Michela Iannalfo - Poesie

Risvegli

Un risveglio sbadato,
svogliato, assonnato.
Vagamente ricorda quanto accaduto.
Solo il tempo di sentire il vuoto
poi l’irrefrenabile desidero di oblio.
Non c’è spazio per la vita,
non c’è spazio per la gioia,
non c’è spazio per il sentire,
non c’è spazio per il ricordare.
Torna urgente il bisogno di anestetizzare.
Tutto è meccanico.
Ogni risveglio è sempre più colmo di oblio.
E ciascun oblio
vanta la presunzione
di essere più profondo del precedente.
Giù, giù,
fino a toccare il fondo,
e volerci stare
in quel fondo
fatto di una solitudine dell’anima,
che si spoglia e si riveste
sempre del medesimo sentite.


Scavare

Ricostruisco una memoria.
Mente, non beffarti di me,
non nascondere ricordi
in angoli remoti,
inaccessibili.
Scavo a ritroso,
ricerco una vaga traccia.
Immagino un contatto,
un fluttuare.
Poi il vuoto, il nulla
tutto questo genere paura,
spalanca le porte al terrore.
Io
Immobile spettatrice.


 

Il caos

Emozioni spezzettate,
emozioni scollegate,
si urtano,
si scontrano,schizzano.
Emozioni che faticano a convivere.
Quando esplodono,
dal viso scorre una lacrima,
lacrima sommessa,
lacrima urlata,
lacrima ignorata,
lacrima inspiegata,
lacrima capricciosa,
lacrima negata.
Pianti che tornano indietro,
pianti che creano il caos,
pianti incontrollabili,
incomprensibili quanto incompresi.


Cruccio

Il desiderio è forte,
vorrei tuffarmi
per la prima volta
in un mare che non conosco,
in un mare che tanto mi attrae
quanto mi spaventa.
Ecco, ci sono,
al limite dello scoglio.
Guardo il mare,
indietreggio.
Al sicuro
Nel triste e noto.
Col cruccio
di non spere mai
se questo mare
mi avrebbe accolta o travolta.


 

Ombre

Vuoto che circonda
vuoto che abbonda,
ormai familiare
rende sterile,
immobilizza.
Crea intorno a sé
ombre che si muovono
e danzano nel buio.
Ombre che si beffano
di quello starno,
grosso, goffo involucro.
Estramente vulnerabile,
circondato dal buio vacilla,
nel cascare si frantuma.
Svogliatamente si ricompone.


Istante

Trattenere la vita
al solo scopo di custodirla.
Vivere meno
temendo di abusarne.
Poi d’improvviso
sentire schiudersi
la corazza.
Abbandonarsi ad un abbraccio.
Perdersi in uno sguardo.
Sciogliersi in una carezza.
Per quell’istante in cui c’è stato
sentirsi elargita
la grazia di poter gioire.


 

Sogno

Sogno che viene e va
torna poi fugge,
avanza, lo sfioro,
indietreggia, lo perdo.
Resto immobile
ma tendo la mano.
Lo sento, quasi lo afferro.
Elettricità,
mi carica.
Lo perdo ancora.
Immobile
come uno scoglio
resto in attesa.


 

Riscatto

Vita ti accolgo,
accetto il tuo gioco,
ma non ti sfido.
Vita ti annuso,
sento il tuo odore
che riempie ricordi.
Vita ti assaggio,
sapori mutevoli,
dolci o amari
del tempo che fugge.
Vita ti svelo,
osservo i colori
vividi o pallidi,
del tuo eterno mutare.
Vita ti vivo,
scivolo, rotolo, inciampo,
cado e mi rialzo.
Vita mi riscatto.


Istante

Trattenere la vita
al solo scopo di custodirla.
Vivere meno
temendo di abusarne.
Poi d’improvviso
sentire schiudersi
la corazza.
Abbandonarsi ad un abbraccio.
Perdersi in uno sguardo.
Sciogliersi in una carezza.
Per quell’istante in cui c’è stato
sentirsi elargita
la grazia di poter gioire.


Ombre

Vuoto che circonda
vuoto che abbonda,
ormai familiare
rende sterile,
immobilizza.
Crea intorno a sé
ombre che si muovono
e danzano nel buio.
Ombre che si beffano
di quello starno,
grosso, goffo involucro.
Estramente vulnerabile,
circondato dal buio vacilla,
nel cascare si frantuma.
Svogliatamente si ricompone.


Ha scelto la vita.

