Due sagome
Due sagome che sfiorano l’acqua
senza mai immergersi,
cosi siamo adesso noi due…
Il mio sguardo perduto, sonante
compone parole
che la rabbia non legge…
Ma ecco in un attimo il cuore
saltare di scatto…
Le sagome come cannucce
ricercano linfa vitale,
le foglie danzanti in un cerchio
ridacchiano soffiate dal vento…
Un tenero bacio riprende di nuovo
quel ritmo…
Il cuore impazzito risuona
nel respiro bruciante
di un soffio…
Le sagome vestite di fuoco…
E lacrime che il cuore
innaffia
di una nuova appassionata
Gioia…
Monica Rita Scaccianoce
Ecco il nostro cielo
Eccolo il nostro cielo
specchiarsi in una assordante cascata…
Odo un fruscio violento, ora è una frusta
sul mio corpo, ora è una fresca carezza…
Eccolo il nostro cielo
a nutrire i fiori variopinti
nel prato del mio cuore,
combattuto ora a sfiorarli, ora a calpestarli,
ora a guardare, in disparte
solo la loro ombra…
Giunge il suono smielato di un Violino,
oltrepassa i confini della mia mente
e mi porta li, in un piccolo lago
dalle onde dormienti…
Come una calda coperta
calma ogni tremore del mio corpo
e del mio cuore ansimante…
Ora eccolo il nostro cielo
specchiarsi nel mio cuore ululante…
Come un faro mostra alla mia anima
le montagne…
Il violino è già li, attente il mio cuore strisciante
per portarlo via con sé,
dove nessun rumore
può nutrire ancora la mia tristezza,
dove il nostro cielo
può solo colorare d’amore…
Monica Rita Scaccianoce
Il paese della mia infanzia
Un piccolo paesino
dipinto su una dolcissima collinetta,
come gli occhi vissuti di una mamma,
luci fluorescenti su un alberello appese
scorrono illuminando per sempre il mio cuore,
come fiumi fra i vicoli stretti che raccontano
i viaggi di un’anima appesi ai miei ricordi di bimba…
Vedo le mie scarpette calpestare una terra, sfiorandola,
come un’onda accarezza la fresca sabbia,
i sorrisi appesi nei volti delle persone care
che pendono nel cielo fra le stelle cadenti
come brillanti pacchetti a un albero di doni…
Fra le urla di fedeli e fiori che volano stretti fra le loro mani
come palloncini leggeri che la terra lasciano soffiati
da corpi nudi
e bande e grossi tamburi festosi
e un libro sfogliato nella penombra,
Scurpiddu, di un poeta che in quel piccolo paesino riposa,
nei miei occhi commossi come adesso
fra i riflessi di luce che si insinuano e dipingono
una parete dagli usci mai chiusi
e le campane che per sempre suoneranno
nei ricordi più dolci della mia anima…
Un terrazzo in alto stretto fra le case attaccate,
raggiunto dai gradini contati uno ad uno
di ferro che batte fra i miei piedi,
un ritmo donato al mio cuore
dal cielo per sempre…
Monica Rita Scaccianoce
La musica
I miei piedi bruciano sui carboni ardenti
dai rumori profusi, scoppiettano,
vogliono indossare libere ali
che per mano mi tengono
quando lei giunge, improvvisa,
come una lieta notizia di nozze,
come un’alba che stringe commossa il giorno,
un’orca che danza nei profondi abissi…
Mi immergo tutta in quegli sconfinati oceani,
nessun desiderio mi sfiora più di toccare terra
se non per sentirne tamburi vivi
accordati al mio cuore
da un’armonia infinita…
E lei d’arte mi prende,
il mio corpo suona,
le mie mani pasticciano improvvisi urti
su tele vibranti come pianeti inesplorati …
Arriva la sera scoppiettante di stelle
e lei fissa i miei occhi,
sullo sguardo di un mare sonante
che danza nella pioggia
e il rumore solletica i miei piedi
nella bolla di un’anima che si alza leggera…
Parte con lei il mio cuore
su orizzonti lontani
che le mie mani toccano
in un caldo battito …
Monica Rita Scaccianoce
La vostra maestra
Lascia che scruti il tuo sguardo
mio piccolo bambino,
aprendo le mie braccia,
quando la mattina giungi
con camice a quadretti
