Nicola Capone - Poesie

Una folata di vento

Quanta cura
in ogni momento vissuto
quanta intensità,
perché rimanesse il segno
e poi rendersi conto
che tutto finisce
miseramente
nel gorgo del tempo,
che fa dimenticare.

Il suo inesorabile passare
fa cambiare, persino
gli ideali, i sentimenti
il mondo e i suoi scenari.

 

 

 

Umiliati ed oppressi

Ho visto gente gretta
arricchirsi molto in fretta
calpestando i diritti
e l’umanità
di chi è nel bisogno
e sopporta per necessità.

Soprusi e sfruttamento
non cancellano la dignità
di chi stringe a fatica
nel pugno e a denti stretti
quella rabbia,
che se non trattenuta
fa perdere
in men che non si dica
la sola opportunità
di non cadere
nella disperazione.

Con le lacrime e col sudore
lavorare per vivere
è una maledizione.
Umiliati ed oppressi
dal vile ricatto
di squallidi sciacalli
ci si deve finger fessi
per non apparire
scomodi contestatori.

Finché l’emancipazione
sarà soggiogata
dal cinico egoismo
non ci si potrà mai
liberare da questa
orrenda condizione.

 

 

 

Il tuo mondo

Se tu sei parte del tuo mondo,
il tuo mondo lo porterai
sempre con te;
lo difenderai quando
ti giudicheranno diverso,
perché non permetterai
che calpestino il tuo sangue.
Tu sei motivo
per cui il tuo mondo
è esistito, sin da quando
i tuoi antenati hanno
caparbiamente vissuto
per lasciarlo in tua eredità.
Come frutto dello stesso albero
tu non potevi che essere ciò che sei
l’approdo di un lungo percorso
che deve proseguire
per una nuova tappa.
Orgoglio e cultura,
sapere e libertà
sono il tuo lievito madre:
sii il loro paladino
e il tuo mondo
ti sopravvivrà.
Un’ottima ragione per vivere.

 

 

 

Le idee

Le idee sono ribelli
alle regole che le imbrigliano.
Sono cavalli che corrono
nel vento all’impazzata,
ebbri di libertà.
Non si lasciano soggiogare,
perché il loro spirito libero
è indomabile.
Gridano verità,
perché mal sopportano le ingiustizie.
La loro forza spezza le manette
di chi le sottomette.
Le idee hanno sempre dato fastidio,
sono alternative
per questo corrosive
fino a diventare sovversive.
Le idee sono i sogni
che rendono la nostra vita
più interessante.
Ma sono niente
senza il coraggio di chi le sceglie
e ne fa una ragione per vivere
sapendo che prima o poi
la vita presenterà il conto.

 

 

 

Notte

In fondo ad ogni giorno
c’è sempre la notte
che mi dona la pace
col suo silenzio.

Io ritrovo me stesso.

Si chiude la porta
sul fragore del mondo
si entra nella
dimensione dell’anima.
dove ognuno
è più autentico.

Alle mie domande
mi scopro più vero
incapace di autoinganno.
Alla mia verità
non so sfuggire.

 

 

 

Scintille

Questo mio guardare
oltre l’orizzonte,
dove regna l’ignoto,
dove danzano le stelle,
dove aleggiano gli spiriti
degli eroi immortali,
è l’antico desiderio di sapere,
dove vanno a quietarsi,
col loro carico di storie,
le anime che hanno
vissuto questo mondo.
Ma cosa c’è al di là
che non è già di qua
di quell’orizzonte?
Perché affannarsi
in questa ricerca senza fine
che fa ardere l’immaginazione?
E cos’è questo indecifrabile
sentire nel mio petto
che pur sapendo
di non trovar risposte
fa alzare lo sguardo al cielo
per interrogarsi?

Siamo scintille della creazione
che s’illuminano al richiamo
di chi ci ha creato.

 

 

 

Sull’amore

Si è scritto così tanto
sul più nobile dei sentimenti
da far desistere
chi volesse aggiungervi
le proprie impressioni.
Non basta aver amato
per conoscere l’Amore;
come non basta saper scrivere,
per poterlo raccontare.
Forse l’Amore,
quello che fa palpitare,
deve essere impossibile,
perché faccia spasimare
e sospirare i cuori
che si struggono di desiderio,
in una attesa perenne.

 

 

 

La mia felicità

Con quel fare che è tipico dei bambini
ho coperto con le mani i miei occhi.
In un luogo indefinito,
mi sono sorpreso
di vederti bambina ad aspettarmi.
Mi tendi la mano,
così piccola, così delicata
e sorridendo con te mi porti
in un luogo chiamato felicità.

 

 

 

Alla mia luna

Spettatrice discreta dei sogni miei,
sei tu, fulgida luna.

Tu, regina luminosa del firmamento,
che affascini la notte col tuo argento
e ne fai il proscenio delle stelle.

Io, più che a quelle,
a te guardo,
come ad un volto materno,
per chiederti del cielo
e il suo segreto eterno.

Ma già so quel che mi risponderai:
“non è più puro il tuo cuore,
né sei rimasto bambino;
quel che tu mi chiedi
appartiene al Divino.”

 

 

 

La perduta semplicità

Ho visto fiorire gli ulivi
sul dolce pendio
della collina antica.
Ho visto ondeggiare
distese dorate di grano,
punteggiate di rossi papaveri.
Tra le bionde spighe
ho sentito il fruscio del vento
dialogare col canto delle rondini
che gioiose facevano
cerchi e parabole nel cielo,
che aveva il colore del mare.
Sono stato spettatore felice
della natura incontaminata.
Ho riempito di cielo i miei occhi,
di sogni le mie tasche,
di desideri i miei giorni ingenui
vissuti e perduti.
Oggi che vivo con disincanto
e la vita impone la sua praticità,
ripenso alla mia lontana felicità
ma non senza rimpianto
a quella perduta semplicità.