Due corpi, due anime,
un pezzo di strada comune.
Percorso in cui l’una nutriva, scaldava,
custodiva l’altra.
Poi improvviso,
straziante distacco.
La crudeltà di una seprazione,
un corpo gelido
abbandonato da un’anima
che ha scelto di volare.
Un piccolo corpo freddo, indifeso,
con l’anima a pezzi,
non avrebbe voluto,
ma ha scelto la vita.
Una vita arida d’amore,
ricolma di rancore.
Appesantita da una maledetta paura di vivere


Morta di parto
morta di vita
Diamante forte,
lucente,
brillante
traboccante di vita.
Diamante spezzato
diamante in parte gettato.
Il vuoto.
Morta di parto
morta di vita.
Figlia di una storia
sbagliata
di un amore negato.
Figlia carnefice
sopravvissuta.
Nata per amore
nata per errore.
Diamante grezzo
diamante spigoloso
diamante impuro
diamante tagliente.
Privo di un supporto,
diamante vacillante.
Diamante schernito
maltrattato.
Diamante nascosto,
rinnegato.
Diamante che
in mani sapienti
ritrova la parte mancante
pian piano si illumina,
diamante durissimo,
comprende la sua forza,
talvolta si confonde.
Ma brilla.


 

Possibilità

 

Stai lì

nel mezzo di un guado

in un tempo stagnato,

a metà

tra un passato carico di vita vissuta

che non va rinnegato,

né dimenticato,

bensì suggellato.

Attraverso uno sforzo

il guado va oltrepassato.

Di là da esso c’è un tempo nuovo,

il tuo tempo,

ricco di possibilità

un tempo da modulare

alla ricerca dei tuoi desideri

che sono lì ad aspettare.



Noi…Così

 

Avevo bisogno di te

così

esattamente come sei stato

tenero, caldo, dolce, spontaneo.

Di un tutto te.

Avevo bisogno di te

così

e ci sei stato

in un incontro di anime,

di sguardi

accompagnati da lunghi silenzi

intrisi di mille parole

di quelle belle, piene,

di quelle che esprimono il cuore.

Il cuore,

si schiude come sboccia una rosa

rossa di passione.

Delicata

che a sfiorarla si potrebbe sciupare.

Bella

che non mi stancherei mai di ammirare.

Avevo bisogno di te

così

senza indugi.

Avevo bisogno di te

così

e ci sei stato

e ci sono stata.



A te

 

A te

che mi hai donato

un pezzetto di infinito

attraverso i tuoi occhi.

A te

che in un momento di incanto

hai affondato la tua anima nella mia

aprendo uno spiraglio,

ci sei entrato

e l’ hai fatta sentire accolta ed avvolta.

A te

che stringendomi in un abbraccio

hai raccolto le mie lacrime

dando loro rifugio.

A te

che sei complessamente

ma meravigliosamente amabile

rivolgo il mio pensiero

nelle ore in cui

il buio ed il freddo

calano su di me.


 

Mi manchi

 

Mi manca il tuo odore,

il tocco leggero delle tue mani sul mio viso

mi mancano i tuoi baci.

Più di tutto

mi mancano i tuoi occhi

mi manca lasciarmi penetrare da essi

e sentire che anch’io posso entrarvi.

A guardarli

adesso

sarebbero pieni di meraviglia.

Spero che un piccolo scintillio rimanga

per quando li rivedrò.

Una parte di te

del tuo essere

in quelle due sfere

che solo a pensarci

mi emoziono.


 

Curare non è guarire

 

L’ hai presa per mano mentre era profondamente ferita,

sanguinate e tremante.

Con coraggio l’hai afferrata,

cercando di curarla.

Mantenendola

hai guidato i suoi passi,

su strade parallele avete camminato

incespicando.

Talvolta il dolore è stato lancinante,

ha logorato le vostre mani

perchè la presa per necessità doveva essere potente.

Spesso  le strade si sono allontanate,

facendo giri incomprensibili,  

ed avete temuto di perdervi.

Lei  in un buio fatto di malessere,

un male sottile

che prende ogni centimetro di cervello

e lo porta a pensare soltanto assurdità,

un male che vorrebbe strapparla alla vita,

che trova sollievo solo se oscurato da qualcosa di forte,

anestetizzato.

Lui spettatore involontario di un dramma che si consumava sotto i tuoi occhi, incapace perchè impotente.

Troppo coraggio,

troppa forza,

troppe energie per tenere vicine  due strade parallele.

Adesso distanti,  

vi osservate da lontano,

dopo tanto dolore hanno creato uno scudo,

una protezione,

e intanto guardate i cocci di due esistenze

spese a rincorrere un sogno che forse non si realizzerà mai.

Perchè curare non è guarire.