Matteo Benedettelli - Poesie

Piccola cosa è la felicità

Felicità è una piccola cosa
è il fiore su cui l’ape posa
il riccio che avvolge la castagna
la nonna che prepara il pan di Spagna
il mare che accarezza la battigia
il disfare giunti a casa la valigia
il respiro del mondo che sta attorno
l’inseguirsi della notte con il giorno
è non desiderare ciò che non si ha
piccola cosa è la felicità.


Senza un pezzo

Il mondo adesso è un po’ diverso
è un puzzle senza un pezzo
che disfo e ricompongo
nella speranza e nel bisogno
di vederlo completato.
Ma ogni volta
mi accorgo
che ho sbagliato.


L’infelice sicurezza

L’infelice sicurezza in cui si adagiano le vite
è la strada dietro casa, che sai dove conduce
la banchina del porto senza onde
la canzone preferita, che conosci a memoria.
La paura di non aver vissuto, affogata in una dolce bugia che ti ripeti ogni sera per dormire.


La libertà

La libertà non te la puoi spiegare;
forse paragonare a un’aquila che stende le ali nel cielo,
a una voce che dice il vero,
al vento che non ha padrone
e vaga in ogni dove.
A un bacio sulla fronte prima di dormire,
al mare che avvolge le barche tra le spire,
al grano che balla nei campi d’oro,
al pensiero che spazia nelle stanze della mente.
Se lasci le porte aperte
sarai libero veramente.


 

Vorrei

Vorrei essere un porto sicuro
dove l’attracco è amico
le onde del mare aperto diventano fresca spuma
che appena bagna i piedi.
Il faro segna la rotta
tutte le notti, anche con nebbia;
un braccio teso da afferrare
e lasciare fuori dalla porta il freddo di una sera,
quando l’animo è andato a dormire
ma il pensiero vaga nei sentieri
che si creano e poi scompaiono
come orme sulla battigia.
Vorrei parlare con il suono del vento
che viene da chissà dove
portando parole forse di felicità,
di qualcuno che l’ha trovata già
e la lascia andare come il cane che
liberato dal padrone
corre
chissà verso cosa, lui solo lo sa.
Vorrei essere tutte queste cose
ma forse chiedo troppo
a questo vecchio corpo
che arderebbe come fuoco in una capanna
e sei tu la mia fiamma


 

Consapevolezza

D’un tratto mi è tutto chiaro.
Siamo uniti.
Indissolubilmente.
Uno all’altro.
Legati da una strada che parte dietro casa
e arriva oltre le stelle.
Per quanto ti possa sentire distante
o diverso dagli altri
io sono te
e tu sei il sole
che riscalda fioco le mattine d’autunno
incerte come il prossimo passo
ma schiette come la superficie dei pensieri
nel calderone della mente
che ribolle di vita.


La risposta

La risposta è un filo d’erba di un campo fiorito
chicco di sabbia di una spiaggia,
il mare in burrasca che gorgoglia
di rabbia.

Il canto dei fringuelli sulle frasche suggerisce parole nuove
che sbucano come raggi di sole fra nuvole
arse.
Non cercare nei libri o nei ricordi
tutto si distrugge e si rinnova
il linguaggio della vita è mille frasi
e una parola


Il mare

Ci sono cose che rimarranno sempre uguali e immutate. Il mare, per esempio. Qualsiasi scelta tu
prenda, qualsiasi azione parola o pensiero il mare sarà sempre lì ad infrangersi sulla costa, né tantomeno
si cura di tutto il resto. E puoi anche mentirgli, al mare; lui continuerà, come sempre, inesorabile, a
divorare la battigia.


Chi addita le rose

Passeggiando una mattina un bambino chiese alla su’ mamma:
ma perchè c’è gente pe’ la strada che s’affanna e che s’addanna pe’ buscà un pugno di pane
quando altri hanno castelli che paiono signori d’un reame?
La madre che sapeva la risposta volle rilancià co’ na’ domanda pe’ aumentà la posta:
Secondo te figliolo mio la causa di sto’ scempio è l’omo o dio?
Il pargoletto co’ le spalle al muro ci pensò qualche momento poi rispose:
è l’omo di sicuro, ma ha usato dio pe’ le su’ cose
come chi si punge co’ le spine e addita le rose.


Pezzi di scarto

Siamo l’ingranaggio che non si incastra nel motore
pezzo che avanza
inutile
di scarto.
Ma forse troveremo dignità in un altro quando
in altro dove.
Prima che il tempo sia compiuto
verrò a cercarti
percorrendo strade nuove e antiche
con l’andatura che più mi è consueta
spiegherò le vele al vento che sicuro ci sarà
a sospingere questa vecchia zattera di scarti
legati dalla corda della volontà