Anelito Notturno
A te sguardo profondo, che infondi calore e induci al tormento il mio spirito errante
A te ombra diafana, che volteggi sul mio errare dandomi l’illusione di essere presente
A te onirica proiezione dei più ardenti desideri, che silenziosa ti aggiri tra le stanze della rimembranza
A te, che ormai depredi agevolmente i più celati segreti
A te dedico oggi la mia penna, la mia carta, le mie rime
La mia passione, quella invece ti è appartenuta fin dal primo istante
Essenze
Sfiora, l’essenza del mio vivere
Percepisci, il fremito del mio animo
Vivi, l’inquietudine del mio spirito
Placa, i tormenti del mio essere
Penetra, il vuoto che c’è in me
Spalanca, le porte del mio cuore
Cattura, il sentimento che si sveglia
Aiutami a placare la lotta dentro me, che mi turba, mi sconvolge e fa soffrire anche te
Non permettere che la voglia già si spenga, non lasciare che il tuo cuore se ne penta
Trema, ma insegnami a scaldarti
Piangi, ma aiutami a farlo con te
Allontanati, ma dammi il tempo di raggiungerti
Parlami, ma forte che io ti senta
Scioglimi dalle catene dell’orgoglio
Liberami dall’indifferenza
Elevami dalla sufficienza
Ricorda il sapore dei miei baci
Inebriati con l’odore del mio corpo
Semplicemente, intimamente, amami
Amami per l’uomo che sono, per il bene che c’è in me, per ciò che di sbagliato ci tormenta
Amami per la gioia di un sorriso, per l’intensità di uno sguardo, per il silenzio di un sospiro, per un gemito di piacere, per il pianto di un bambino
Amami proprio come io amo te ed allora arriverà un giorno in cui, lontani da terre e genti, io e te vivremo una vita sola, di nuovo, per sempre
Il Dono
Vorrei donarti il filo di luce che mi rischiara lo sguardo
Vorrei donarti l’alito di vento che mi trasmette brividi sconosciuti
Vorrei donarti l’odore di un albero rinfrescato dalla pioggia
Vorrei donarti terra, sangue, pace
Vorrei donarti il sorriso di quando ero bambino
Vorrei donarti i calci di quando venivo cullato dal grembo materno
Vorrei donarti la voce di quando colloquio con me stesso
Vorrei donarti mare, cuore, libertà
Vorrei donarti tutti i colpi presi, ma dopo averli tramutati in carezze
Vorrei donarti tutti i mancati appuntamenti, ma dopo aver cancellato i ritardi
Vorrei donarti le parole pensate e non dette, ma dopo aver trovato il modo di dare voce all’anima
Vorrei donarti vento, carne, amore
Ho voglia di donarti tutto ciò che non possa essere adornato da un fiocco dai mille colori
La danza dei corpi
Ardi sotto la mia pelle come la sabbia del deserto
Pulsi nelle mie vene come un dolcissimo veleno
Agiti le mie notti come la più febbrile delle passioni
Sento i tuoi occhi penetrarmi il petto per invadermi il cuore
Bramo sentire le tue labbra curiose gratificare le mie carni digiune
Voglio penetrare il tuo corpo e la tua anima con il mio respiro profondo
Voglio inebriarmi col sapore di donna della tua pelle di pesca
E mischiando i nostri corpi sconvolti dal piacere cercare insieme la pace nell’unione
Pensieri
Pensavo a te in questo lungo pomeriggio tra viole annaffiate
Pensavo al sapore agro-dolce di un ricordo, al senso di vuoto di un’assenza
Il torpore avvolge i vecchi stanchi sulle panchine del viale
E la brezza leggera dona sprazzi di sottile sollievo
Pensavo al senso di un addio e alla necessità di un pianto
Pensavo a tutte le bugie e alle mancate verità
È caldo questo sole sui volti annoiati
Ed è vivace il moto dei ragazzi sulle biciclette fiammanti
Pensavo al colore di un sorriso ed alla forza di un abbraccio
Pensavo alla mancanza di impegno e di volontà
Lucidi sono i corpi distesi sulla sabbia
E pungente è l’erba delle aiuole aride
Pensavo al desiderio di un amore
Pensavo al benessere di un caldo mantello
Piene e rubiconde sono queste ciliegie
Ricordano le tue guance accaldate
Pensavo alla tristezza di un abbandono
Pensavo all’intimità della bottega di un fabbro
Lungo la linea dell’orizzonte scorgo una vela fiera e sultana
E dall’erba supina si alza in volo un esile aquilone che a lei si sovrappone
Pensavo alle troppe domande rivolte a sé stessi
Le uniche che infondo non cercano mai risposte
Soffia d’un tratto leggiadro il vento che annuncia la sera
E attenua l’afa opprimente e rinvigorisce i corpi pesanti
Pensavo ai segni di punteggiatura, alla loro arbitrarietà
Pensavo che è dolce il sonno, quando non siamo consapevoli di pensare
Rimiro e rimembro
Rimiro verdi e sinuose colline
Spettinate da innocenti venti vespertini
E rimembro
Rimembro bocche affamate e mani incerte
Cercarsi, toccarsi
Imparare il piacere, scoprire l’ardore
Cercare dolcezza, sognare l’amore
Ritorno alla vita
Troppi sono i mondi in cui non sono nato
Troppe le isole vergini che non ho esplorato
