Michele Lanzaro - Poesie

Anelito Notturno

 

A te sguardo profondo, che infondi calore e induci al tormento il mio spirito errante

A te ombra diafana, che volteggi sul mio errare dandomi l’illusione di essere presente

A te onirica proiezione dei più ardenti desideri, che silenziosa ti aggiri tra le stanze della rimembranza

A te, che ormai depredi agevolmente i più celati segreti

A te dedico oggi la mia penna, la mia carta, le mie rime

La mia passione, quella invece ti è appartenuta fin dal primo istante


Essenze

 

Sfiora, l’essenza del mio vivere

Percepisci, il fremito del mio animo

Vivi, l’inquietudine del mio spirito

Placa, i tormenti del mio essere

Penetra, il vuoto che c’è in me

Spalanca, le porte del mio cuore

Cattura, il sentimento che si sveglia

Aiutami a placare la lotta dentro me, che mi turba, mi sconvolge e fa soffrire anche te

Non permettere che la voglia già si spenga, non lasciare che il tuo cuore se ne penta

Trema, ma insegnami a scaldarti

Piangi, ma aiutami a farlo con te

Allontanati, ma dammi il tempo di raggiungerti

Parlami, ma forte che io ti senta

Scioglimi dalle catene dell’orgoglio

Liberami dall’indifferenza

Elevami dalla sufficienza

Ricorda il sapore dei miei baci

Inebriati con l’odore del mio corpo

Semplicemente, intimamente, amami

Amami per l’uomo che sono, per il bene che c’è in me, per ciò che di sbagliato ci tormenta

Amami per la gioia di un sorriso, per l’intensità di uno sguardo, per il silenzio di un sospiro, per un gemito di piacere, per il pianto di un bambino

Amami proprio come io amo te ed allora arriverà un giorno in cui, lontani da terre e genti, io e te vivremo una vita sola, di nuovo, per sempre


Il Dono

 

Vorrei donarti il filo di luce che mi rischiara lo sguardo

Vorrei donarti l’alito di vento che mi trasmette brividi sconosciuti

Vorrei donarti l’odore di un albero rinfrescato dalla pioggia

Vorrei donarti terra, sangue, pace

Vorrei donarti il sorriso di quando ero bambino

Vorrei donarti i calci di quando venivo cullato dal grembo materno

Vorrei donarti la voce di quando colloquio con me stesso

Vorrei donarti mare, cuore, libertà

Vorrei donarti tutti i colpi presi, ma dopo averli tramutati in carezze

Vorrei donarti tutti i mancati appuntamenti, ma dopo aver cancellato i ritardi

Vorrei donarti le parole pensate e non dette, ma dopo aver trovato il modo di dare voce all’anima

Vorrei donarti vento, carne, amore

Ho voglia di donarti tutto ciò che non possa essere adornato da un fiocco dai mille colori


La danza dei corpi

 

Ardi sotto la mia pelle come la sabbia del deserto

Pulsi nelle mie vene come un dolcissimo veleno

Agiti le mie notti come la più febbrile delle passioni

Sento i tuoi occhi penetrarmi il petto per invadermi il cuore

Bramo sentire le tue labbra curiose gratificare le mie carni digiune

Voglio penetrare il tuo corpo e la tua anima con il mio respiro profondo

Voglio inebriarmi col sapore di donna della tua pelle di pesca

E mischiando i nostri corpi sconvolti dal piacere cercare insieme la pace nell’unione


Pensieri

 

Pensavo a te in questo lungo pomeriggio tra viole annaffiate

Pensavo al sapore agro-dolce di un ricordo, al senso di vuoto di un’assenza

Il torpore avvolge i vecchi stanchi sulle panchine del viale

E la brezza leggera dona sprazzi di sottile sollievo

Pensavo al senso di un addio e alla necessità di un pianto

Pensavo a tutte le bugie e alle mancate verità

È caldo questo sole sui volti annoiati

Ed è vivace il moto dei ragazzi sulle biciclette fiammanti

Pensavo al colore di un sorriso ed alla forza di un abbraccio

Pensavo alla mancanza di impegno e di volontà

Lucidi sono i corpi distesi sulla sabbia

E pungente è l’erba delle aiuole aride

Pensavo al desiderio di un amore

Pensavo al benessere di un caldo mantello

Piene e rubiconde sono queste ciliegie

Ricordano le tue guance accaldate

Pensavo alla tristezza di un abbandono

Pensavo all’intimità della bottega di un fabbro

Lungo la linea dell’orizzonte scorgo una vela fiera e sultana

E dall’erba supina si alza in volo un esile aquilone che a lei si sovrappone

Pensavo alle troppe domande rivolte a sé stessi

Le uniche che infondo non cercano mai risposte

Soffia d’un tratto leggiadro il vento che annuncia la sera

E attenua l’afa opprimente e rinvigorisce i corpi pesanti

Pensavo ai segni di punteggiatura, alla loro arbitrarietà

Pensavo che è dolce il sonno, quando non siamo consapevoli di pensare


Rimiro e rimembro

 

Rimiro verdi e sinuose colline

Spettinate da innocenti venti vespertini

E rimembro

Rimembro bocche affamate e mani incerte

Cercarsi, toccarsi

Imparare il piacere, scoprire l’ardore

Cercare dolcezza, sognare l’amore


Ritorno alla vita

 

