Massimiliano Tartaruga - Poesie

Citta’ desolata

 

Un’alba sintetica rifulge la città,

desolata dai colori di primitive beltà.

Rette perpendicolari si stagliano all’orizzonte,

tanti isolati dalla natura bifronte.

Rombi tangenti del perimetro oltrecortina,

nubi impregnate con silente mascherina.

Pochi incroci tra culture differenti,

semafori rossi, per altri sempre verdi.

Strade inquadrate da luci abbaglianti,

di notte inquinate da locandine ammalianti,

tangenti sfrecciano verso l’infinito

a sfiorare un mondo meno costruito.

Voli artificiali, sopra una discarica

il cerchio della vita, una nuova dinamica.

Ed ecco un parco non assediato

tanti alberi, quanto mai popolato.

Cinguettio scambiato per chincaglieria,

Oh Umanità, ritrova semi di autarchia.


Come sei

 

Ho visto il riflesso del mio viso

in uno specchio d’acqua, come un avviso.

Non sembravi come gli altri,

il mio pensiero era trasformarti.

Ma davvero siamo artefici del nostro destino?

O siamo vittime di un lento, inesorabile declino?

La primavera era alle porte,

i fiori d’arancio come consorte.

Come si può mentire al tuo Amore, a te stesso

fingendo un sentimento come un compromesso,.

Cosa ti ha portato a spingermi verso te,

a rompere i miei indugi e fidarmi di te.

Eri l’uomo dei progetti possibili,

invece eri l’inizio di incomprensioni indescrivibili.

Ora so di essere cambiata,

sempre in corsa e mai dominata.

I figli non ti assomigliano affatto,

frutto dell’amore, si, ma anche distacco.

Ora ho paura della natura degli uomini

se come sei fingono e poi diventano anonimi.

Da oggi indietro non intendo volgermi,

inizia un’estate senza te, che non hai saputo cogliermi.


Una juventina a Roma  (dedicata a Francesca Fialdini)

 

Settimane di rivalità e rancore accusatrice,

la redazione contro una fede conduttrice.

Anvedi questa… e ti senti in minoranza,

ma esci dal pressing e senza suddittanza.

Ogni lunedì devi limità l’esultanza,

tutti tifosi, ma quanta lagnanza.

Poi tutto cambia e arriva primavera,

la Vecchia Signora ritorna cocchiera.

Una fresca brezza spira di Ponentino,

dal nostro Tirreno ti accarezza e sta vicino.

Non ti preoccupare in passato il Bianconero,

ha fatto grande la Rai e lo stivale intero.

E come replicare ad una romanità imperiale:

<<La Juve resta di importanza capitale!>>


Luna

 

Ma sei piccola o grande…

un satellite o un discorso a parte?

Con leggerezza alzi un mare calmo,

marea di voci unite in un salmo.

Ispiri con la tua voce amori lontani,

due innamorati con lo sguardo all’indomani.

Hai piccoli segreti, un’area nascosta,

ma, nelle tue fasi, sempre composta.

Ci accompagni sempre nelle chiare notti,

giochi a nascondino tra nuvole poliglotti.

A chi felice tocca il cielo con il dito,

preferisco te, di cui sono invaghito.


Un amore all’improvviso

 

Se dovessi spiegare cos’è il nostro amore,

non avrei parole, cercando indietro o nel cuore.

Una vita difficile e alquanto complicata,

legami stabiliti fuori dalla mia portata.

Poi, per scherzo o per debolezza,

abbassavo le difese, complice una tua carezza.

Riuscivi a leggere i miei pensieri,

un legame invisibile, ma con colori accesi.

Perchè in una storia non pensavo più di trovare

quello che, nel giro di un’ora, mi hai fatto improvvisare.

Mi hai dato tutto quello che ho osavo solo immaginare,

una spiaggia soleggiata… un crescendo di onde nel loro fluttuare.

