LA SIGNORINA

 

Nata in montagna,

tra prati verdi ed animali,

capelli neri come more,

 i vestiti e tanti sogni.

 

Alzarsi presto ogni giorno,

 con il gallo che sveglia,

via, nei campi a lavorare,

poi in cucina a far mangiare.

La domenica a ballare

con le amiche a passeggiare,

una borsetta ed un capellino,

la mantella ed un fiorellino.

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LA VIGILIA DELLA BEFANA

 

Da piccola abitavo in montagna, in una bellissima casa, circondata da alberi e prati. I miei genitori erano in salute ed in gioventù, noi insieme felici. 

Il cinque gennaio era una grande festa per me. La mamma aveva già preparato

i dolcetti – befana* e riposti in colorate scatole di latta, predisposte per una lunga conservazione, la tavola era pronta, il caminetto acceso.

Tutti in attesa!….

Stava per arrivare la cara vecchietta, che distribuisce doni ai bimbi buoni.

Io avevo paura, lei m’interrogava, sapeva, se ero stata buona o cattiva, poi c’erano i doni!…… Ricordo bambole, vestiti, materiale scolastico,

giochi da tavola, oggetti in legno…..

Mi pare di sentire la squilla nell’aia, che annunciava l’arrivo della Befana.

Era ormai notte, spesso c’era la neve a rendere tutto piu’ suggestivo.

Il babbo apriva la porta, lei entrava e si poneva davanti a me. 

Che emozione!…

L’ascoltavo incantata!…..

Poi scartavo i regali lentamente, li portavo in camera, quasi con timore, piano, per non sciuparli……

E al mattino mi svegliavo con loro e con la mia mamma vicina, come a vegliare sul mio sonno di bimba.

 

*BEFANA – TRADIZIONALI DOLCETTI/ VECCHIETTA CHE PORTA DI DONI AI BIMBI – BARGA

PROV. DI LUCCA.

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LA NOTTE DI NATALE

 

Il piccolo furfante girovagava per le strade della citta’, combinandone di tutti i colori, rubava anche le monetine alle povere vecchiette indifese.

Una sera fu attratto, improvvisamente, da un grande albero, sfolgorante di luci ed addobbato con copiose sfere di cristallo. Lui si avvicinò piano, piano,

come incantato e vide in un’incandescenza dorata un tenero bimbo con le braccia aperte, posto su una mangiatoia.

Il furfante si commosse e cambiò vita.

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PRIMAVERA

 

UNA GOCCIA DI CIELO,

SUL FIORE DEL MELO,

UNO SGUARDO AMARANTO

ASCIUGA IL TUOPIANTO.

 

 

SORRIDE IL TREMULO FIORE

COME UN TENERO CUORE,

TENDE LE MANI

VERSO IL DOMANI.

 

UNA NUVOLA ED UN VELO,

UN SORRISO ED UN TELO,

NEL PRATO UN TRIFOGLIO,

SOTTILE COME UN FOGLIO.

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UNA VOCE

UN SUON DI CAMPANA,

RICHIAMA UNA VOCE,

LONTANA UNA FOCE,

UN’AZZURRA GENZIANA.

 

 

LA VITA E LA MORTE

SEMPRE PORTERA’ LA SORTE

FINITA E’ L’AVVENTURA,

SON CHIUSE LE PORTE.

 

 

GIACE IL CORPO E LA PAURA

NELLA FREDDA TERRA PURA,

DOVE TUTTO TACE

E REGNA LA PACE.

 

 

SOLITARIO E’ IL CASOLARE,

NESSUNO PUO’ RITORNARE,

CRESCE CON SCONFORTO

IL GELSOMINO TUTTO STORTO.

 

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 A MIO PADRE

 

 

VIENE IL TEMPO DELLA SERA,

DELLA MORTE A PRIMAVERA,

FIORI DONDOLANTI,

NEL VENTO TREMANTI.

 

 

UNA ROSA E’ RECLINATA,

COME IL TUO VISO SUL CUSCINO,

LA TUA VITA E’ TERMINATA,

RESTA IN ME SEMPRE VICINO.

 

 

DI SCURI COLORI,

VESTITO IL TUO CORPO,

DOLORE NEI CUORI

GIA’ NEL TUO RICORDO.

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CIELO DI STELLE

 

UN CIELO DI STELLE,

BRILLANTI COME FIAMMELLE,

CULLA LA NOTTE BLU

COME UNA DOLCE FATA,

CHE ADDORMENTA

IL FATICOSO GIORNO.

