Monica Bardellini - Poesie

NON PARLARE

 

Sarebbe meraviglioso fermare l’istante

In cui mamma dicesti di attendermi.

Non ho ricordi di serenità.

Crescendo credevo mi sarei innamorata,

Formato una famiglia,

Partorito giovani virgulti

Da instradare, amare.

I figli sono arrivati, belli, maschi

L’unico maschio in famiglia

Non era UOMO.

Non aveva nulla.

Ma per amore dei ragazzi,

Non parlavo, mi addossavo colpe.

Tu violento per un nonnulla,

E anche se molti anni sono trascorsi,

Sento tuttora le tue mani su me.

NON PARLARE.

Potevo solo piangere e leccarmi

Le ferite dell’anima.

Le altre me le curavano in pronto soccorso.



LASCIATI ANDARE

 

Precorrere, anticipare

Il tempo per realizzare

L’obiettivo è disumano.

Il nostro tempo è stabilito,

Nulla possiamo se non

Assecondarlo.

Fermati e rifletti,

Nessuno all’infuori di te

Potrà donarti bellezza

Nei tuoi risvegli

Godi dei giorni che la vita

Ti regala a piene mani.

Cogli gli attimi profusi,

Non voltarti indietro,

Cammina speditamente

Che del domani non v’è certezza

E chi vuol esser lieto

Lieto sia.


 

DONNA

 

E Dio creò la donna,

Per accompagnare Adamo. 

E dall’inizio della creazione

Ad oggi e per il futuro,

Il mondo ruota intorno

Ad una donna.

Mamma, sorella, moglie e madre. 

Ferita ma mai spenta,

Caduta, ma rialzatasi

Abusata eppure resistente.

Se non esistesse

Nulla avrebbe senso né continuità. 

Non perché nacqui donna

Bensì perché nella mia esistenza

Pochi uomini salverei per delicatezza.



PANE SPEZZATO 

 

Avevo intrapreso bimba

Questa strada chiamata Vita.

Tu mi seguivi,

Accompagnavi silente i miei primi passi.

Non ti conoscevo 

E già rubavi la mia anima

Come potevo 

Intendere i tuoi messaggi,

La ricerca

Confisca e spaventata 

Sono fuggita

Ma troppo grande;

Doloroso;

Il mio piccolo tentativo di ignorarti. 

Ho lasciato che mi conducessi 

Su quella strada 

Sapendolo perigliosa

Cadendo per poi trovare sempre 

Te ad aiutarmi.

Non sono che all’inizio del viaggio 

I timori, remoti 

I dolori superabili,

Lo sconforto solo accennato.

Sempre culli i miei sogni 

Ti ritrovo in ogni persona.

Quanto dolce è

Il Tuo Amore,

Favo stillante a cui mi disseto.



PROSSIMO

 

Pensavo, e ripensando

Elucubravo…

Cosa mai vi manca?

Danaro, no

Un tetto, no.

Libertà di osare? No

Eppure quel velo

Nello sguardo.

Trasuda dal vostro essere,

Cuori infranti,

Il vuoto 

Nessuna aspirazione. 

Che tristezza.

 


 

 

FIORE RECISO 

 

Ondeggiavi con il primo 

Alito di vento,

Splendevi di umile bellezza 

Mentre il sole ti accarezzava; 

Brillavi al chiaro di luna. 

Gli anni scorrevano su te

Clementi e rispettosi,

Gioivo nel rimirar in te 

Le mie sembianze,

Eppur il tuo sorriso 

Emanava luce. 

Ricerco negli occhi di altri 

Il medesimo sussulto,

Inutilmente 

Fiore sbocciato e profumato 

Che non ha dato frutto

E il cui tempo è scaduto,

Consunto e terminato.

 


 

 

LA CREAZIONE

 

E Dio creò le acque,

Sopra e sottoterra,

Le creò limpide e tranquille,

O terribili nei cieli 

A beneficio della terra

E per quanto in essa 

Sarebbe stato contenuto. 

Questo sublime spettacolo 

Vive da sempre nei nostri incubi

O nel meraviglioso senso 

Di libertà che sprigiona.

Saranno le lacrime degli angeli 

E ci accompagneranno tutta

La vita.

Lacrime che solo in apparenza 

Si asciugano.