… nanana perché io e te

per cercare di capire chi siamo, siamo andati avanti così,

che alla fine, vuoi vedere, che ti amo più dei tuoi: “-Si.-”

Tristezza e noia sono tradotti in altre lingue,

ringrazio il cielo di questo Amore insigne.

Deve durare contro ogni gelosia,

come sarebbe bello, un Amore per tutti,

senza ipocrisia.


A Giuliana

 

È vero, fuga di cervelli,

ma anche sorrisi di acquarelli.

Un piezz’e core che stordisce

per inseguire un sogno stelle e strisce.

Non solo ingegno di gran fattura

ma tanta armonia e grazia addirittura.

Un grazie sentito in salsa sannita

per chi sul mare conduce questa vita.

Un grazie sincero e auguri di ogni bene,

a chi ti contraddice fai veder le streghe.


Nozze di rubino

 

Quanti mari avete attraversato,

molte correnti vi hanno affiancato.

Momenti belli, una brezza leggera,

momenti tristi, un’improvvisa bufera.

Un equipaggio esperto, un gran timoniere,

il primo ufficiale un fedele alfiere.

quaranta estati, nozze di rubino

di un amore sereno e cristallino.

Anche questa estate vi scalderà,

nessuna tempesta mai vi dividerà.


Omaggio partenopeo

 

Loggione sfizioso su panno azzurro

palcoscenico ornato da luci ed un sussurro;

monte fumante di aria ruffiana,

vita che scorre tra eccessi e melodrama.

Vociare colorito, essenze di Borbone

donne dei rioni, quanta agitazione;

Partenope esposizione a cielo aperto

Ogni traversa tra barocco e moderno.

Quante maschere, gironi danteschi

una chiesa antica, scorci pittoreschi.

Vicoli tessuti da fili invisibili  

salgo scalette verso vedute indelebili. 

Sei musica per le mie orecchie

Croce e delizia con le tue pernacchie

Anima folle di una terra soleggiata,

ti insegna come la vita va affrontata.

Napoli ti ho scrutato in rara occasione

Misto di timore, ambulante e ammirazione.

E se rivederti chiuderebbe un cerchio

stavolta togliero’ piastra e coperchio


Ultimo bacio alla stazione

 

Amore mio te ne devi gia andare

Via da me, col mio lasciapassare 

Pensavo fosse facile darmi tempo

Invece aumentava il mio sentimento

Tutto era nato dalla tua timidezza

Che dava forza alla mia dolcezza

Poi col tempo sentivo il calore

Quello del fuoco misto d’ardore

Un bacio che mi da speranze,

di un amore vero senza distanze.

Il fischio di questo treno impazzito,

È come quello dei tuoi pensieri, indefinito.

E come posso non tremare tanto

Al sol pensiero di tale incanto

Ora sola seduta sulla panchina

Sei solo un punto da questa vetrina

Saranno giorni di sospiri e desideri

Pensando alle tue parole e ai miei piaceri

Da questa stazione partono mille pensieri

che mi agitano forte piu’ di ieri.

L’ultimo bacio che ci ha consumato

Sarà l’inizio di un amore incondizionato


Er’ barricato in cantina

 

<<Signori  a voi il chimico de tusci

gomiti in alto per tutti i gusti !

Ma che cantina , un gran laboratorio

entri silenzioso ed esci parlatorio.

Trinca un bicchiere che tira l a’tro

vai dal Frank e ritorni giovinastro

Quante ore a miscelare

Nuovi clienti da accanellare.

Solo lo stolto pensa improvvisato.

Qui c’e uno studio, tutto calcolato

con un gusto non proprio elegante

Butta giu che il suo e’ invitante.

Ma si, abbondare a profusione

Chi non beve e’ un accattone.

Come qualche raro impiastro

ai liquori quanto mai sordastro

e giu’ un boccone  in compagnia

la solitudine equivale ad astemia;

E non chiedetegli come EST il  fermento,

come una falange pronta all ‘accerchiamento

Una sentenza antica , ma non temere

e mo’  Bere bere e bere>>