Troppi sono i mondi in cui non sono nato

Troppe le isole vergini che non ho esplorato

Troppi i pensieri profondi che non ho esternato

Sono troppi gli amori insensati che non ho vissuto

Troppe le mani tremanti che non ho scaldato

Troppi i mari in burrasca in cui rinascere uomo

Troppi i cieli tersi in cui respirare l’infinito

Sono troppo alte le fiere montagne che non ho scalato

Troppo irti i sentieri fangosi che non ho percorso

Troppo fitti i freschi boschi che non ho attraversato

Troppi i viaggi onirici che non ho intrapreso

Sono troppi i fogli su cui non ho ancora impresso il mio nome

Troppe soavi melodie devono ancora risuonarmi nella mente

Troppa strada lucente è ancora tesa davanti il mio cammino

Troppa terra umida attende ancora il seme della vita dalle mie mani

Sono ancora troppe le storie segrete che non ho raccontato

Troppi cani solitari che ho mancato di accarezzare

Troppi gli sguardi fugaci che ho evitato di incrociare

Troppe sono le volte in cui avrei potuto

E ancora troppe quelle in cui avrei dovuto

Per troppe volte ho rinnegato il mio passato

Per troppe volte ho serrato il mio cuore

Per troppe volte ho annebbiato lo sguardo, ingannato il rimpianto

Oggi apro gli occhi sotto una cupola senza entrata

Squarcerò il greve velo del torpore e correrò libero incontro a te Uomo, tra le tue braccia Padre


Al Figlio

 

Figlio, tenerissima parte del mio essere e dell’amore che nei confronti della vita ho donato e ricevuto

Desidero insegnarti il valore delle persone e farti capire come esso sia sempre più importante del valore delle cose

Desidero insegnarti a non temere nulla nella vita meno che mai te stesso e la convinzione nelle tue idee

Desidero insegnarti che non importa riuscire a fare sempre la cosa giusta ma essere convinti di starla facendo

Desidero insegnarti che un valore rimane un concetto astratto finché non ci cimentiamo nell’applicarlo alla nostra vita

Carissimo Figlio

Ti auguro di maturare l’amore per tutte le culture del mondo e per la scoperta di luoghi nuovi

Ti auguro di amare la lettura fatta però con il tuo occhio interiore

Ti auguro di amare la scrittura ma spremendo totalmente il tuo animo ed usandone il succo come inchiostro

Ti auguro di non smettere mai di ricercare nuove scoperte e nuove esperienze

Giovane Ragazzo

Vorrei che avessi sempre la forza di non approfittare di chi è in difficoltà o è più debole di te così come vorrei non ti sentissi mai schiavo delle tue debolezze

Vorrei che davanti ogni scelta tu non prendessi mai la più semplice solo per aggirare le difficoltà

Vorrei che tu avessi sempre la saggezza di confrontarti e mai di scontrarti

Vorrei che tu avessi sempre il coraggio di non reagire quando vieni provocato

Figlio amatissimo

Spero riuscirò ad insegnarti ciò che ho capito essere per me il senso della vita e spero che riuscirai ad affinare ciò che hai appreso da me ed andare ben oltre

Spero di riuscire ad insegnarti tutto quello che a fatica ho imparato ma ancor più quello che non sono stato in grado di intuire o di mettere in pratica

Desidero per te ogni bene ed una grande serenità e ricorda sempre che ti sarà indispensabile guardare ed ascoltare la vita e non limitarti a vederla e udirla


Il mondo rubato

 

Penso all’amore di quelli come noi

Un amore rubato alla vita reale

Un amore segreto che ci rapisce il cuore

Che ci imprigiona l’animo in un limbo

Ci incontriamo in una dimensione senza spazio

Viviamo una stagione senza tempo

I cui frutti sono succose primizie

Il nostro sentimento non ha bisogno di argini

Per la vita reale siamo due luci fioche

Ma nel nostro mondo esistono cento soli che splendono per noi

Intorno a noi c’è una gabbia di indifferenza

Ma quando siamo insieme ci protegge una rete di fili dorati

È buia la notte in cui i nostri corpi sono divisi

È freddo il mattino di un risveglio solitario

La lontananza suona note stonate

Il vento dell’attesa ci trascina via

Il nostro amore è forte, esso nasce paziente

Non può permettersi paure, non lascia spazi alle incertezze

È lui che decide quando possiamo respirarlo

E noi possiamo solo danzare sulle note delle sue soavi melodie


Il tuo sentire

 

Ti sento in ogni soffio di vento che mi accarezza la fronte

Ti sento in ogni raggio di sole che mi acciglia lo sguardo

Ti sento in ogni brivido di freddo che mi fa tremare

Ti sento quando osservo la pioggia scivolare sui vetri appannati

Ti sento quando ascolto la risacca sulla riva del mare

Ti sento quando guardo le nuvole migrare veloci e vaporose

Ti sento se sono felice e se sono triste

Ti sento se sei con me o anche al solo pensarti

Ti sento se sorrido o in un semplice respiro

Ti sento nel cuore ma anche nella mente

Ti sento all’imbrunire così come a ogni risveglio

Ti sento con ogni mio senso e questo tuo sentire imprime un senso al mio divenire