Michela Alessandra Allegri

Racconti


Ciao donna forte. Oggi scrivo a te, per prepararti a un mondo ipocrita pieno di superficialità e poca empatia. Ti voglio parlare perché sappi che, quando deciderai di abbassare la guardia e far trasparire le tue debolezze, gli squali arriveranno. Oh, se arriveranno. Attirati dall’odore del tuo sangue. Da quelle ferite ancora un po’ doloranti. Ti voglio mettere in guardia perché la sensibilità sarà la tua peggior condanna. Sentirai tutto esageratamente dentro la tua pelle e non potrai farci nulla. Sappi che sarai la persona migliore di questo mondo quando fa comodo. Quando avrai bisogno di crollare e sfogarti sarai una pazza. Un’isterica. Una bambina. Quando avrai bisogno di sicurezza ti verrà fatto notare che è un problema tuo, che tanto sei forte, tanto forte. Tanto da non aver bisogno di nessuno. Ti guarderai spesso intorno, chiedendoti il perché di quella durezza attuata nei tuoi confronti mentre le altre persone vengono avvolte da quel manto soffice e vellutato chiamato protezione. A volte ti senti un carro armato. A volte vorresti non esserlo. Avere un’armatura fa male lo stesso, anche se le frecce a volte non ti scalfiscono. Fa male perché tutta l’acqua che vorrebbe sgorgare come un fiume in piena non la vede nessuno, e anneghi dentro. Bloccata da quell’armatura. Pesante. Sei pesante. Ti senti pesante. Con la voglia immensa di sederti e fartela togliere pezzo per pezzo. Ma tu sei una donna forte. Secondo gli altri non ne hai bisogno. Secondo te stessa ne hai bisogno più di chiunque altro. Preparati donna forte. Questo mondo ti farà a pezzi.

 


 

“Che cosa pensa professore dell’incontro tra due persone che ancora non si conoscono?”
-“Vedi, Lele, penso che ciò sia paragonabile a due pianeti che hanno due rotte diverse, ma uguali al tempo stesso. Può avvenire una collisione violentissima o possono semplicemente passarsi accanto senza nessuna conseguenza, solo un leggero spostamento d’aria che potrebbe causare un uragano o semplicemente scompigliare i capelli di qualcuno.”
“E metta caso che avvenga una collisione violentissima. Cosa accadrebbe?”
-“beh, in quel caso, tutto muta. La forma stessa dei due pianeti cambia. Potrebbero morire diventando polvere e sgretolarsi senza poter distinguere i detriti di uno e dell’altro o potrebbero dare vita a un nuovo mondo.”
“Metta caso che, a questo punto, si sgretolassero del tutto. Cosa accadrebbe?”
-“Lele, a quel punto.. Preparati a soffrire. Perché continuerai la tua rotta perdendo pezzi di te condannato ad essere faccia a faccia con il pianeta che ti ha causato queste ferite per sempre.”

 


 

Sto dalla parte dei romantici, dei rivoluzionari, di coloro che si abbandonano ai sentimenti e alla gentilezza, ma comunque mandando a quel paese la paura.
Sto dalla parte di chi prende le mani, bacia le guance, sposta le ciocche dei capelli con le dita, scrive lettere a mano, le ripiega e le dona insieme a un fiore.
Sto dalla parte di chi dà importanza a ciò che è importante, di chi non sostituisce le persone perché comprende che le persone della sua vita sono uniche e diverse da tutto il resto.
Sto dalla parte di chi preferisce un tramonto a quattro mura, di chi canta una canzone a piedi nudi girando per casa, di chi accarezza un gatto e si sporge da un muretto per attirare l’attenzione di un cane in un cortile.
Sto dalla parte della delicatezza. Quella innocente, non costruita, spontanea, sto dalla parte di chi fa della galanteria una sua caratteristica, di chi non si vergogna di amare una persona, di chi se ne frega del giudizio della gente.
Noi, cuori d’altri tempi, ci sentiamo fuori luogo, fuori tempo, ma tra noi ci riconosciamo tra mille persone che sembrano tutto ma non sanno di niente.