Il re della foresta
Un giorno nella foresta
Si fece una grande festa
E sapete perché ?
Per eleggere il re !
Tra tanti pretendenti,
Coccodrilli e serpenti,
Scimpanzé ed elefanti,
Praticamente tutti quanti,
Alla fine venne eletto,
E a lui portarono rispetto,
Come la legge impone,
Il grande re leone !
L’albero parlante
Nel parco sono andato
E scartando una caramella
La carta in terra ho gettato
“Non è una cosa bella !”
È vero, ho sbagliato,
Forse ero distratto,
Ma chi è che ha parlato ?
Non c’è nemmeno un gatto !
Faccio per proseguire
Lungo il mio cammino
Ma a un tratto sento dire:
“Ehi, dico a te, bambino !”
Mi volto in un istante
Un po’ preoccupato
È un albero parlante
Che al dover mi ha richiamato !
Un po’ intimorito
Ritorno sui miei passi
E raccolgo col mio dito
La carta lì tra i sassi
Proprio lì vicino,
Non me ne ero accorto,
La metto in un cestino
E rimedio al mio torto
La lezione ho imparato
Di tutto devo aver rispetto
Ora sono più educato
Ed a terra nulla getto !
La doccia
Il tempo quel di’ era bello,
Non ricordo la data,
Lascio’ a casa l’ombrello
E fece una passeggiata
Ma mentre camminava
Guardando la natura
Il cielo si oscurava
Ed ebbe un po’ paura
Gli fu subito chiaro
Che avrebbe piovuto
Così’ cercò un riparo
Per mettersi al sicuro
Accelerò un po’ il passo
Ma proprio in quel momento
Una goccia come un sasso
Lo prese lì sul mento
Cominciò a grandinare
Poi un grande acquazzone,
Qui mi potrei lavare
Se avessi del sapone !
Da questa riflessione
Ispirata da una goccia
Nacque così l’invenzione
E l’uso della doccia !
Volete la morale ?
Eccola, è presto detto,
Anche un temporale
Può esser benedetto !
La vecchietta alla finestra
Sta sempre lì da sola
Alla finestra affacciata
Un giorno andavo a scuola
Sorridendo mi ha salutata
Io ho ricambiato
E sono andata via,
Però che peccato
Non farle compagnia !
Quando son ritornata
Verso l’alto ho guardato
Ancora lì l’ho ritrovata
Come se mi avesse aspettato !
Ora un po’ amiche siamo
Lei in finestra mi aspetta
E sempre ci salutiamo
Io e la dolce vecchietta !
La volpe e l’uva
Una volpe affamata
Dell’uva trovò
Son stata fortunata,
Subito pensò
Ma l’uva era un po’ in alto
E lei non ci arrivava
Provo’ a fare un salto
Però non le bastava
Tentò in tutte le maniere,
Non ci fu niente da fare
E con gran dispiacere
Dovette rinunciare
Non potendola mangiare
Disse: “Forse è ancora acerba”
E per potersi sfamare
Si accontentò di un po’ d’erba !
Le fotografie
Quanti ricordi abbiamo,
Quante fantasie,
Quando riguardiamo
Le fotografie !
Qui eravamo al mare,
Qui ho una faccia strana,
Qui provavo a cantare
Ma ero proprio una frana !
Qui stavo in motorino
Insieme al mio Papà
Ogni foto è un ricordino
Che mi dà felicità !
Lella la coccinella
Questa e’ la storiella
Di Lella la coccinella
Che stanca di volare
Decise di atterrare
Con un volo a planare
E di mettersi a ballare.
Davanti ad un bambino
Fece un bell’inchino
Chiuse le ali rosse
E con leggiadre mosse
Inizio’ a volteggiare
Ed a farsi ammirare.
Quando finì la danza
Il bimbo nella stanza
Non seppe più che dire
Ma comincio’ ad applaudire !
Poi chiamo’ sua sorella:
Guarda, una coccinella
Che balla bene assai
E non si ferma mai !
Il bimbo era contento
Ma Lella in un momento
Stanca anche di ballare
Ricomincio’ a volare !
Pinocchio e il grillo parlante
Stava facendo una passeggiata
Perché era una bella giornata
Quando proprio all’ improvviso
Gli passò davanti al viso
Uno simpatico grilletto
Che finito il suo giretto
Atterrò quasi per caso
Sulla punta del suo naso
E Pinocchio imbarazzato
Per quel che era capitato
Disse al grillo prontamente
Vattene immediatamente !
Non sapevi dove andare ?
Cosa sei venuto a fare ?
Fu così che quell’insetto
Aggiustandosi il berretto
Disse a lui con voce fina
Mi ha mandato la fatina !
Sai, io son grillo parlante
E sarò il tuo aiutante
Come in un bel sogno
Ci sarò se avrai bisogno
Se sarai in difficoltà
Presto il grillo arriverà
Se sei bimbo o burattino
Ti sarò sempre vicino
Pinocchio fece un bel sorriso
E rispose assai deciso
Che sorpresa stamattina
Che mi ha fatto la fatina
E così la storia inizia
Di una splendida amicizia !
Pinocchio
Un giorno a un falegname
Di nome Geppetto
Era venuta fame
E così si alzò dal letto
Ma in camera da pranzo
inciampo’ in un legno,
Un piccolo avanzo,
E penso’ fosse un segno.
Così inizio’ a pensare
Che con quel pezzettino
Ci si poteva fare
Proprio un bel burattino !
Si mise dunque al lavoro
Per poter creare
Un bel capolavoro
E comincio’ a limare
Ahi, mi fai male
Sembro’ il legnetto strillare
Questo non è normale
Un legno non può parlare !
Riprese a lavorare
Ma proprio sul più bello
Senti’ chiaro strillare
Come fosse un monello.
Un burattino parlante
Da un semplice legnetto !
Lo vestirò elegante
Esulto’ Geppetto
Gli scolpi’ la bocca
Gli mise un vestitino
Guai a chi me lo tocca,
Sarà il mio bambino !
Mi è venuto lungo il naso
Ora il secondo occhio
È nato un po’ per caso,
Lo chiamerò Pinocchio !
Si dice vorrei !
“Voglio un altro cornetto !”
“Si dice vorrei !”
La Mamma mi ha corretto,
Me lo dice spesso lei !
Poi mi ha scritto su un bel foglio
Voglio, voglio, voglio, voglio
Me li ha fatti cancellare
E in vorrei tutti cambiare
Ho imparato la lezione
Ed un po’ di educazione
Ora che vorrei ho detto
Sto mangiando un bel cornetto !