del suo popolo.

Quegli stessi aspetti sociali che si attenueranno con il trascorrere degli anni portandoci così verso gli stati uniti di Europa.