Troppi i pensieri profondi che non ho esternato
Sono troppi gli amori insensati che non ho vissuto
Troppe le mani tremanti che non ho scaldato
Troppi i mari in burrasca in cui rinascere uomo
Troppi i cieli tersi in cui respirare l’infinito
Sono troppo alte le fiere montagne che non ho scalato
Troppo irti i sentieri fangosi che non ho percorso
Troppo fitti i freschi boschi che non ho attraversato
Troppi i viaggi onirici che non ho intrapreso
Sono troppi i fogli su cui non ho ancora impresso il mio nome
Troppe soavi melodie devono ancora risuonarmi nella mente
Troppa strada lucente è ancora tesa davanti il mio cammino
Troppa terra umida attende ancora il seme della vita dalle mie mani
Sono ancora troppe le storie segrete che non ho raccontato
Troppi cani solitari che ho mancato di accarezzare
Troppi gli sguardi fugaci che ho evitato di incrociare
Troppe sono le volte in cui avrei potuto
E ancora troppe quelle in cui avrei dovuto
Per troppe volte ho rinnegato il mio passato
Per troppe volte ho serrato il mio cuore
Per troppe volte ho annebbiato lo sguardo, ingannato il rimpianto
Oggi apro gli occhi sotto una cupola senza entrata
Squarcerò il greve velo del torpore e correrò libero incontro a te Uomo, tra le tue braccia Padre
Al Figlio
Figlio, tenerissima parte del mio essere e dell’amore che nei confronti della vita ho donato e ricevuto
Desidero insegnarti il valore delle persone e farti capire come esso sia sempre più importante del valore delle cose
Desidero insegnarti a non temere nulla nella vita meno che mai te stesso e la convinzione nelle tue idee
Desidero insegnarti che non importa riuscire a fare sempre la cosa giusta ma essere convinti di starla facendo
Desidero insegnarti che un valore rimane un concetto astratto finché non ci cimentiamo nell’applicarlo alla nostra vita
Carissimo Figlio
Ti auguro di maturare l’amore per tutte le culture del mondo e per la scoperta di luoghi nuovi
Ti auguro di amare la lettura fatta però con il tuo occhio interiore
Ti auguro di amare la scrittura ma spremendo totalmente il tuo animo ed usandone il succo come inchiostro
Ti auguro di non smettere mai di ricercare nuove scoperte e nuove esperienze
Giovane Ragazzo
Vorrei che avessi sempre la forza di non approfittare di chi è in difficoltà o è più debole di te così come vorrei non ti sentissi mai schiavo delle tue debolezze
Vorrei che davanti ogni scelta tu non prendessi mai la più semplice solo per aggirare le difficoltà
Vorrei che tu avessi sempre la saggezza di confrontarti e mai di scontrarti
Vorrei che tu avessi sempre il coraggio di non reagire quando vieni provocato
Figlio amatissimo
Spero riuscirò ad insegnarti ciò che ho capito essere per me il senso della vita e spero che riuscirai ad affinare ciò che hai appreso da me ed andare ben oltre
Spero di riuscire ad insegnarti tutto quello che a fatica ho imparato ma ancor più quello che non sono stato in grado di intuire o di mettere in pratica
Desidero per te ogni bene ed una grande serenità e ricorda sempre che ti sarà indispensabile guardare ed ascoltare la vita e non limitarti a vederla e udirla
Il mondo rubato
Penso all’amore di quelli come noi
Un amore rubato alla vita reale
Un amore segreto che ci rapisce il cuore
Che ci imprigiona l’animo in un limbo
Ci incontriamo in una dimensione senza spazio
Viviamo una stagione senza tempo
I cui frutti sono succose primizie
Il nostro sentimento non ha bisogno di argini
Per la vita reale siamo due luci fioche
Ma nel nostro mondo esistono cento soli che splendono per noi
Intorno a noi c’è una gabbia di indifferenza
Ma quando siamo insieme ci protegge una rete di fili dorati
È buia la notte in cui i nostri corpi sono divisi
È freddo il mattino di un risveglio solitario
La lontananza suona note stonate
Il vento dell’attesa ci trascina via
Il nostro amore è forte, esso nasce paziente
Non può permettersi paure, non lascia spazi alle incertezze
È lui che decide quando possiamo respirarlo
E noi possiamo solo danzare sulle note delle sue soavi melodie
Il tuo sentire
Ti sento in ogni soffio di vento che mi accarezza la fronte
Ti sento in ogni raggio di sole che mi acciglia lo sguardo
Ti sento in ogni brivido di freddo che mi fa tremare
Ti sento quando osservo la pioggia scivolare sui vetri appannati
Ti sento quando ascolto la risacca sulla riva del mare
Ti sento quando guardo le nuvole migrare veloci e vaporose
Ti sento se sono felice e se sono triste
Ti sento se sei con me o anche al solo pensarti
Ti sento se sorrido o in un semplice respiro
Ti sento nel cuore ma anche nella mente
Ti sento all’imbrunire così come a ogni risveglio
Ti sento con ogni mio senso e questo tuo sentire imprime un senso al mio divenire