Mauro Gregori

Poesie


Borsellino

Caduto, colpito … non sconfitto.
I sogni dell’alba ti hanno rapito,
il tramonto dell’uomo ha acceso la miccia.

Qual è la causa, il male comune?
Impregna l’animo l’odore dell’odio,
il potere che uccide, il controllo del mondo.

Sei andato via,
insieme ad angeli custodi
nel bagliore radioso di un’idea,
stringendo al cuore un desiderio d’amore
mischiato a un profumo di libertà.

 


 

Il volo dell’ape

E ti posi sui fiori finti
vividi, dai petali morbidi
ma tremendi per la tua illusione.
Nessun nettare da succhiare
nessun profumo, solo il colore
ti ha ingannato;
come la sua bellezza
incantevole artifizio
Apri le tue piccole ali
per volare via nel vicino prato.
Ora sai di questo posto
di silenzio e preghiera
di pianto e pensieri.
Dove le illusioni muoiono
e tutto si ferma
senza più spazio per le scelte.
Solo i fiori danno un senso
per chi davanti a marmi bianchi
è costretto a ricordare
senza più poter parlare.

 


 

Ascoltavo la Pioggia 

Ascoltavo la pioggia
bussare sui vetri
destare il tuo sonno
risvegliare sorrisi.

Ascoltavo la pioggia
lavare le strade
cancellare le macchie,
mentre il vento impetuoso
asciugava il mio cuore.

Scivolava la pioggia
come un fiume nella via,
ne avevo paura,
ma mi tenevi forte la mano.

Ascoltavo la pioggia
stretto in un abbraccio
sudato e bagnato
in attesa del sole
già dentro di noi.

 


 

Sorriso nel tempo.

E nel tuo sorriso che guardo
quel tempo passato
di gioventù trascorse
dove tutto appariva dolce buono e audace,
come porgere un fiore a una fanciulla sconosciuta.
Sapere desiderare anche uno sguardo
una lieve carezza
senza certezza del domani ignoto.
Dove tutto é travolto
perso nel fiume
di un tempo infausto
dove anime si perdono
Però esiste
quel magico istante
dove io pendo
dalle tue labbra scarlatte,
in attesa che tu
porgi la mano
ad afferrare la mia passione.
Forse stasera
il tramonto
sarà ancor più rosso.

 


 

Prima della fine

Freddo
penetra,
pietra nelle ossa
gelo nell’anima,
brividi sulla pelle.
Il sole pallido non scalda
ricordi nascosti
chiusi nella scatola
sopra l’armadio
della camera grande.
La sera si appresta
ad apparecchiare alla notte
una tavola spoglia
un dado, pochi spiccioli,
la mappa della vita.
Il giorno alfine arriverà
a legare la gente al suo destino
nel pensiero nuovo che affermerà
la connessione unica
del vivere sociale.
Guardo il formicaio
attraverso il vetro,
lo scuoto un po’,
la cute anserina
mi prende.
Noi come loro,
pochi passi,
prima della fine.

 


 

Amore in Palestina

Silenzio,
c’è solo il vento che irrompe nella scena,
lui non sa di noi
non capisce ciò che unisce e divide,
delle cinque lettere più abusate al mondo.

Vecchie pietre a far da molo
io e te a guardare il mare,
mentre la brezza brucia i nostri occhi
e l’odore salmastro pigia nel cuore,
sale dentro le ferite.

Tempo di guerra il nostro, come allora
quando i nostri padri partivano sicuri
che il mondo di domani si chiamasse amore.

Ora guardando il tuo grembo vedo una speranza crescere tra noi
il frutto dei nostri corpi,
luce per noi popoli divisi.

 


 

Beslam

Ho caldo
tremo
l’angoscia mi prende,
un nodo
mi stringe,
(non riesco a deglutire)
ho paura
non capisco
(forse si).

L’uomo nero
ha messo divisa
nemmeno il diavolo
fa cosÏ male.

Cade nel vuoto
infinito,
baratro nero
sconfigge,
…la vita.

Solo silenzi,
troppi silenzi,
rotti da mani.
L’applauso del dopo,
per esistenze spezzate,
di chi rimane
a pensare

Silenzio
si gira
su pellicola livida
rossa di sangue
di un Cristo che scende
restituendo la Croce.

Se questo Ë l’uomo
io ora scendo,
non ho più spirito
per lavare peccati.

Solo un silenzio rimane
dopo pianti convulsi
di chi sogna una porta
(incredulo e solo)
dischiudersi ancora
per aprire un sorriso.

 


 

In memoria del Giappone
13/03/2011

Continuo a piegare l’origami
sotto l’ombra nera del destino
involto dentro la carta
come a chiudere preghiere
a favore degli Dei

Siamo fragili, incapaci di capire
del progresso che striscia rasente
a cerini accesi, pronti a dar fuoco
ai nostri sogni migliori.

Fantasmi di antichi Samurai
si aggirano chiedendo ad astri lontani
dove inizia il fato e finisce la pazzia

Osservo muto, con il cuore silente
quelle tue mani unite di bambina,
nel tuo sguardo attonito tutto il male
che non riesci a capire.

 


 

Il confine

Cammino errando
in una zona bianca
la nebbia avvolge,
impalpabile ovatta,
pensieri senza parole
incartati di fresco
dentro a ricordi
che viaggiano,
senza rumore,
al di là di un confine
alla ricerca di nuovi colori
di un mondo diverso
dove non esiste pace
non conoscendo guerre.
Invece sono qua
ho raggiunto il limite,
i lati del mio sito,
la nebbia si dirada
lasciando spazio a un fiume
rosso come il sangue
che scorre tra le vene
di scaltri combattenti
di questa umanità.

 


 

Chiedimi qualcosa

Chiedimi qualcosa
quando sei triste e non parli
o quando sorridi senza motivo,
perché stai per prendermi in giro.
Chiedimi qualcosa
sul tempo che passa
e quando non c’ero.
Dimmi di te
senza di me
e dov”ero io in mancanza di te.
Ora sono qua
chiedimi qualcosa
tenendomi la mano
per camminare insieme
ancora qualche passo…