 

 

NELLA NOTTE DI STELLE

UNA ROSA, UNA CANDELA,

UN DOLORE CHE TACE,

NEL RIPOSO TROVA PACE.

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SONO ANCORA IO

 

 

QUESTA TESTA CONFUSA,

CHE NON RISPONDE PIU’,

SONO ANCORA IO,

NON MI LASCIARE SOLO,

NEL TUNNEL BUIO.

 

 

SGUARDI VUOTI,

PERSI NELL’ OSCURITA’,

CORPI TREMANTI,

TORTURATI DAL DOLORE

CHE BRUCIA L’ANIMA.

 

 

SONO ANCORA IO,

NON POSSO STARE SOLO

NELLA PALUDE NERA,

SALVAMI DA QUESTA BELVA,

CHE MI DIVORA.

 

 

SONO ANCORA IO,

CHE BRANCOLO TRA I ROVI,

NEGLI STRETTI CORRIDOI

D’UNA FREDDA CORSIA,

DISPERSO TRA LA VIA.

LA POESIA E’ DEDICATA AI MALATI PSICHIATRICI, ANCORA OGGI, DERISI E LASCIATI SPESSO TROPPO SOLI.

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SERA DI MAGGIO

 

S’ AFFICCIANO NEL CIELO

NUBI ROSATE, RIFLESSE DI LUCE,

SVETTA IL CAMPANILE IMPONENTE.

 

TRA I TETTI DELLE CASE,

S’ADDORMENTA IL SOLE

IN UN PETALO TURCHESE.

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SCOSSE E NEVE

 

 

TEMPO DI DOLORE,

SPEZZATO E’ IL CUORE.

TEMPESTA DI NEVE,

DISTRUTTA LA SIEPE.

 

 

SCOSSE DI TERRA,

PARE UNA GUERRA.

TUTTO  TREMA,

CROLLI E PAURA.

 

 

UNA VITA DURA,

PIANGE LA SPERANZA,

NON UNA STANZA,

GENTE TORMENTATA,

 

 

DAL DESTINO ABBANDONATA.

UN GRIDO DI SGOMENTO

VIAGGIA NEL VENTO,

UN PENSIERO ED UNA LUCE.

 

 

AL CIELO UNA VOCE

CHE CHIEDE PACE.

UN PADRE CERCA LA FIGLIA,

DISTRUTTA LA FAMIGLIA,

 

 

SEPOLTA TRA MACERIE

E CUMOLI DI NEVE.

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IN VOLO

 

 

IN VOLO TANTI PALLONCINI,

LANCIATI DAI BAMBINI,

UN SOGNO, UN DESIDERIO,

UN TENERO MESSAGGIO

 

 

VOLA SU NEL CIELO.

UN FIORE ED IL SUO STELO,

NELL’ARIA PETALI COLORATI,

PER FESTEGGIAR L’AMICIZIA.

 

 

ABBRACCI E SOLIDARIETA’.

PER TE, CHE SEI DIVERSO,

MA UGUALE NELL’UMANITA’.

GIROTONDO TUTTI INSIEME,

 

 

UN GERMOGLIO, UN SEME,

CHE CRESCE NELLA TERRA,

VOLANDO ALTO, ALTO,

SU VERSO L’IMMENSITA’.

 

 

LA POESIA E’ STATA SCRITTA IN OCCASIONE DELLA PASSEGGIATA DELL’AMICIZIA, GVS – GRUPPO VOLONTARI DELLA SOLIDARITA’ -

18 MAGGIO 2018 – BARGA – PROV. DI LUCCA.

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SERA

 

 

UNA ROSA E’ SBOCCIATA

NELLE OMBRE DELLA SERA,

DAL CIELO BACIATA

NELLA FRESCA PRIMAVERA.

 

 

DONDOLA LEGGERA

LA MIMOSA IN FIORE,

UN TUFFO NEL CUORE

PER TANTO DOLORE.

 

COME UNA GOCCIA

D’ETERNITA’ PERSA

NEL SOSPIRO DEL VENTO,

FREMITO D’ UN MOMENTO.

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NATALE

 

 

UNA PICCOLA CHIESA MONTANA,

UNA SQUILLA CHE SUONA,

DONNE IN PREGHIERA,

UN TENERO BIMBO

APRE LE BRACCIA ALL’UMANITA’.

 

 

PACE ED AMORE NEL CUORE

DI OGNI ESSERE,

LUCE E GIOIA SULLA TERRA

COME UNA GOCCIA D’ETERNITA’.

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