per non sporcarti di ciò che illuminerà la tua vita…
Con la tristezza di abbandonar mamma
e adorabili capricci, interroghi il mio sguardo,
facendo nascere quella forza unica nei miei fragili occhi…
Non avere mai paura da solo,
l’emozione è nostra,
la paura è nostra,
alzeremo sguardi verso i sogni,
quelli tuoi che nasceranno ogni giorno
saranno miei,
con la guida di chi dirige un’orchestra un po’ stonata
che suona ogni momento il coraggio, la forza urlante
di brillare più delle stelle
insieme, noi due…
Per catturare la bellezza, tutta, che ci attende,
che mette le tue mani sulle mie,
per scoprire il calore
che trabocca nei cuori
che in quelle stanze
di banchi, di odori, di gesso
di gioia,
sgorgano di vita…
Monica Rita Scaccianoce
Rumori
Nella freschezza di un cielo inatteso
che bussa fra le tende d’argento
dell’ancora sbadigliante luna,
le luci accennate, silenti
sfogliano i colori di una nuova alba…
Stormi di uccelli mai stanchi
corteggiano cinguettando le fronde
arrossite dai raggi…
E tronchi di palme come labirinti
profusi di odori e scricchiolii legnosi
disegnano vecchie seggiole nei vicoli
dai telai sonanti,
nei segreti ricami delle fanciulle…
E battono gli zoccoli di un cavallo,
libere nacchere danzanti,
nel calpestio di una banda che
di tamburi e trombe marcia
e di una Santa il simulacro
uscir dall’arco accompagna…
Nel mio udire
quel dolce, vagante riverbero,
una soffice bianca piuma
vola leggera e libera negli strati del cielo
e sconfina oltre l’uscio
della mia rumorosa stanza,
sfiorando in una soffice carezza
un rumoroso cuore…
Monica Rita Scaccianoce
Un silenzio che graffia
Madre che nel silenzio hai imparato
a innaffiare gli occhi dei tuoi bimbi
del suono straripante dei tuoi sogni
custoditi in un grembo silente,
nutrito di nuvole,
dove tu leonessa nascesti,
pronta nello scatto
a graffiar chi l’offende…
Partorivi battiti dal tuo cuore accesi
e respiri che volano come morbide ali
nel destino silente di quell’attimo infinito,
quando un grido squarcia il cuore
nello sguardo nascente…
Tu leonessa col tuo alito dal sudore di fuoco
aprivi i tuoi silenzi,
ferme ancore dell’amor che doni,
nel gesto di una mano
che lieve le tue labbra sfiora
in un leggero soffio per calmar la vita
nel cordone mai reciso
che rabbiosa tieni…
Con le unghie affilate
sulla terra or sei
e oltre il tempo dal cielo
pronta allo scatto
per difender sempre silenziosa
sarai…
Bolle d’aria
Ho attraversato la notte
levandomi leggera
in fragili bolle
che nell’aria suonano…
E’ una magica orchestra
che rapisce
la mia anima danzante…
Bolle d’aria
lievi e silenziose,
dai colori
specchianti
raggi di luna
sorridenti,
cristalli di stelle,
oscurità profusa di
tenere luci…
La danza di un’anima
nello spazio
di una bolla
volteggia
senza ali…
E si dilegua leggera verso nuovi orizzonti,
per poi svanire fra le luci
di un’alba…
Ispirazioni
Le mie mani viaggiano
su mari aperti…
Spingono le onde
che schiamazzano come bimbi
saltellanti…
Tirano le corde
di navi sepolte,
carillon socchiusi
che una ballerina di volteggiar
attende…
Percorrono vie
infinite e inesplorate
che il mio sussurrante cuore
nel mar confida…
E inebriate dal tanto udire
liberano ora le dita
sui tasti di un pianoforte
impressi sulla fresca, sonante
battigia…
Che l’inchiostro mai stanco
racconti nelle pagine sempreverdi
di un’anima
che or sogna e spera
ciò che in ogni istante
l’onda mai cancelli!
L’amore
Un rosso melograno
schiuso
nella dolce rugiada
che segue la notte
di un’alba che accende
lenta, discreta,
pudica
le luci del cielo…
Irradia la passione
di un dolce profumo,
assaporato
nello scricchiolio
di un’emozione
da mani bagnate
che ancora si cercano
in un gaudioso
fragrante
abbraccio…